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  1. #11
    Si vis pacem, para bellum
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da donerdarko Visualizza Messaggio
    Sono d'accordo. Benito Mussolini fu l'assertore di un nuovo ordine politico e sociale, non più basato sul gioco di artificiose maggioranze parlamentari e su un erroneo concetto della libertà, che poneva in contrasto le singole classi e apriva la via a tutti gli egoismi, ma deciso sul senso dell'Imperium e dell'Auctoritas, espressione dello Stato che rappresenta il Popolo intero, nel tentativo di condurlo alla consapevolezza della sua dignità, della disciplina, della responsabilità e dello spirito di sacrificio: questa concezione totalitaria del Dovere. spinto sino al sacrificio, è infatti conosciuta, non a caso, come Mistica fascista.

    L'autore dell'articolo ci ha scritto un libro sulla mistica fascista...

  2. #12
    Cacciaguida
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da Anton Hanga Visualizza Messaggio
    L'autore dell'articolo ci ha scritto un libro sulla mistica fascista...
    Effettivamente qualcosina ne mastica di mistica

  3. #13
    SMF
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da Pompeo Visualizza Messaggio
    il volontarista mangiapreti benny lettore di stirner sarà senz'altro stato anche un devoto idealista
    però anche machiavelli per i suoi obiettivi prescriveva una mistica guerriera di sacrificio
    il fascismo avrà una dimensione metafisica, del resto nessuno potrebbe dimostrare il contrario
    però nessuna efficace iniziativa altisonante in quanto tale può essere addotta come argomento contro un'interpretazione puramente strategica delle sagaci mosse del principe
    E' nel suo essere volontarista che Mussolini comprende la fallacità delle verità assolute della filosofia positiva e al tempo stesso la necessità di un ritorno ai valori dello spirito.
    Ma non è lo spirito hegeliano - l'Assoluto immanente - ciò a cui mirava Mussolini.
    Il Duce volle Gentile ministro della Pubblica Istruzione perchè le sue idee in tema di riforma scolastica assecondavano le superiori esigenze del Principato. E' l'idea di una scuola che seleziona la classe dirigente e crea le élites del domani ad andare bene all'ex agitatore romagnolo.
    E' per questo che Mussolini disse, ad un certo punto, che Gentile era, in un certo senso, il 'filosofo del regime'.
    Ma Mussolini non è un hegeliano e non si pone in termini attualisti nè tanto meno idealisti.
    Il Fascismo viene concepito da Gentile come sintesi - in senso hegeliano - di liberalismo e socialismo. E' per questo che Gentile aderisce al regime. Mussolini è lo 'spirito del mondo' - come Napoleone fu per Hegel -, il condottiero che guida invitto la nazione, colui che avrebbe portato a compimento il Risorgimento, l'uomo che ha condotto la sintesi ideale fra le due principali "ideologie" dell'Ottocento e del primo Novecento.
    Ma in realtà il Fascismo è negazione di liberalismo e socialismo perchè propone un qualcosa di nuovo ma tradizionale.
    Il Fascismo è rivoluzionario nel senso evoliano del termine: vuole quindi riconnettersi al principio, ritornare alle radici. E' per questo che Mussolini si rifà alla Romanità e vede in Roma imperiale un modello eterno da cui prendere spunto non solo a livello propagandistico ma a livello politico concreto.
    Non voglio esagerare col dire che Mussolini sin dall'inizio aveva l'intenzione di dare vita ad una sorta di moderno tomismo politico, ma il dato di fatto è che lo Stato fascista, giuridicamente parlando, non l'ha costruito l'idealista Gentile ma il conservatore rivoluzionario, cattolico (quasi 'maurrassiano') e nazionalista Alfredo Rocco, il quale era della stessa scuola di Carlo Costamagna (che fra l'altro fu uno dei fautori della Carta del Lavoro).
    Il Fascismo, a mio avviso, fu certamente più figlio di Dante, Tommaso e Vico piuttosto che di Hegel e Fichte.
    Ultima modifica di Giò; 25-01-10 alle 17:01

  4. #14
    SMF
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da Odissea Visualizza Messaggio
    se proprio vogliamo andare fino in fondo nei concetti, infatti non c'è alcuna separazione tra politica e religione, ovvero: io, ognuno, sostiene determinate idee politiche perché è quello che scaturisce dalla propria visione religiosa.
    come disse qualcuno di noto:
    «Noi abbiamo respinto la teoria dell'uomo economico, la teoria liberale, e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro è una merce. L'uomo economico non esiste, esiste l'uomo integrale che è politico, che è economico, che è religioso, che è santo, che è guerriero.»
    (Benito Mussolini, Discorso del 14 novembre 1933, in "Tutti i discorsi - anno 1933")

