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  1. #1
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    Predefinito Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    E' quanto meno inquietante quanto è successo nei rapporti tra Cina e USA per l'affaire Google, con gli USA che cominciano a parlare di libertà (e sappiamo ciò a cosa prelude). Ma è anche molto sospetta la concomitanza con altri due eventi nella stessa settimana: la presa di posizione di Obama contro le grandi banche "too big to fail" e l'uso che fanno dei depositi per speculare a leva in derivati, e la concomitanza con il sorpasso dell'economia cinese che è diventata la seconda al mondo superando quella giapponese.
    Oltre che per il nesso temporale le tre cose sono collegate per solidi motivi finanziari: la giostra del capitalismo a "leva" svolto allegramente dalle banche angloamericane si regge proprio sulla disponibilità cinese di comprare alla fine trilioni di titoli di debito americano e la crescita a doppia cifra del Pil cinese è drogata da questo meccanismo.

    Stiamo a vedere, ho idea che gli USA si vogliano giocare il tutto per tutto e visto che ora, dopo i tentativi falliti dei militari-petrolieri dell' era Bush e dei turbo finanzieri conditi in salsa verde del primo anno di Obama si cerchi di percorrere l'unica strada ormai percorribile per risollevare gli Stati Uniti: una strada che passa per una nuova guerra fredda ed il ritorno alla politica dei blocchi, preceduta magari da un bel default sul debito. Non penso di sbagliarmi di molto.
    Ultima modifica di Arsan; 24-01-10 alle 00:45
    ognuno al suo destino

  2. #2
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Anche a me sembra strano che proprio adesso Google si accorga che il governo cinese ponga dei filtri ai propri utenti, ma non saprei dire se s tratta di un motu proprio dell'azienda o se abbia avuto qualche consiglio da qualche settore dell'amministrazione americana.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    PECHINO - La Cina è pronta a chiudere Google. Il manifesto della Clinton contro la censura sul web, ha rovesciato lo scontro. Fino a ieri era il motore di ricerca Usa a minacciare l'abbandono del Dragone. Ora è il governo di Pechino a lanciare l'ultimatum.
    Se Google non si piegherà alla censura cinese, cosa che continua prudentemente a fare dal 2006, e la Casa Bianca non toglierà la Cina dalla lista nera degli stati canaglia online, il sito cinese del colosso di Mountain Views sarà oscurato. A tre giorni dallo scoppio della guerra di Internet tra Cina e Usa, innescata dall'attacco di hacker cinesi contro 34 clienti hi-tech di Google, la decisione è stata presa ieri dai vertici del partito comunista e dai più influenti esponenti del governo. Domani saranno riprese le trattative tra le autorità e Google. Ma la strategia è cambiata. Prima delle accuse americane, Pechino era decisa a sgonfiare il caso nel tempo, trattandolo come un contenzioso commerciale. Ora che il salto politico internazionale è compiuto, e che le reazioni interne premiano la linea nazionalista del governo schierato contro "il nuovo imperialismo cybernetico degli Stati Uniti", lo strappo è destinato ad un'accelerazione prima della fine di gennaio. I leader cinesi, sorpresi dall'attacco della Clinton, si sono infine convinti che una Cina "Google-free" convenga, sia al partito che al business. Alzare il primo muro virtuale del millennio darebbe a Pechino il vantaggio dell'iniziativa nel definire la nuova geografia del potere nella Rete. La Cina non intende lasciarsi sfuggire la grande occasione offerta dalla crisi aperta da Google.


    I mediatori cinesi sono stati incaricati di dire a quelli americani che se gli Stati Uniti non forniranno le prove che gli attacchi denunciati sono partiti dall'Oriente con il sostegno di Pechino, la Cina darà il via "al progetto di un Internet totalmente cinese", che ricalchi i confini nazionali reali. "La globalizzazione del web - ha spiegato Fu Mengzi, docente dell'Istituto di relazioni internazionali e consulente presidenziale - ha messo in crisi l'equilibrio tra democrazie e Paesi con tradizioni politiche diverse. Dividere le nuove acque internazionali da quelle territoriali può evitare tensioni dannose. Senza Google Pechino non perde nulla e guadagna parecchio".

