Il modello emiliano aveva come supporto ideologico la convergenza tra i ceti medi e le fasce proletarie. Vi sono numerosi scritti di Togliatti che sancivano questa unione.
Nello scritto “Ceto medio e Emila rossa” del 24 settembre 1946, Togliatti partendo proprio dal contesto emiliano, individuandolo come laboratorio di queste convergenze di interessi socio-politici, dava vita ad una campagna per portare sotto l’egemonia del PCI settori tradizionalmente lontani dal proletariato e dalla classe operaia. Attraverso una analisi di classe, il dirigente comunista arrivava a contrapporre la borghesia monopolista a quella “media”, riconoscendo a quest’ultima interessi convergenti con il proletariato sotto il profilo economico (lotta contro i monopoli) e politici (la spinta democratica di questa porzione sociale nella lotta contro il fascismo). Un esempio di questa convergenza si realizza nel sistema cooperativo. Il PCI riusciva, proprio in Emilia, a togliere terreno alle componenti liberal democratiche, mettendo al centro della sua campagna l’allargamento dei diritti democratici, temi sensibili per il cosidetto “ceto medio”. In questo senso si può leggere la battaglia culturale che il PCI intraprese per accaparrarsi la memoria risorgimentale, legandola alla resistenza, dove si realizzava attivamente l’unificazione di due classi sociali contro l’oligarchia e la dittatura.
Quasta elaborazione verrà ripresa da Togliatti in numerosi interventi tra cui “Classe operaia e ceto medio nella lotta contro il capitale monopolista” del 1962, scritto tra i più interessanti, in cui riusciva a individuare il reale sviluppo produttivo italiano composto all’epoca, oltre che dall’impetuoso crescere del triangolo industriale, da una forma di produzione medio piccola, non monopolista, che vedeva nell’Emilia e in parte nella Toscana il suo laboratorio: “Questo nuovo ceto medio affronta i problemi della sua azienda, del mercato e gli stessi problemi della vita cittadina, con una mentalità molto diversa da quella del grande industriale monopolistico. E’ più facile, alle organizzazioni dei lavoratori e agli organi di un potere locale popolare e democratico trovare, con questo ceto medio, un punto di contatto e di collaborazione. Su questioni di importanza decisiva essa è in contrasto e in lotta col grande capitale monopolista."
http://72.14.221.104/search?q=cache:...&ct=clnk&cd=20