Mi interessava un vostro commento a questo articolo, scritto da me l'anno scorso e che forse pubblicherò sul cinghiale corazzato prossimamante:
L’ UOMO E LA TRADIZIONE
La tradizione oggigiorno ha ormai perso quasi del tutto il proprio significato e la propria valenza. Ormai dimenticata, una parola così importante e fondamentale non trova più alcun posto nella mente della società, non interessa più, è superflua, emana quasi una fastidiosa sensazione di vecchio e malconcio e perciò bisogna evitarla, guardare solo al futuro e mai voltarsi indietro. Niente di più sbagliato; un mondo fortemente e selvaggiamente progressista come il nostro ha completamente tagliato i legami con il passato e spetta a me, a noi che ancora crediamo nel valore della tradizione cambiare le cose. Ma spesso anche noi sbagliamo, difendiamo magari la nostra tradizione per partito preso, acriticamente e senza conoscerla fino in fondo. Dunque questo articolo ha l’obbiettivo, da un lato, di far emergere l’importanza che la tradizione riveste nella vita di ognuno di noi e dall’altro la modalità che secondo me è preferibile per avvicinare e vivere appieno la propria tradizione.
Il significato della parola tradizione
Iniziamo dunque con la parte in causa più importante e cerchiamo sul dizionario la definizione di tradizione:“Il tramandare notizie, memorie, consuetudini da una generazione all’altra attraverso l’esempio o testimonianze sia orali che scritte”. Come possiamo vedere nella parola tradizione è presente il concetto di dare (“trado” dal latino) e ricevere, quindi la necessità fisica di due parti, colui che dà, il donatore e colui che riceve, il ricevente. Ci deve essere obbligatoriamente un accordo tra queste due parti altrimenti la tradizione smetterebbe di essere tale venendo a mancare la forte implicazione di passaggio presente nel termine (approfondiremo l’argomento più avanti). La definizione del dizionario però è manchevole da molti punti di vista e risulta troppo “concreta” e limitativa: la tradizione è si composta da notizie,memorie e consuetudini, ma non sono certo queste le caratteristiche più importanti; la questione fondamentale è che la tradizione ci trasmette un certo mondo valoriale, un certo modo di assaporare e vivere la vita, insomma una modalità di esistenza. La tradizione è la valigia al cui interno sono presenti tante esperienze, esempi e testimonianze accomunate da un forte valore educativo radicato profondamente in esse. Ad esempio, accogliere la tradizione di mio padre non significa solamente saper la storia della mia famiglia, parlare la lingua della mia terra e conoscere le usanze del mio popolo ma anche e soprattutto aderire alle proposte educative e agli insegnamenti fattemi da lui e già presenti nella tradizione.
Perché “scegliere” una tradizione
Ogni individuo è portato per la natura stessa dell’uomo a “scegliere” una tradizione, ad accoglierla e a farla propria, tutto ciò è importantissimo poiché essa completa e arricchisce il significato dell’esistenza. Noi studiamo (o studiavamo al liceo) la storia, infatti per capire le ragioni e le cause della situazione attuale del mondo o per trovare nessi e giustificazioni per avvenimenti futuri, il passato, la storia del passato è fondamentale: senza passato non c’è futuro. La stessa cosa avviene per l’individuo e per la tradizione. Proiettato nel prossimo, verso quello che accadrà, l’uomo acquista maggiore senso dell’agire, dell’esistere e del futuro stesso se ha alle spalle una solida tradizione, una solida storia. Se non mi ricordo male vi era una canzone in cui si diceva…”ho bisogno di una casa per poter girare il mondo…” ed il senso è perfettamente coerente al nostro discorso. Senza un sicuro punto di appoggio, senza una base critico-storica da cui partire (che la tradizione offre), conoscere la realtà e farne esperienza diventa futile e inappagante, saremmo investiti dal futuro e non sapremmo giudicare o porci innanzi agli avvenimenti che ci opprimerebbero e schiaccerebbero.