    Nel 2009 l'affare Internet in Cina ha superato i 74 miliardi di dollari, quest'anno arriverà ai 100. I 385 milioni di utenti animano un sesto del mercato mondiale e già hanno decretato il primato planetario dell'e-commerce di Alibaba, che ha rilevato Yahoo. L'addio di Google e l'incertezza di Microsoft e Cisco, offriranno al cinese Baidu non solo il quasi monopolio del business interno, ma l'opportunità di insidiare anche all'estero le web corportation Usa. Per questo giornali e tivù cinesi, controllati dal governo, hanno proseguito ieri la martellante campagna antiamericana. "Non siamo né l'Iraq, né le Hawaii - il tormentone - e non faremo la fine del Giappone. L'Internet di Washington non ci trasformerà in una colonia degli interessi occidentali".

    Dietro lo scontro, secondo analisti vicini al governo, non ci sono solo i timori di instabilità cinesi e la necessità americana di riaffermare la leadership della libertà. Pechino è convinta che l'affondo della Casa Bianca sulla censura del web sia "una ritorsione". "E' partita - dice Sun Zhe, docente di scienza delle finanze all'università Tsinghua - dopo che la Cina ha deciso di resistere alle pressioni per apprezzare lo yuan e per non ridurre gli acquisti del debito americano. Ma non si vede perché dovremmo continuare a saldare i conti scoperti di chi cerca di frenare la nostra crescita". La Cina resta il primo cliente dei bond Usa. All'inizio dell'anno il governo ha comunicato però l'intenzione di "differenziare" le riserve in valuta estera. Nel 2010 solo il 4,6% dei titoli di stato statunitensi dovrebbero finire nelle casse cinesi, contro il 20,2 del 2008 e il 47,4 del 2006.

    Considerata la sete di denaro americana per riaccendere la crescita, i vertici comunisti cinesi si sono convinti di poter vincere il braccio di ferro sulla Rete. Ieri hanno deciso così di bloccare la distribuzione in Cina di "Army of Two", kolossal del videogiochi made in Usa ambientato a Shanghai. Il gioco termina con la distruzione della metropoli pronta a inaugurare l'Expo e alluderebbe a mercenari assoldati dal governo per incarcerare i contestatori. Pronta la reazione americana. Critiche per la censura cinese su internet, a sorpresa, sono arrivate dal vice presidente di Taiwan. L'ambasciata e i consolati Usa in Cina hanno convocato nelle sedi per "un lungo confronto" i più famosi blogger dissidenti.
    DEFORME AUTENTICO

  4. #4
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    Dietro lo scontro, secondo analisti vicini al governo, non ci sono solo i timori di instabilità cinesi e la necessità americana di riaffermare la leadership della libertà. Pechino è convinta che l'affondo della Casa Bianca sulla censura del web sia "una ritorsione". "E' partita - dice Sun Zhe, docente di scienza delle finanze all'università Tsinghua - dopo che la Cina ha deciso di resistere alle pressioni per apprezzare lo yuan e per non ridurre gli acquisti del debito americano. Ma non si vede perché dovremmo continuare a saldare i conti scoperti di chi cerca di frenare la nostra crescita". La Cina resta il primo cliente dei bond Usa. All'inizio dell'anno il governo ha comunicato però l'intenzione di "differenziare" le riserve in valuta estera. Nel 2010 solo il 4,6% dei titoli di stato statunitensi dovrebbero finire nelle casse cinesi, contro il 20,2 del 2008 e il 47,4 del 2006.
    e la ritorsione contro la Cina è contestuale al giro di vite sulle banche USA, le vere promotrici delle aperture dell'occidente alla Cina che sono culminate col suo ingresso nel WTO sotto la presidenza Clinton. Ora il richiamo all'ordine guarda caso arriva proprio dal segretario di stato USA, moglie di Clinton, e la cosa non è casuale ma nasconde un chiaro messaggio delle elites dominanti Usa ai cinesi.
    Ora ai cinesi la scelta, o procederanno ad un riequilibrio delle parità di cambio lasciando rivalutare consistentemente lo Yuan, oppure ne pagheranno le conseguenze. Di sicuro l'arma che pensavano di avere (i 2 trilioni di crediti che vantano con gli Usa) non è poi così efficace, specialmente se il debitore è il paese più armato al mondo e che domina con le sue multinazionali gran parte dell'occidente. Quindi se non abbassano la crestina rischiano di dover usare carta igienica verde per i prossimi mille anni.
    Ultima modifica di Arsan; 24-01-10 alle 15:04
    ognuno al suo destino

