Originariamente Scritto da
Aragorn78
Ma per il resto, sotto l'aspetto meramente funzionale, il discorso è davvero interessante e, anche se attualmente di difficilissima attuazione a livelli ampi, alcuni esperimenti locali dicono che il futuro è lì: nello snellimento, nella sburocratizzazione, nel controllo diretto sulle politiche e le gestioni locali, nell'attuazione di idee in luogo dell'inattuazione degli ideali. Il tutto favorito dallo sviluppo tecnologico e dall'alfabetizzazione informatica.
Mi piace ricordare l'esempio di Soveria Mannelli, una cittadina in provincia di Catanzaro, che già molti anni fa (secolo scorso, c'era internet da pochi anni) grazie a un sindaco illuminato e anti-conformista ricoprì un ruolo da pioniere nell'amministrazione digitale, creando uno dei primi siti istituzionali funzionanti a livelli accettabili e dotando ogni famiglia di un personal computer con connessione a internet.
Senza scomodare Chavez (lo dico senza polemica), l'Italia ha già gli strumenti legislativi per l'avvio della e-democracy. Già da qualche anno sono attive le procedure di gara on line per le forniture dell'amministrazione centrale (e-procurement). Quest'anno sono entrati in vigore sia il Codice dell'Amministrazione Digitale che il suo decreto correttivo. Si è messo ordine nel caos normativo del passato e si sono sanciti i diritti fondamentali del cittadino della società della informazione e della telematica. Dal generale diritto all'uso delle tecnologie (quanti sanno, per esempio, che contro un'amministrazione che non comunica coi cittadini via e-mail si può adesso ricorrere al giudice amministrativo, ossia al TAR?) per finire via via agli aspetti più specifici inerenti l'uso della firma digitale, della posta elettronica certificata, della sperimentazione del voto elettronico eccetera. Ovviamente un conto è sancire i diritti, altra cosa è renderli effettivi. E in questo senso si sta lavorando, forse, anche perchè gli aspetti giuridici e tecnici da approfondire e correggere sono tanti, fatto sta che siamo indietro. Basta guardare le statistiche e il rapporto che gli italiani (cittadini e amministratori) hanno con la rete. Siamo indietro, si pensi al numero delle connessioni, all'uso che si fa di internet, al numero e alla qualità dei servizi on line offerto dalla PA. Ma gli strumenti per partire ci sono.