Il «New York Magazine» scrive un manuale
Maleducati in città, guida all'etichetta urbana Dall'uso del cellulare, al fumo all'iPod: ecco come comportarsi per strada, in metrò, in ufficio
MILANO - Vittime di jungle metropolitane. Vessati dalla maleducazione altrui. Ovunque. Per strada, in taxi, in metrò, in ufficio, a casa di amici, pure dai parenti. Impossibile vita di città. E sì che la tecnologia, le comodità, l'abbattimento di qualsiasi convenzione dovrebbero averla semplificata. Invece, l'anziano deve simulare uno svenimento pur di riuscire a convincere il 18enne a cedergli il posto sul bus. O per strada tocca sentirsi gli affari altrui raccontati a un auricolare. Peggio ancora, la signora incinta deve subirsi il fumo passivo (e tacere) dell'Avana gustato dal manager vicino di tavolino al locale all'aperto.
Ci vorrebbe un po' di bon ton metropolitano. Basterebbero anche solo buon senso e buone maniere. Ma per tutti (e sono molti) coloro che hanno bisogno di rinfrescarsi la memoria, gli americani hanno pensato a un Manuale di etichetta urbana. Può far sorridere leggere che «a un party tutte le droghe vanno condivise» o che «certo, puoi approfittare della connessione wireless del tuo vicino senza pagare», perché della sua vita tanto già condividi tutto, «odori di cucina, incontri sessuali, esercitazioni con la chitarra». Ma non si esagera mai a ricordare che «il cellulare è assolutamente vietato al cinema, in teatro o nei ristoranti romantici», che «non offrire il posto in metrò a un anziano (a meno che non si abbia una gamba di legno) ha un grado di maleducazione pari a 10» e che «al ristorante è bene iniziare un'ordinazione sempre con "potrei avere..."».
Per la verità la guida è diretta ai newyorkesi che, racconta il New York Magazine, «hanno bisogno di un po' di etichetta proprio per la natura della loro città, costantemente connessa, affollata di senza radici, sessualmente libertina», tutte caratteristiche che la rendono più a rischio di una cittadina di provincia. E qualche regola male non fa. «Ci sono — scrive il Magazine — partner interrazziali e interreligiosi, coppie sposate di gay con figli avuti dalla migliore amica, due spose sullo stesso altare». E poi, «come reagisci quando qualcuno ti presenta un collega come il suo amante? (Primo passo: non sputare il tuo drink)». Oppure: «Quando finisce uno scambio di email professionali in ufficio? Confermare di aver ricevuto una informazione è appropriato, ma confermare di aver ricevuto la conferma 3 della conferma diventa superfluo».
Certo, alcune sembrano situazioni da Sex and the City, però può sempre servire sapere, anche al di qua dell'Atlantico, come comportarsi «se il tassista attacca bottone e tu non hai alcuna voglia di chiacchierare: metti le cuffie dell'iPod, fai finta di esserti addormentato o fingiti morto». E aiuta ricordarsi che sul metrò «leggere il giornale del vicino a sbafo è sempre vietato», a meno che non ci sia «un fatto di cronaca talmente importante da essere necessario saperne di più» (anche a sbafo). In tutti gli altri casi, «compratevi il giornale, 25 centesimi potete pure spenderli». In metrò, è inoltre molto maleducato (livello 9) mangiare e bere: «Il tuo orribile cibo finirà di sicuro addosso a chi ti è intorno». Come di cattivo gusto (livello 8 di maleducazione), sempre su bus, tram e metrò, è «strapparsi le ciglia e le pellicine delle unghie e usare il filo interdentale (o simili): una società civilizzata si misura nella linea di demarcazione che esiste tra i suoi mezzi pubblici e i suoi bagni». Perché le buone maniere non sono mai fuori moda.
Claudia Voltattorni
Corriere.it
04 luglio 2006