E così il Professore rifilò le sue due "pappine" al «popolo-tifoso». Approfittando della distrazione generale dell’Italia nel Pallone, proprio come il più cinico predatore d’area, Romano Prodi ha infilato due belle stangate nella porta degli italiani. Che ora si trovano una bella Coppa d'oro in una mano e un conto salatissimo nell'altra: 43 miliardi di euro tra manovra bis e Dpef. Ma riascoltiamola la radiocronaca "verosimile" degli ultimi, concitati, frammenti di Mundial... «Ultimi minuti di partita... Bersani scatta sulla fascia, supera l'avversario, scarta un'auto bianca, scavalca di slancio la farmacia comunale e crossa al centro. Qui trova l'ariete Padoa-Schioppa che si butta di testa... Goooal! Manovra da 8 miliardi! Iva lievitata e tassisti sul piede di guerra... Uno a zero! Ma non basta... Vincenzo Visco, ancora lui dieci anni dopo, recupera palla a centrocampo e passa a Mastella che apre all'amnistia per tutti i truffatori reo confessi... si prosegue in fascia, arriva Pecoraro Scanio che con una dichiarazione sull'Afghanistan lascia... ...basito l'avversario e subito dopo crossa al centro dove c'è il panzer Prodi... Piattone destro e... Goaaal, raddoppio!... Dpef da 3 punti di pil!... 35 miliardi di euro di stangata sulle spalle dei cittadini... Tassa di successione, Irap e tagli dei fondi... È la mazzata finale!.. L'avversario è piegato e l'arbitro fischia la fine: Governo 2, Paese 0».
È andato così il Mondiale per Palazzo Chigi? ... Di sicuro per 30 giorni l’Italia è stata una nazione nel Pallone... Bisognava pur smaltire in qualche modo la sbornia elettorale della primavera, con tre-chiamate-tre alle urne in pochi mesi, dalle Politiche al Referendum. E c’era anche tanta voglia di trovare un antidoto, seppur dagli effetti momentanei, contro i veleni di un campionato truccato, che proprio nell’estate dei Mondiali viveva il suo trapasso, la sua implosione... Dalla gloria degli scudetti e delle coppe, al purgatorio della serie B o C, almeno per Juve, Milan, Lazio e Fiorentina. E poi c’era Romano Prodi, in agguato, pronto a muoversi negli spazi stretti dell’area come Pippo Inzaghi, tanto da sfruttare le poche settimane della kermesse tedesca per mettere in rete due manovre finanziarie da primato: 43 miliardi di euro tra manovra bis e Dpef. E gli italiani?... Tutti impegnati a seguire le virtù di una bella nazionale che per una volta dettava legge agli avversari dentro al campo... Insomma, non poteva esserci sogno azzurro più utile per Romano Prodi e la sua vasta corte di ministri e sottosegretari: ha potuto muoversi senza la normale marcatura dell’opinione pubblica, impegnata com’era a sudare a fianco di Ringhio Gattuso e Fabio Grosso. Le uniche a reagire in queste settimane sono state infatti le categorie più direttamente colpite dal “generoso” assaggio di centrosinistra al potere; antipasto a base di tagli e nuove imposte. In piazza già tassisti e avvocati, prima di tutto, ma anche farmacisti e notai.
È mancata invece l’attenzione della stampa, tutta rivolta a concedere pagine e titoli all’undici di Marcello Lippi. Non c’è che dire: il calendario mondiale ha giovato molto al Governo, traghettandolo dal baratro d’immagine del totoministri record delle 102 poltrone alla finalissima di Berlino, vinta tre giorni dopo la presentazione del Dpef da 35 miliardi. Un assist prezioso che il Professore ha saputo cogliere. Ma attenzione: vincere un mondiale è un’altra cosa, Andrea Pirlo e compagni insegnano. Serve una difesa eccezionale ed uno spirito di gruppo che all’occorrenza sappia sostituirsi al talento. Per alzare la coppa non serve una squadra litigiosa, fatta di prime donne-ministri pronte a rubarsi centimetri di giornale a colpi di dichiarazioni. Per arrivare in fondo non servono minacce di rottura o rischi di ribaltoni centristi. E non serve nemmeno un allenatore sempre in bilico, sempre sull’orlo di dover lasciare la panchina a metà torneo ...