ieri il solito Roberto Mime scriveva queste cose profetizzando una prossima rivoluzione di un popolo frustrato:
Non c'è psicologo che affacciatosi alla finestra di casa ieri notte non possa in tutta franchezza diagnosticarlo: il popolo italiano è malato, è così frustrato e porta a sè così pesanti complessi di inferiorità che un giorno esploderà nella più assurda pazzia. La vittoria sonante scippata al popolo di destra e le misure economiche di questo governo che hanno disilluso le aspettative dell'elettorato di sinistra ha prodotto un mix di frustrazioni latenti pronte a manifestarsi in tutta la violenza del caso. Il popolo si aggrappa al pallone come un alcolista si aggrappa alla sua bottiglia per dimenticare, da quì le espressioni di giubilio rasentanti la follia collettiva e molto spesso sfociate in atti di teppismo. Cosa? Cosa sarebbe successo se l'Italia avesse perso? Anche solo una reazione di metà inferiore a quella espressa ieri ma emotivamente inversa avrebbe portato al caos e alla violenza più nera. Perdere al mondiale avrebbe significato la disillusione, il disinicanto, lo scoppio d'ira, l'accellerazione di un processo sociopolitico (che avverrà comunque in autunno) ben prima del mese di settembre, con le conseguenze catastrofiche di una caduta di governo nel periodo più disgraziato, quello balneare.
Ieri fortunatamente non è andata coì hanno scelto di non pensare ai mille problemi dell'esistenza quotidiana nel nostro bel paese, e hanno scelto di darsi alla gioia costruita del pallone. Hanno prolungato la vita di un governo che tremava e che incrociava le dita (per questo ne avevano fatto una questione nazionale) e in fondo siamo tutti contenti. su di una cosa però è bene riflettere: questi sono campanelli di allarme, sfoghi di un popolo pronto a scoppiare e sarebbe bene prenderne atto.
e questo è un popolo frustrato?