Originariamente Scritto da
Grifo
Non c'è scritto perchè la storia del ventennio è stata piegata alle esigenze del dopoguerra, intendendo sia dei vincitori sia dei vinti che dovevano recuperare le parti irrinunciabili della rivoluzione fascista (intendo ad esempio gli istituti sociali, quelli finanziari, il ruolo dello Stato nell'economia) dovendo allo stesso tempo far fede di antifascismo.
Comunque, la Massoneria venne messa fuorilegge rapidamente, perchè si comportava come contropotere occulto operante soprattutto nel mondo delle banche e della finanza. E il regime non poteva tollerare opposizioni al proprio disegno di riordinameno economico che doveva trarre l'Italia fuori dal disastro del dopoguerra.
Diciamo che, coerentemente, in Italia comandava il fascismo e quindi "governava" il fascismo, seppur con una politica di "compromesso" con le forze preesistenti. Ma questo compromesso non poteva intaccare quello che era il disegno complessivo di riordinamento dello Stato che il regime perseguiva. E questo sia nei confronti delle forze "esterne" al partito sia nei confronti delle frange interne dello stesso partito.
In particolare, per tornare al tema dei rapporti fra fascismo ed ebraismo, si deve dire che l'ebraismo italiano mai si pose in antitesi del regime (a parte quelle persone di fede antifascista) e nell'arco del primo decennio ('22/'32) si arrivò alla stabilizzazione dei rapporti, accettando in pieno gli ebrei (come si è visto) la legge di riforma delle comunità ebraiche e riconoscendosi in toto nello Stato italiano.
La Chiesa, dopo il lungo silenzio dal 1870 al 1929, tornò immediatamente alla pratica dell'antisemitismo (credendo che dopo la "Conciliazione" il regime gli concedesse un qualche primato, in materia religiosa, rispetto allo Stato)
Infatti, subito dopo la Conciliazione si chiese addirittura, da parte della stampa cattolica maggiormente antisemita (e appoggiata politicamente dai Gesuiti) l'espulsione degli ebrei o almeno la chiusura delle Sinagoghe.
Questa fu la risposta.
Dichiarazioni del 13 maggio 1929 di Mussolini alla Camera
- Questo carattere sacro di Roma noi lo rispettiamo. Ma è ridicolo pensare, come fu detto, che si dovessero chiudere le sinagoghe. Gli ebrei sono a Roma dai tempi dei Re; forse fornirono gli abiti dopo il ratto delle sabine. Erano cinquantamila ai tempi di Augusto e chiesero di piangere sulla salma di Giulio Cesare. Rimarranno indisturbati.
Questo non significa affatto che Mussolini fosse diventato filo-israelita, ma semplicemente che rivendicava allo Stato il potere decisionale in ogni settore della vita politica e sociale, e così come aveva sistemato la "questione Romana" dei rapporti con la chiesa allo stesso modo aveva sistemato i rapporti fra lo Stato e l'ebraismo italiano.
Insomma il Fascismo non aveva pregiudiziali contro alcuno, ma pretendeva che ogni forza si riconoscesse nello Stato. I massoni si erano messi contro e vennero combattuti, la mafia era contro e fu combattuta. Col Vaticano si fece la Conciliazione e con gli ebrei non ci fu neanche bisogno di conciliarsi.