IL MISTERO DEI "NOTAV"

Messaggio n°88 del 04/07/2006

IL MISTERO DEI "NOTAV"

Forse pecchiamo di immodestia se diciamo che più di un anno fa avevamo previsto che i cosiddetti "Notav" avrebbero esteso le loro proteste anche contro le tratte Tav Milano-Verona-Venezia e Milano-Genova.
Curiosi questi Notav.
Le loro proteste si estendono solo al Norditalia e solo contro quelle tratte che non sono dirette verso Roma.
Curioso poi che non siano riportate dai media le proteste contro le tratte Tav del Meridione, assolutamente meno utili di quelle del Nord. La Lombardia da sola ha il 50% di tutto il traffico ferroviario "nazionale" (!) e produce il 25% del PIL e non è ancora interessata ad alcuna tratta Tav in attivazione a breve.
Curioso poi l'accanimento contro l'alta velocità ferroviaria e non contro le autostrade (il cui impatto ambientale è parecchio superiore) o contro gli ipermercati, centri commerciali, tangenziali di ogni sorta il cui danno all'ambiente sommato è ben superiore a quello procurato dalle nuove linee ferroviarie.
Un caso (clinico) a parte è costituito dal ministro Pecoraro Scanio. Ora, noi non abbiamo nulla contro ministri gay, trans o dediti ad altre paturnie. Tuttavia è inaccettabile che per questo citrullo QUALSIASI opera pubblica (eccetto il ponte sullo Stretto, ma non poteva perdere la faccia!) da Roma in giù sia finanziabile, accettabile, utile allo sviluppo. Mentre, per costui, qualsiasi altra opera da Roma in su è inutile, dannosa per l'ambiente, frutto d i "inciuci" e tangenti di ogni sorta.
Perché non crediate che per la Tav Roma-Napoli, l'unica tratta in funzione e l'unica da non fare, poiché le due città erano già unite da quattro binari, non siano state pagate tangenti alla Camorra. La Tav Roma-Napoli non lavora, tanto che hanno già dovuto applicare delle promozioni. Per i cittadini del Nord oltre al danno la beffa. Andare dall'Urbe alla città del Vesuvio a 300 all'ora costa meno che andare da Milano a Verona a 90 all'ora!
E della Tav Napoli-Salerno, città natale del ministro dell'ambiente, non se ne parla, non serve ma la costruiranno. A Nord si parla di Tav ma se ne fa niente. E cosa pensare dell'autostrada senza pedaggio Salerno-Reggio Calabria per rifare la quale stanno massacrando 400km di Appennino, come farebbero per la Tav Torino-Lione con le Alpi.
I Notav sono degli strani personaggi, sbandati e fannulloni anarchici-comunisti-insurrezionalisti (gia la mistura di questi termini indica che si tratta di una burla) che per il loro tornaconto, continuare a fare nulla, di opporrebbero a qualsiasi cosa.
E' una operazione strettamente pianificata per fare credere si tratti di opposizioni locali "federaliste".
Non si spiegherebbe semplicemente perché nel Sud si stanno tranquillamente erigendo DECINE di grandi opere (tra autostrade, ferrovie, porti ecc.) senza un minimo di opposizione o di carenza di finanziamenti. Possibile che quelle opere siano tutte urgenti, indispensabili, dagli appalti cristallini, e non dannose per l'ambiente?
Non si spiega come mai NON ci sia l'opposizione verso le grandi opere in direzione Nord-Sud, quelle che "uniscono il paese", ma solo verso quelle in direzione Est-Ovest o dirette verso l'estero.
E vedrete anche che di autostrade realizzeranno solo quelle verso Sud, cominciare dalla "variante di valico" tra Bologna e Firenze. Ed avrete notato che ad evidenziare le proteste contro la TAV sono i media prettamente romani come "la Repubblica" o La7 ora che la "loro" TAV è stata ultimata.
Questo dovrebbe suggerirvi qualcosa?
Che tutte queste proteste "casualmente" emergano sotto governi sinistrorsi romanofili che cercano l'appiglio per stoppare le spese nelle regioni secondo loro "ricche".
Se un governo è costretto ad inventarsi dei Notav significa che è messo proprio male, stanno finendo i quattrini.
Non è più un mistero.
Perché i Notav, mettetevelo in testa, sono sponsorizzati dallo stato italiano (lato sinistro) perché esso non ha più soldi.
Il rialzo dei tassi, dato il colossale debito pubblico italico, sta terrorizzando il "padoascoppiato" ministro dell'economia. Hanno paura di perdere il controllo sul mastodontico debito pubblico e per distrarre le masse "pecoronizzate" hanno escogitato, tra l'altro, la questione dei taxi, oltre che per favorire l'ingresso degli immigrati nel settore come gia avvenne per la liberalizzazione del commercio. Ma questione di nessun interesse per i lavoratori a 900 euro al mese e per i pensionati ammutoliti dai continui aumenti delle tariffe domestiche.
Davvero non capiamo come si possa "far ripartire il paese", stando a Romano Prodi, penalizzando le infrastrutture delle regioni che da sole tengono la baracca tricolorata dentro il G7, ancora per poco in verità.
E sia chiaro che noi pensiamo che il Mezzogiorno abbia bisogno di infrastrutture, ma necessita sapere che le infrastrutture, "andreottianamente" parlando, non si "contano", ma si "pesano" (nota 1). E' necessario dare un valore ponderale maggiore, una priorità alle opere in rapporto all'effetto sulla efficienza competitiva delle regioni che interessano.
La questione Tav è il vero paradosso italico, di come uno stato al collasso stia investendo per grandi opere di scarso impatto economico e stia invocando opposizioni "locali" per frenare il fondamento dello sviluppo nelle zone economicamente trainanti nella sfida globale. Di come abbia fatto l'italiatta a stare tra i "sette grandi" per così tanto tempo nonostante una classe politica del tutto incompetente in campo economico.
Questo sì che è un mistero!
La Storia dovrà correggere se stessa. E si correggerà.

Nota: di Domenico Gatti
Nota 1: Ai tempi della Democrazia Cristiana, Giulio Andreotti amava dire che i voti congressuali, delle varie correnti, non si contavano bensì si "pesavano".

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