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  1. #41
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    Citazione Originariamente Scritto da metapolis
    Su internet ho trovato questa ottima defnizione di emica:

    "Il percorso emico (dal suffisso fonemico) si propone di esaminare una cultura dall’interno, assumendo il punto di vista dei nativi (Cole 1996) Lo studio si concentra sulle forme specifiche, contingenti e irripetibili di una certa cultura, con lo scopo di coglierne l’unicità e l’esclusività (metodo idiografico). Sono quindi privilegiati i procedimenti qualitativi d’indagine e i modelli esplicativi locali (“dal basso verso l’alto”). Vi è la convinzione che ogni oggetto è immerso in una cultura, così come ogni cultura si manifesta attraverso le credenze e le condotte dei soggetti."
    Decisamente il mio genere di "pensieri" Quelli che muovono le farfalline nella pancia... pur non avendo mai sentito prima tale parola, il concetto lo associo ad alcuni studi che hanno contribuito a formare la mia mente. Senza volerlo banalizzare, credo significhi calarsi nei panni di, contestualizzare per comprendere, abbandonare i filtri contingenti attraverso i quali si pretende a volte di guardare la realtà e ciò che ne fa parte.

    Ovvero, applicando il tutto alla nostra sotto/cultura, possiamo dire che, essendo divenuta una "sottocultura" essa ha variato la significazione esatta di etimi e miti originari (che avevano una valenza vitale e rivoluzionaria) trasformandola in un museo delle cere.
    In che modo l'avrebbe variata? Approdondiamo...
    La sensazione che ho è di qualcosa a cui il tempo ha tolto l'energia di esprimersi, un tempo attraversato da persone che, creatosi un mondo a sè, una sottocultura appunto, hanno lasciato morire quell'energia proprio attraverso la sua stessa mitizzazione.

    Se s'interviene nella ri/lettura (e nella ri/applicazione) possibilmente corretta e originaria, della nostra mitologia che si è mummificata, si può riuscire a recuperare lo spirito originario e, quindi, ad essere noi stessi pur nel confronto aperto e costruttivo senza dovere a tutti i costi fuggire al confronto aperto e costruttivo per mantenere un'identità imbalsamata; o senza dovere, al contrario, rinunciare all'identità e alla specificità se ci si confronta.
    Ecco allora la necessità di "calarsi" nel significato originario di tali miti, per sentire oggi vivo lo spirito che dovrebbe appunto caratterizzare la nostra identità politica, sociale e culturale, un'identità aperta al dialogo, contestualizzata nel presente. E' questo che intendi metapolis?

  2. #42
    ardimentoso
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba
    In che modo l'avrebbe variata? Approdondiamo...
    La sensazione che ho è di qualcosa a cui il tempo ha tolto l'energia di esprimersi, un tempo attraversato da persone che, creatosi un mondo a sè, una sottocultura appunto, hanno lasciato morire quell'energia proprio attraverso la sua stessa mitizzazione.
    perfetto

  3. #43
    Pensiero Positivo
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    Citazione Originariamente Scritto da Canon
    su d'aiuto a fiaba
    Grazie Canon per l'associazione Molto interessante.

