Si legge da diverse parti del forum espressioni entusiaste e inneggianti al ritrovato spirito modernizzatore e liberare del governo Prodi che sta cambiando l'italia... Riguardo le farmacie poi non ne parliamo,sembra che ci sia stata una svolta netta nei confronti delle lobbies del commercio sanitario. Si parte male proprio da questo punto perchè si dimentica la professionalità del farmacista galenico e si antepone a questo il lato di commerciante pseudo salumiere (con tutto il rispetto)
Per codice deontologico, di concerto con la costituzione che prevede la tutela della salute ad opera del personale sanitario professionista, informo chi non lo sapesse che l'ultima parola, in ordine alla somministrazione del farmaco non spetta nemmeno al medico bensì al farmacista, in quanto è l'ultima catena tra diagnosi, patologia e somministrazione. Inoltre è sconcertante che nessuno consideri la professionalità del farmacista anteponendo il lato meramente economico (si risparmiano 35 centesimi per un'aspirina...). Siete sicuri che la vera liberalizzazione è questa? Non sarebbe forse meglio abbassare il numero di cittadini per ogni farmacia (da 4.000 a 3.000 ad es.)? Questa è la scelta coraggiosa, ci sarebbero oltre 20.000 nuove farmacie ovvero oltre 40.000 nuovi posti di lavoro con una redistribuzione dei guadagni saoprattutto nelle grandi città dove i farmacisti sono eccessivamente miliardari e quasi semplici commercianti. (dico quasi semplici in quanto, con tutto il rispetto per gli altri titoli stiamo parlando di una tra le cinque lauree più difficili da ottenere - la C.E ha stabilito che il grado di complessità della laurea in CTF è seconda solamente ad ingegneria aerospaziale con una media laureati di 200 unità l'anno ed un'abbandono nel quinquennio del 95% degli studenti-). Insomma chi ha fatto questi studi penso che sia il primo a non essere contento di lavorare a 1000 euro al mese in una struttura non sanitaria senza tutele eguali ad altri farmacisti. Un'ultima cosa: Bersani non ha fatto un passo avanti ma 100 dietro... se da un lato ha concesso alle cooperative (non fatemi credere che sarà il negozietto ad assumere il farmacista) i farmaci da banco (sono un ventesimo del guadagno netto delle farmacie) dall'altro ha dato la possibiltà ad uno già titolare di farmacia di poter essere titolare di più farmacie sia per acquisto che per concorso... secondo voi chi può permettersi di comprare una farmacia media (valore circa 5 miliardi di lire) se non proprio chi ha già enormi ricchezze casomai dovute proprio alla sua professione da farmacista? Secondo voi chi ha un punteggio alto da poter vincere una farmacia a concorso? Il farmacista neolaureato o chi è titolare di farmacia da 30 anni con un punteggio per concorsi esponenziale? Se per voi questo è il coraggio di Bersani che ha smosso le acque dico che invece la situazione smuoverà le rendite di due situazioni: I farmacisti multimiliardari a cui gli verrà data illimitata possibilità di ulteriori farmacie e le grosse cooperative che con quel risparmio che spetta alle cooperative credo che continueranno a finanziare il giornale ed il partito di Bersani piuttosto che ridistribuire quegli utili per fini realmente cooperativi. Un termine quello di cooperative che ha assunto da decenni un significato completamente diverso e solo di facciata..