    Tutto quello che pensa una persona è "un intero", che al suo interno ha una certa coerenza e ogni pensiero è collegato all'altro.
    Questo appare evidente quando un cattolico parla di Stato cattolico (teocratico, con il Papa capo del governo, oppure laico, semplicemente con il cattolicesimo religione di Stato ma Stato distinto dalla Chiesa), oppure quando un musulmano parla di Stato islamico. Appare meno evidente quando alcuni parlano di Stato relativista ma anche per loro è cosi: anche per loro imporre lo Stato relativista rientra nella propria visione ideologico-filosofica (che altro è questo se non religione?) che sia giusto che tutti abbiano la religione e la morale che vogliono in quanto la Verità Unica non esiste.

    l'unione tra religione e politica è un fatto e l'uomo che si comporta in coerenza deve necessariamente considerare le proprie idee politiche conseguenza delle proprie idee religiose e non può scinderle, se vuole essere coerente.
    in questo senso nelle liberaldemocrazie si chiede ai cattolici di non-essere coerenti, perché è vietato dalla legge imporre concetti morali di una religione, sarebbe discriminatorio per gli altri che secondo la legge hanno il diritto di seguire la propria religione.
    Quoto.

  5. #15
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    E' nel suo essere volontarista che Mussolini comprende la fallacità delle verità assolute della filosofia positiva e al tempo stesso la necessità di un ritorno ai valori dello spirito.
    Ma non è lo spirito hegeliano - l'Assoluto immanente - ciò a cui mirava Mussolini.
    Il Duce volle Gentile ministro della Pubblica Istruzione perchè le sue idee in tema di riforma scolastica assecondavano le superiori esigenze del Principato. E' l'idea di una scuola che seleziona la classe dirigente e crea le élites del domani ad andare bene all'ex agitatore romagnolo.
    E' per questo che Mussolini disse, ad un certo punto, che Gentile era, in un certo senso, il 'filosofo del regime'.
    Ma Mussolini non è un hegeliano e non si pone in termini attualisti nè tanto meno idealisti.
    Il Fascismo viene concepito da Gentile come sintesi - in senso hegeliano - di liberalismo e socialismo. E' per questo che Gentile aderisce al regime. Mussolini è lo 'spirito del mondo' - come Napoleone fu per Hegel -, il condottiero che guida invitto la nazione, colui che avrebbe portato a compimento il Risorgimento, l'uomo che ha condotto la sintesi ideale fra le due principali "ideologie" dell'Ottocento e del primo Novecento.
    Ma in realtà il Fascismo è negazione di liberalismo e socialismo perchè propone un qualcosa di nuovo ma tradizionale.
    Il Fascismo è rivoluzionario nel senso evoliano del termine: vuole quindi riconnettersi al principio, ritornare alle radici. E' per questo che Mussolini si rifà alla Romanità e vede in Roma imperiale un modello eterno da cui prendere spunto non solo a livello propagandistico ma a livello politico concreto.
    Non voglio esagerare col dire che Mussolini sin dall'inizio aveva l'intenzione di dare vita ad una sorta di moderno tomismo politico, ma il dato di fatto è che lo Stato fascista, giuridicamente parlando, non l'ha costruito l'idealista Gentile ma il conservatore rivoluzionario, cattolico (quasi 'maurrassiano') e nazionalista Alfredo Rocco, il quale era della stessa scuola di Carlo Costamagna (che fra l'altro fu uno dei fautori della Carta del Lavoro).
    Il Fascismo, a mio avviso, fu certamente più figlio di Dante, Tommaso e Vico piuttosto che di Hegel e Fichte.
    Quoto. E sottolineo come sia Evola sia Gentile furono essenziali per il Fascismo, anche se a livelli differenti.
    Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)

  6. #16
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da donerdarko Visualizza Messaggio
    Quoto. E sottolineo come sia Evola sia Gentile furono essenziali per il Fascismo, anche se a livelli differenti.
    Di Evola sappiamo che il Duce lesse sia Imperialismo pagano che Rivolta contro il mondo moderno. Non è dato sapere un giudizio preciso del Duce, ma è noto che trovò in essi degli spunti interessanti.
    Quel che sappiamo, inoltre, è che la dottrina della razza fascista doveva essere quella illustrata da Evola, secondo Mussolini.