  4. #44
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba


    Ecco allora la necessità di "calarsi" nel significato originario di tali miti, per sentire oggi vivo lo spirito che dovrebbe appunto caratterizzare la nostra identità politica, sociale e culturale, un'identità aperta al dialogo, contestualizzata nel presente. E' questo che intendi metapolis?
    Sì. Ovviamente non si tratta SOLO di questo ma si tratta di questo.
    Il che si ricollega ad un altro 3d (quello su Bene e Male) e alla necessità di abbandonare le grucce moralistiche (ovvero i codici dei costumi) per recuperare la matrice etica (ovvero quella del comportamento giusto immediato e vissuto naturalmente).
    Quindi rifiutare i partiti presi e le vetrine esterne e i riflessi condizionati e le prese di posizione superficiali (anche quelle sensate) per recuperare uno spirito interventista, uno slancio futurista e vitalista e, soprattutto, l'azione creatrice su se stessi e ri-creatrice del mondo.
    Sembra un intellettualismo ma si tratta di tutt'altro: di una rivoluzione culturale (in senso di Kultur e, anche, di coltivazione) che possa permetterci di abbandonare il posto attuale, che è quello di un adesivo pseudo/spregiudicato applicato al lunotto della portiera del bagagliaio della globalizzazione.
    Qualcosa in quel senso si riesce faticosamente a fare ma, poi, puntualmente, i riflessi condizionati della mediocrità codina e moralista accompagnati dalla tentazione irresistibile di reiterare solo ciò che si conosce che, anche se inefficace o controproducente, è sempre molto comodo, ci risprofondano costantemente nella buca.
    Un esempio: la mania "derbistica" dei gay pride. Ho spiegato nel mio libro come e perché questa fisima (pur giustificatissima in sé) è degradante nel modo in cui la si ostenta così come la pretesa di giocare al governo (ovvero pensare di poter essere arbitri dei costumi) ci arretra anni-luce.
    Se proprio si vuole impegnarsi in questioni di quel genere si dovrebbe farlo con una sola arma: l'ironia, altrimenti ci sminuiamo.
    Un esempio come altri. Ma se non si acquisisce la consapevolezza di essere una minoranza a vocazione rivoluzionaria e si continua a prendersi per una componente reazionaria del sistema sociale, si alimenta la sotto/cultura ai danni della cultura.
    Un esempio come tanti. Solo per dire che la tentazione è sempre in agguato e che anche chi compie atti e gesti di un buon livello si ritrova spesso a ricadere in un vicolo cieco, magari essendo addirittura fiero della scelta effettuata di cui evidentemente non coglie la portata retro/gradante.
    Insomma, un'azione emica è tutt'altro che scontata e, soprattutto, abbisogna di una notevole presenza a sé, e di non accontentarsi mai. Rivoluzione continua, avrebbe detto Mussolini e confermato Pavolini.

  5. #45
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    Citazione Originariamente Scritto da metapolis
    Sì. Ovviamente non si tratta SOLO di questo ma si tratta di questo.
    Abbi pazienza, ti scrivo ciò che riesco a vedere così puoi aiutarmi a guardare oltre, a mettere a fuoco ciò che ancora rimane sfumato tra le tue righe, talvolta, riconosco, ancora un pochetto criptiche per me ma se mi limitassi a scrivere "quoto" o "bravo metapolis" o cose del genere per non azzardare un commento come potrei apprendere e comprendere il tuo pensiero?
    Quindi grazie per le spiegazioni.

    Importante la differenza che hai sottolineato tra l'essere una "minoranza a vocazione rivoluzionaria", quindi capace di innescare quel processo di cambiamento che parte dalla nostra percezione di noi stessi per poi rivolgersi all'ambiente circostante, e la "componente reazionaria del sistema sociale", espressione che mi trasmette invece sensazioni di fallimento e rassegnazione ad essere solo inefficace reazione... spesso espressa, appunto, attraverso sterili riflessi condizionati. Posizione decisamente lontana da quella futurista, vitalista, interventista....
    In altre parole, occorre vivere nel presente guardando al futuro senza perdere, o meglio ritrovando, quello spirito passato in cui dovrebbero affondare le nostre radici.

  6. #46
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba
    In altre parole, occorre vivere nel presente guardando al futuro senza perdere, o meglio ritrovando, quello spirito passato in cui dovrebbero affondare le nostre radici.
    e c'è chi già l'ha ritrovato, chi no ma soprattutto chi non lo vuol ritrovare.

  7. #47
    lorenzo v.
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    Citazione Originariamente Scritto da lupo1982
    e c'è chi già l'ha ritrovato, chi no ma soprattutto chi non lo vuol ritrovare.

    e chi sà .....

