La marijuana non conduce a consumi di sostanze piu' pesanti
Secondo la ricerca condotta dall'universita' di Pittsburgh, durata 12 anni, la marijuana non sarebbe una droga che conduca a consumi di sostanze piu' pesanti.
Nella ricerca sono stati seguiti 214 ragazzini tra i 10-12 anni, consumatori occasionali di sostanze legali e non. Al 22esimo anno di eta', sono stati suddivisi in tre gruppi: i consumatori di alcol e tabacco, quelli che hanno iniziato con l'alcol e il tabacco, facendo seguire la marijuana (seguenza di traino di una sostanza con un'altra), e quelli che hanno iniziato a consumare la marijuana e dopo alcol e tabacco (sequenza opposta).
Quasi un quarto dei consumatori di sostanze legali e illegali, 28 ragazzi, hanno mostrato una tendenza a consumare prima la marijuana e dopo il tabacco e l'alcol, e questi non hanno mostrato alcuna predisposizione a sviluppare una dipendenza maggiore, verso sostanze illegali, di coloro che hanno iniziato in maniera tradizionale, ossia prima con l'alcol e tabacco e poi con le droghe.
La ricerca e' stata pubblicata sull'"American Journal of Psychiatry".
Test: Fumare per un mese 168 spinelli al dì
Dopo aver letto un annuncio sul giornale, Patrick Lanzing, un giovane scrittore di San Francisco, si presentò come volontario per partecipare ad un test medico, organizzato con un contributo statale di 358.000 dollari, dal dott. Reese T. Jones, in un ospedale cittadino.
Il dottor Jones era abbastanza noto per aver sostenuto, in un dibattito televisivo con l’antropologa Margaret Mead, che la marijuana è molto dannosa.
Quanto segue è estratto da un articolo che Lanzing ha pubblicato sulla sua esperienza.
“Il nostro studio – disse il dott. Jones ai volontari convenuti per l’esperimento – “serve a scoprire gli effetti di alte dosi di marijuana sull’uomo. I soggetti consumeranno un estratto di liquido di marijuana e THC per via orale. Le dosi (sottoforma di pillole) verranno assunte nell’arco delle ventiquattro ore e le prove dureranno 30 giorni.”-
“Probabilmente l’aspetto peggiore dell’esperimento è costituito dal sconfinamento in un’ala del reparto psichiatrico per tutto il periodo del test. Avere dei pazzi come vicini per un mese è motivo sufficiente perché si sviluppino paranoie anche nei soggetti più normali.”
Coloro che avevano risposto all’annuncio e desideravano partecipare all’esperimento vennero sottoposti ad esami clinici e a test psicologici. Uno si alzò e chiese al dottor Jones: “Se voi considerate pericoloso il fumo della marijuana, perché fate un esperimento con dosi così elevate?”
“Per vedere quanta marijuana ci vuole per farvi star male”- rispose il dottore scaldandosi in volto. Il compenso era di 25 dollari al giorno. Per partecipare era necessario firmare un documento in cui i soggetti si accollavano tutte le responsabilità, compreso il rischio di “convulsioni e morte”. Se si interrompeva prima dei 30 giorni, il compenso scendeva a 2,50 dollari al giorno.
Ecco il racconto di Lanzing (riassunto):
“Le pillole venivano ingoiate sette volte al giorno, compreso una doppia dose a mezzanotte ed una dose alle 4 del mattino. Un’ora dopo ogni dose il corpo era percorso da onde di energia, come se avessimo preso dell’anfetamina; era impossibile restare tranquilli. Dopo la doppia dose di mezzanotte e quella delle quattro del mattino il riposo notturno rassomigliava al sonno di chi si addormenta sotto il solleone. La mattina le mani tremano e vanno per conto loro. Durante gli esami del cuore, mentre facevo un esercizio muscolare richiesto dall’esame, mi sono sentito così debole e fuori di me che non ho potuto terminare l’esercizio. Se un oggetto in movimento passa attraverso il mio campo di visione, lascia una traccia come la scia di un jet. L’udito diventa acutissimo, una sofferenza.”
Dal diario del primo giorno:
“Mi sveglio alle due e mezza del mattino con la sensazione che il mio corpo è in uno stato di tensione estrema. Gambe e braccia hanno delle contrazioni spasmodiche, e i muscoli della schiena e del petto sono talmente contratti che ho paura di soffocare. I muscoli guizzano per conto loro, e il corpo si agita in disordine. Cerco di trascinarmi fino alle docce, sperando che sotto l’acqua calda i muscoli si rilassino. Dopo tre quarti d’ora i crampi si calmano, ma io seguito a tremare come se mi trovassi nudo nella neve. Mi trovo seduto sul letto a parlare con un aiutante del reparto di psichiatria: -“E’ già successo altre volte, sta tranquillo che ti passa”.- Più tardi nella mattinata la stessa cosa succede a Mike, un amico. Crampi, convulsioni, paura. Lasciati andare, rilassati dice Mike a se stesso, e il cuore che sembra impazzito rallenta di colpo. Batte un colpo, si ferma, due colpi rapidi, si ferma. Prima che riprenda a battere mike si accascia svenuto. Diciamo al dottor Jones cosa pensiamo del suo esperimento, e la dose ci viene ridotta. Nei sette giorni seguenti ognuno di noi ha due crisi come quelle della prima notte, ma di intensità minore.”-
A quante sigarette di Marijuana corrispondevano le sette pillole quotidiane di estratto?
Secondo il dottor Jones la dose giornaliera corrispondeva “ad 80 spinelli del tipo normale a San Francisco”, mentre secondo il Dr. Sanford Feinglass, altro esperto di droghe, la dose quotidiana corrispondeva a 168 spinelli medi. “Vi hanno somministrato estratto di marijuana ad un ritmo paragonabile a fumare uno spinello ogni otto minuti e mezzo, 24 ore al giorno, per quattro settimane”.
Questo esperimento, noto come il test dell’Istituto Langley-Porter (1974) è durato diversi anni, è costato un mucchio di soldi, e ha dimostrato solo che la marijuana è innocua oltre ogni limite praticamente pensabile.