  5. #5
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da Arsan Visualizza Messaggio
    e la ritorsione contro la Cina è contestuale al giro di vite sulle banche USA, le vere promotrici delle aperture dell'occidente alla Cina che sono culminate col suo ingresso nel WTO sotto la presidenza Clinton. Ora il richiamo all'ordine guarda caso arriva proprio dal segretario di stato USA, moglie di Clinton, e la cosa non è casuale ma nasconde un chiaro messaggio delle elites dominanti Usa ai cinesi.
    Ora ai cinesi la scelta, o procederanno ad un riequilibrio delle parità di cambio lasciando rivalutare consistentemente lo Yuan, oppure ne pagheranno le conseguenze. Di sicuro l'arma che pensavano di avere (i 2 trilioni di crediti che vantano con gli Usa) non è poi così efficace, specialmente se il debitore è il paese più armato al mondo e che domina con le sue multinazionali gran parte dell'occidente. Quindi se non abbassano la crestina rischiano di dover usare carta igienica verde per i prossimi mille anni.
    a me pare tutto l'opposto
    DEFORME AUTENTICO

  6. #6
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da marocchesi Visualizza Messaggio
    a me pare tutto l'opposto
    siamo in due.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    A voler essere maligni, c'è da ricordare una cosa.
    Google poteva permettersi di ignorare le critiche mosse da più parti per la sua polleranza verso la censura cinese, perchè era praticamente il sistema di ricerca monopolista. Ma ora la sua posizione è insidiata dal nuovo sistema Bing. E la battaglia commerciale comprenderà anche bataglie trasversali e polemiche oblique. Potrebbe semplicemente darsi che alla Google abbiano fatto un calcolo commerciale su quali mercati possano essere più vantaggiosi.

    Certo è una mera ipotesi, però il pensiero viene alla mente.
    .
    L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.

    Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)

  8. #8
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da Arsan Visualizza Messaggio
    E' quanto meno inquietante quanto è successo nei rapporti tra Cina e USA per l'affaire Google, con gli USA che cominciano a parlare di libertà (e sappiamo ciò a cosa prelude). Ma è anche molto sospetta la concomitanza con altri due eventi nella stessa settimana: la presa di posizione di Obama contro le grandi banche "too big to fail" e l'uso che fanno dei depositi per speculare a leva in derivati, e la concomitanza con il sorpasso dell'economia cinese che è diventata la seconda al mondo superando quella giapponese.
    Oltre che per il nesso temporale le tre cose sono collegate per solidi motivi finanziari: la giostra del capitalismo a "leva" svolto allegramente dalle banche angloamericane si regge proprio sulla disponibilità cinese di comprare alla fine trilioni di titoli di debito americano e la crescita a doppia cifra del Pil cinese è drogata da questo meccanismo.

    Stiamo a vedere, ho idea che gli USA si vogliano giocare il tutto per tutto e visto che ora, dopo i tentativi falliti dei militari-petrolieri dell' era Bush e dei turbo finanzieri conditi in salsa verde del primo anno di Obama si cerchi di percorrere l'unica strada ormai percorribile per risollevare gli Stati Uniti: una strada che passa per una nuova guerra fredda ed il ritorno alla politica dei blocchi, preceduta magari da un bel default sul debito. Non penso di sbagliarmi di molto.
    E la Cina ha reagito dicendo che gli USA fomentano la rivolta in Iran, quindi rilancia a livello strategico.

    Facciamo un paio di considerazioni banali banali.
    La globalizzazione prevedeva a fronte della delocalizzazione delle produzioni industriali il dominio finanziario dell'occidente sui paesi emergenti neo industrializzati. In sostanza diventavano dei giganti economici ma rimanevano dei nani politici.
    Non solo non c'è nessun dominio, ma i capitani di finanza si sono dati ai giochi speculativi puri, sfracellando l'intero sistema finanziario occidentale.