  8. #48
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    Citazione Originariamente Scritto da Fiaba
    Importante la differenza che hai sottolineato tra l'essere una "minoranza a vocazione rivoluzionaria", quindi capace di innescare quel processo di cambiamento che parte dalla nostra percezione di noi stessi per poi rivolgersi all'ambiente circostante, e la "componente reazionaria del sistema sociale", espressione che mi trasmette invece sensazioni di fallimento e rassegnazione ad essere solo inefficace reazione... spesso espressa, appunto, attraverso sterili riflessi condizionati. Posizione decisamente lontana da quella futurista, vitalista, interventista....
    In altre parole, occorre vivere nel presente guardando al futuro senza perdere, o meglio ritrovando, quello spirito passato in cui dovrebbero affondare le nostre radici.

    Perfetto. Solo che, purtroppo, chi vive sulla crestina dell'ondulina, ovvero chi ha cariche o incarichi in quei microrganismi a mala pena percettibili e quasi sempre non/politici che noi, nel nostro ghetto, scambiamo per realtà politiche (quando sono, nei migliori dei casi dei clan o delle tribu interurbane) predilige reiterare la routine e i riflessi reazionari. Riflessi, tra l'altro, intesi più come la messa in scena di una sorta di protesta dei consumatori che non come una reazione vera e propria; e così il processo "rivoluzionario" è attaccato ogni giorno. Dall'interno. Consapevolmente o, molto peggio, inconsapevolmente. E quello che mi preoccupa è che ogniqualvolta viene ripresentato un atto retro/gradante (come il derby con i gay) o, peggio, viene presentato un programma completamente opposto allo spirito fascista (anche se a questo ricongiungentesi tramite qualche richiamo irrazionale interpretato però alla franchista) riscuote un certo successo e, persino, sia pure in misura limitata, da parte di camerati intelligenti.
    Il che comprova quanto sia solida la sottomissione alla cultura antifascista, in qualsiasi salsa, e l'accettazione dei riflessi condizionati da estrema destra.
    Ovvero il rovesciamento esatto delle esperienze rivoluzionarie (anche solo per vocazione) dallo squadrismo a Terza Posizione.
    In altre parole, dobbiamo rimboccarci le maniche e combattere, innanzitutto, con i nostri (più che contro i nostri, visto che lo si fa anche per loro)

  9. #49
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    Citazione Originariamente Scritto da metapolis
    Perfetto. Solo che, purtroppo, chi vive sulla crestina dell'ondulina, ovvero chi ha cariche o incarichi in quei microrganismi a mala pena percettibili e quasi sempre non/politici che noi, nel nostro ghetto, scambiamo per realtà politiche (quando sono, nei migliori dei casi dei clan o delle tribu interurbane) predilige reiterare la routine e i riflessi reazionari. Riflessi, tra l'altro, intesi più come la messa in scena di una sorta di protesta dei consumatori che non come una reazione vera e propria; e così il processo "rivoluzionario" è attaccato ogni giorno. Dall'interno. Consapevolmente o, molto peggio, inconsapevolmente. E quello che mi preoccupa è che ogniqualvolta viene ripresentato un atto retro/gradante (come il derby con i gay) o, peggio, viene presentato un programma completamente opposto allo spirito fascista (anche se a questo ricongiungentesi tramite qualche richiamo irrazionale interpretato però alla franchista) riscuote un certo successo e, persino, sia pure in misura limitata, da parte di camerati intelligenti.
    Il che comprova quanto sia solida la sottomissione alla cultura antifascista, in qualsiasi salsa, e l'accettazione dei riflessi condizionati da estrema destra.
    Ovvero il rovesciamento esatto delle esperienze rivoluzionarie (anche solo per vocazione) dallo squadrismo a Terza Posizione.
    In altre parole, dobbiamo rimboccarci le maniche e combattere, innanzitutto, con i nostri (più che contro i nostri, visto che lo si fa anche per loro)
    è quello che ho scritto sopra io in una frase.
    che stai a invecchià?

  10. #50
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