  7. #17
    Cacciaguida
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Dal punto di vista storico-politico l'AVGVSTA opera del DVCE può essere certamente interpretata alla luce di ogni filosofia politica e in particolar modo come espressione del machiavellismo.
    Ma MVSSOLINI è stato indubbiamente un mistico, consapevole o meno.
    Ha realizzato e rinnovato quasi sciamanicamente il Cattolicesimo Romano re-incarnandolo nell'idea forza del Littorio.
    La comunione mistica intercorrente fra LVI e la SMF non ha altra spiegazione.

  8. #18
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Dal punto di vista storico-politico l'AVGVSTA opera del DVCE può essere certamente interpretata alla luce di ogni filosofia politica e in particolar modo come espressione del machiavellismo.
    Ma MVSSOLINI è stato indubbiamente un mistico, consapevole o meno.
    Ha realizzato e rinnovato quasi sciamanicamente il Cattolicesimo Romano re-incarnandolo nell'idea forza del Littorio.
    La comunione mistica intercorrente fra LVI e la SMF non ha altra spiegazione.
    That's all, folks!

  9. #19
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Ecco dunque che siamo portati ad un piano più sottile, ove l'azione e il dominio si esercitano mediante idee. Idee - si badi - che vanno intese non come nozioni astratte, ma invece come idee-forza, come miti (nel senso sorelliano), cioè come principi volti a destare energie, movimenti e correnti sociali attraverso le varie suggestioni morali, emozionali, di credenza, di tradizione, ecc., che esse sono capaci di esercitare sulle masse. Ma qui debbono restare fermi due punti-base. In primo luogo, il Dominatore deve restare signore delle varie idee o miti, non deve, credendovi, subirne egli stesso la suggestione, divenendo un ossesso, uno schiavo degli spiriti che ha evocato; non deve riconoscere ad esse un qualunque valore assoluto, ma deve invece assumerle freddamente come mezzi, come strumenti fascinatori con cui - presso ad una precisa scienza della psicologia delle folle - eserciterà quelle influenze che vuole, destando e dirigendo le forze delle collettività associate. Il secondo punto si connette al primo, e consiste nel comprendere il lato assolutamente positivo di questa nostra attitudine, che va al di là sia dalla ideologia della forza pura, sia dall'idealismo dei "valori", degli "immortali principi", ecc. Che la forza puramente materiale non basti a sé stessa, che essa sarà sempre strumento di idee - questo è semplicemente un fatto da constatare. Da un punto di vista positivo, all'idea non si può né si deve dare altro valore fuor di quello che le risulta appunto da questo fatto constatato, cioè valore di principio suggestivo, misurato dalle sue conseguenze pratiche. L'idea, in altre parole, ha valore in quanto agisce e finché agisce: non perché è "buona", "giusta", "vera", ecc.; tutto ciò non è che nebbia rispetto alla sua realtà di idea-forza. Controllare i "potenziali suggestivi" di cui sono caricate le varie idee, esaminarli, dosarli, combinarli, usarli, scaricarli o sorprenderli, questa è un'arte superiore, invisibile e terribile di dominio che, resa cosciente, può comunicare, come si dirà, con la "magia" in senso più alto.

    (j. e.)
    Ultima modifica di Pompeo; 25-01-10 alle 17:24

  10. #20
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    Predefinito Rif: Una interpretazione di Mussolini.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Di Evola sappiamo che il Duce lesse sia Imperialismo pagano che Rivolta contro il mondo moderno. Non è dato sapere un giudizio preciso del Duce, ma è noto che trovò in essi degli spunti interessanti.
    Quel che sappiamo, inoltre, è che la dottrina della razza fascista doveva essere quella illustrata da Evola, secondo Mussolini.
    Di quel che si sa, e credo lo riferisca anche De Felice, il DVCE aveva stima di Evola, ma al contempo lo considerava un menagramo...
    Il fatto che il DVCE abbia letto i suoi libri, vuol dire relativamente poco, visto che S.E. era un lettore onnivoro ed omnicomprensivo.
    Per quel che concerne la dottrina della razza, una lettura integrale di tal manifesto (che sappiamo cmq era abbastanza secondario rispetto al Fascismo sic et simpliciter) risente molto , molto di più di Padre Gemelli (che all'epoca era considerato un vero e proprio luminare in questione ed aveva titoli oltre che filosofici anche scientifici ben maggiori del Barone).
    Disse il Supremo : "Sono di estrema destra A MODO MIO" ....

 

 
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