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Tremendo
Alla Camera il centrosinistra parte da 263 deputati (ultimamente saliti di una trentina per le numerose transumanze). Bene, anzi male.
Nel 2001, sul ddl Sirchia, la Cdl ha solo 247 sì, ma l'"opposizione" solo 185 no.
Nel 2002, sulla controriforma del Csm, finisce 220 a 151 e sullo scudo fiscale (rientro dei capitali sporchi) 233 a 149.
Nel 2003, per la legge Moratti, 232 a 170 e per la Frattini sul conflitto d'interessi 241 a 215.
Il 3 febbraio 2004, dopo una battaglia campale e una prima bocciatura del Quirinale, si vota sulla costituzionalità della Gasparri: 40 franchi tiratori della Cdl impallinano la legge. Che però si salva grazie alle provvidenziali assenze di 30 "oppositori": 5 segretari (Bertinotti, Boselli, Diliberto, Mastella e Pecoraro Scanio), 7 ds, 6 margheriti e quasi tutti i mastelliani.
Il governo la spunta per 2 voti: con altri tre deputati di sinistra, della Gasparri non si sarebbe parlato mai più.
In paesi come gli Usa e l'Inghilterra, dove le opposizioni usano ferocemente l'ostruzionismo (filibustering) per inchiodare i governi, i capigruppo che non riescono nemmeno a portare in aula le loro truppe vengono cacciati al primo bagno.
In Italia, per dire, il capogruppo Ds Luciano Violante nel settembre 2001 chiese addirittura la "procedura d'urgenza" per la controriforma del falso in bilancio. La maggioranza che non credeva ai suoi occhi ma non chiedeva di meglio, si associò. E nel giro di pochi giorni cancellò quattro processi al premier con una legge che l'Economist definì "una vergogna persino per una repubblica delle banane". Il direttore della prestigiosa rivista inglese, Bill Emmott, sostiene che "Berlusconi è un prodotto dell'opposizione". E viceversa.
Marco Travaglio
(Micromega n. 7/2005)