    Il risultato è che la Cina, paese nazionalista per tradizione, oltre che autoritario, si avvia a diventare la prima potenza economica mondiale, per di più titolare del debito USA.
    Come se Hitler fosse stato titolare del debito dell'Impero Britannico o il Giappone di Hiro Hito titolare di quello dell'America di Roosevelt.

    La domanda è: Gli USA hanno ancora una "classe dirigente" in grado di concepire disegni strategici per mantenere il primato o il germe della loro decadenza sta ormai in quello che era il punto di forza, Wall Street, come per l'antica Roma è stata l'Imperatore o per la Francia la Corte o per l'URSS il Politboreau?

    Staremo a vedere.
    Io credo che appena gli USA metteranno dazi alle merci cinesi la Cina attaccherà Formosa (la nuova Pearl Harbour). Poi sarà tutta da giocarsi.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  9. #9
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da Arsan Visualizza Messaggio
    e la ritorsione contro la Cina è contestuale al giro di vite sulle banche USA, le vere promotrici delle aperture dell'occidente alla Cina che sono culminate col suo ingresso nel WTO sotto la presidenza Clinton. Ora il richiamo all'ordine guarda caso arriva proprio dal segretario di stato USA, moglie di Clinton, e la cosa non è casuale ma nasconde un chiaro messaggio delle elites dominanti Usa ai cinesi.
    Ora ai cinesi la scelta, o procederanno ad un riequilibrio delle parità di cambio lasciando rivalutare consistentemente lo Yuan, oppure ne pagheranno le conseguenze. Di sicuro l'arma che pensavano di avere (i 2 trilioni di crediti che vantano con gli Usa) non è poi così efficace, specialmente se il debitore è il paese più armato al mondo e che domina con le sue multinazionali gran parte dell'occidente. Quindi se non abbassano la crestina rischiano di dover usare carta igienica verde per i prossimi mille anni.
    La Cina ha ricerse pari a 2 trillioni di USD, non di 2 trillioni i USD, in Dollari ha riserve per 1 trillione in totale, e non tutte in T-bills o bonds.

    Solo per specificare.

  10. #10
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Rif: Cosa c'è dietro l'affaire Google in Cina?

    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    E la Cina ha reagito dicendo che gli USA fomentano la rivolta in Iran, quindi rilancia a livello strategico.

    Facciamo un paio di considerazioni banali banali.
    La globalizzazione prevedeva a fronte della delocalizzazione delle produzioni industriali il dominio finanziario dell'occidente sui paesi emergenti neo industrializzati. In sostanza diventavano dei giganti economici ma rimanevano dei nani politici.
    Non solo non c'è nessun dominio, ma i capitani di finanza si sono dati ai giochi speculativi puri, sfracellando l'intero sistema finanziario occidentale.

    Il risultato è che la Cina, paese nazionalista per tradizione, oltre che autoritario, si avvia a diventare la prima potenza economica mondiale, per di più titolare del debito USA.
    Come se Hitler fosse stato titolare del debito dell'Impero Britannico o il Giappone di Hiro Hito titolare di quello dell'America di Roosevelt.

    La domanda è: Gli USA hanno ancora una "classe dirigente" in grado di concepire disegni strategici per mantenere il primato o il germe della loro decadenza sta ormai in quello che era il punto di forza, Wall Street, come per l'antica Roma è stata l'Imperatore o per la Francia la Corte o per l'URSS il Politboreau?

    Staremo a vedere.
    Io credo che appena gli USA metteranno dazi alle merci cinesi la Cina attaccherà Formosa (la nuova Pearl Harbour). Poi sarà tutta da giocarsi.
    Ma scusate... La Cina titolare del Debito USA?
    Guardate che il debito USA in mano estere e' piu' o meno il 30% del totale, la Cina ne detiene il 6.5% aprox, considerevole, ma ora da questo a dire che ne e' la titolare..

    Current Issue: Treasury Bulletin: Publications & Guidance: Financial Management Service


    http://www.ustreas.gov/tic/mfh.txt

 

 
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