Dopo due mesi di restauro ''La Samaritana al pozzo'' viene restituita al pubblico che, dal 7 luglio al 10 settembre, potra' ammirarla nelle sale di Palazzo Braschi a Roma. Restituiti gli antichi splendori all'affresco seicetesco, realizzato tra il 1654 e il 1661 da un artista ancora oggi ignoto, grazie a un delicato intervento realizzato con il finanziamento della Fondazione Paola Droghetti, che ha anche curato la pubblicazione ''Interventi d'arte sull'arte'' per permettere di approfondire la storia dell'affresco e illustrarne le varie fasi del restauro, in collaborazione con l'assessorato alle Politiche Culturali - Sovrintendenza ai Beni Culturali.
La ''Samaritana'' e' stata recuperata da Carla Tomasi, sotto la supervisione di Maria Elisa Tittoni, dirigente dei Musei d'Arte Medievale e Moderna della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma con la collaborazione di Isabella Colucci. Raffigurante l'incontro tra Cristo e la donna di Samaria da lui ricondotta a uno stile di vita piu' costumato, l'opera proviene dal refettorio del Monastero di Sant'Eufemia presso Sant'Urbano ai Pantani, monastero distrutto durante i lavori di sventramento dei Fori Imperiali in epoca fascista. Dato certo considerato il tema dell'affresco perfettamente in linea con la sua collocazione all'interno del Monastero di Sant'Urbano, che aveva la funzione di accogliere quelle donne, allora dette ''zitelle sperse'', dal passato non proprio irreprensibile