La scelta della tradizione e il problema del metodoQual è la tradizione che devo scegliere? Obbligatoriamente quella di mio padre e della mia famiglia o anche un’altra? Con queste domande sorge anche spontanea la domanda sul metodo conoscitivo attraverso cui veniamo a contatto con le tradizioni e optiamo per una piuttosto che l’altra.
1. Il punto di partenza deve essere obbligatoriamente la tradizione che ti tramanda la tua famiglia; punto primo di indagine è qualcosa che tuo padre ha deciso importante e valevole per lui ma anche per te, quindi merita di essere studiato e approfondito.
ES.1 Un padre, proveniente da una famiglia di famosi imbianchini insegna al proprio figlio ormai maturo la professione che era del bisnonno, del nonno e del padre; il figlio entusiasta la impara.
2. Ora si pone un grossissimo problema: la tradizione della mia famiglia ha per me un valore? Corrisponde e salva tante mie esigenze? Diventa una buona “storia”,una buona “casa” o non offre alcuna risposta? L’esigenza di approvare o allontanarsi da una tradizione gioca un ruolo fondamentale nella vita di ogni persona, la risposta cambia di molto il significato del proprio essere ma quasi paradossalmente a come si potrebbe pensare le strade non si dividono certo.
ES.2 (1)Il figlio decide che la professione di imbianchino è divertente e lo appaga e decide di continuare la strada della famiglia. (2) Il figlio non si sente soddisfatto e realizzato a pitturare pareti tutto il giorno, non gli piace proprio fare l’imbianchino e decide di smettere di lavorare interrompendo la tradizione di famiglia.
3. Indipendentemente dalla strada presa il terzo passo è quello di confrontarsi il più possibile con delle realtà tradizionali diverse arricchendo il nostro bagaglio conoscitivo,facendo così esperienze diverse e magari trovando un’alternativa valida alla nostra tradizione, quella che prima sembrava migliore. Nel caso si sia rotto il rapporto con la tradizione di famiglia nel punto precedente il confronto serve come scoperta e ricerca della tradizione adeguata alle mie esigenze.
ES.3 (1)Il figlio deciso ormai a lavorare come imbianchino conosce varie persone e con loro parla dei rispettivi lavori. Un suo amico lo invita a provare il mestiere di falegname, ma questo non lo appaga, e l’imbianchino continua con la sua professione conscio del fatto che d’ora in poi la sua posizione sarà più solida, ha provato una cosa diversa e l’ha giudicata ora ha più esperienza. Lo stesso potrebbe accorgersi invece che fare il falegname è meglio rispetto all’imbianchino, si diverte di più,guadagna di più, si sente veramente realizzato e cambia professione. (2) Il figlio si confronta con altri lavori per trovare quello adatto a lui, prova e sperimenta fino a quando incontrerà quello ottimale, quello che lo appaga appieno.
Il criterio oggettivo per scegliere la tradizione adeguata
Oltre a criteri soggettivi, messi bene in evidenza in questi esempi, esiste anche un criterio oggettivo per giudicare la validità della tradizione: la legge naturale dell’individuo. Ogni uomo nasce sostanzialmente uguale avendo al proprio interno già all’inizio della propria vita una sorta di codice morale, un insieme di leggi, uno strumento che rende l’uomo immediatamente capace di distinzione tra buono e cattivo, giusto o sbagliato, bene e male. Dunque la tradizione deve rispettare anche l’oggettività dell’individuo e non solo la sua soggettività. Una tradizione contro la legge naturale è per sua definizione sbagliata, merita di essere abbandonata perché distruttiva e non propositiva per la mia persona..
Conclusione
Spero che questo piccolo discorso vi abbia acceso qualche domanda e almeno un po’incuriosito; non ho certo la pretesa di esaurire tutto lo scibile umano sulla tradizione in questo piccolo articolo ma credo di aver evidenziato al meglio alcuni passaggi salienti. Prossimamente ci sarà magari spazio per un ulteriore approfondimento.
Luca Fumagalli