MILANO - Al Buzzi, l'ospedale dei bambini, viene somministrato da qualche mese, ma da ieri è stato vietato. Basta con il methotrexate, un farmaco che si inietta per via intramuscolare, regolarmente registrato e, a differenza della Ru486, in commercio in Italia. Viene di norma utilizzato per interrompere le gravidanze extrauterine. Il primario di Ginecologia del Buzzi, Umberto Nicolini, ne ha constatato l'efficacia anche per l'interruzione delle gravidanze normali, ma adesso deve "sospendere la pratica". Ordine della direzione dell'ospedale, che di concerto con la Regione, ha chiesto a Nicolini di produrre tutta la documentazione clinica.
Ma anche il ministro della Salute Livia Turco vuole vederci chiaro e invita l'Agenzia italiana del farmaco ad "acquisire presso l'ospedale Buzzi tutte le informazioni necessarie del caso". Un accertamento, informa una nota del ministero, "necessario per stabilire l'adozione di iniziative che pongano fine all'uso improprio del farmaco, qualora venissero confermate le gravi irregolarità, che si desumono dalle notizie di stampa, nel comportamento dei sanitari dell'ospedale milanese, anche in riferimento al rispetto delle procedure previste dalla legge 194". Per il presidente della Regione "si configura" una violazione di quella legge, "perché l'aborto è stato praticato al di fuori della struttura pubblica e senza che fosse data alcuna informazione". "Se così fosse - aggiungono all'assessorato alla Sanità - potrebbero scattare seri provvedimenti". Nicolini, il primario del Buzzi (per inciso: un ospedale pubblico) è all'estero, per un convegno medico, e rientrerà a Milano solo lunedì. Il suo primo commento: "Non viviamo in un paese civile, in ogni caso presenterò la mia relazione e mi atterrò a quello che deciderà la direzione".
Il caso scoppia ieri mattina. Repubblica ha dato conto di quello che da sei mesi sta accadendo al Buzzi. Giro frenetico di telefonate tra il direttore dell'ospedale Francesco Beretta, l'assessore regionale alla Sanità Alessandro Cè e il governatore. Poi il verdetto, sulla falsariga di un altro divieto, arrivato solo qualche giorno fa. Riguardava la clinica Mangiagalli, dove si somministrava la Ru486: è intervenuta la Regione, tutto bloccato. Beretta dà la sua versione dei fatti. "Ho appreso solo dalla stampa di questa procedura adottata al Buzzi, un'iniziativa non inserita in alcuna sperimentazione". E ancora: "Quel farmaco si usa solo per interrompere le gravidanze extrauterine; per le altre non è previsto, quindi dispongo di sospendere immediatamente la pratica, in attesa di chiarimenti dal professor Nicolini".
Dall'Inghilterra, il primario replica così: "La direzione era perfettamente informata, non sono mica matto". Poi chiarisce che "si tratta di utilizzo clinico di un farmaco registrato, che costituisce una valida alternativa alle interruzioni di gravidanze provocate da interventi chirurgici". E si chiede: "Perché lo si usa regolarmente per interrompere gravidanze extrauterine e non lo si può usare per quelle intrauterine?" Infine una stoccata a Formigoni: "Violazione della 194? Credo che il presidente sappia poco di questa legge, come di tutta questa vicenda".
Sono cose che fanno davvero schifo... e pensare che Formigoni è uno dei possibili leader della Cdl..