domenica 9 luglio 2006
Pagina 65 - Economia
Prezzi, privilegi e licenze in eredità
il governo nel fortino dei farmacisti
Domani vertice da Prodi. La categoria: abbiamo un ruolo sociale
Continua il confronto dell´esecutivo con i settori liberalizzati
Bersani: "Per ora dagli incontri nessuna novità che consigli correzioni"
LUCA IEZZI
ROMA - Vincoli per tenere basso il numero delle farmacie; un mercato, al dettaglio e all´ingrosso, riservato a pochi privilegiati; persino l´ereditarietà del diritto alla professione sancita per legge. Nel caso dei farmacisti il decreto-Bersani punta ad eliminare tutti questi vantaggi corporativi. Così, domani, nell´incontro dei rappresentanti di categoria con il presidente del Consiglio, Romano Prodi, le resistenze saranno fortissime: «Si accettano suggerimenti, ma l´impianto del decreto non sparisce» ha chiarito il ministro per la Salute, Livia Turco, mentre il ministro per lo Sviluppo, Pierluigi Bersani, ha sottolineato come dagli incontri tecnici con le varie categorie coinvolte nella riforma (notai, avvocati, farmacisti...) al momento «non siano emerse novità tali da suggerire modifiche». Quanto ai tassisti, domani riprenderà la trattativa e Bersani ha ribadito la disponibilità ad eventuali modifiche del decreto solo a fronte del potenziamento del servizio.
Tornando ai farmacisti, dalle carte dei tecnici del governo emerge la volontà di riuscire dove hanno fallito Antitrust, Commissione Europea e Corte di Giustizia del Lussemburgo. Innanzitutto maggiore concorrenza per abbassare i prezzi dei farmaci, visto che finora le aperture hanno avuto effetti irrisori. Con il decreto i farmaci non soggetti a prescrizione medica finiranno sui banchi dei supermercati. Per salvaguardare l´informazione dei consumatori dovranno essere presenti farmacisti e i medicinali saranno esposti in spazi appositi. Su questo punto una prima richiesta di correzione arriva da Giacomo Leopardi presidente della federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi): «La lista dei farmaci vendibili deve essere molto più corta. Alcuni hanno dosaggi vicini a quelli per cui è obbligatoria la prescrizione».
A favorire la discesa dei prezzi altre due disposizioni: l´eliminazione del vincolo allo sconto massimo e quello per i grossisti di mantenere grandi scorte indipendentemente dalle vendite. Ma soprattutto nella scelta dei farmaci, l´obiettivo del decreto è quello di favorire i generici, vale dire quelle medicine che hanno gli stessi effetti terapeutici, ma non essendo «di marca» hanno prezzi più bassi.
Aspetto più nascosto del business delle farmacie è quello del commercio all´ingrosso. I farmacisti lamentano che con il decreto si rinuncia alla «funzione sociale» del farmacista, ovvero quella della consulenza e del rapporto personale con i pazienti, per privilegiare l´aspetto affaristico. In realtà proprio i farmacisti sfruttando l´attuale normativa si sono trasformati in imprenditori al riparo della concorrenza. Infatti, mentre le società di distribuzione non possono aprire farmacie, è concesso il contrario e circa la metà (8100 su 15.978) dei farmacisti controllano oltre 40 società che riforniscono i loro stessi negozi. «Si tratta solo di accordi funzionali per aiutare le farmacie più piccole» è la difesa della categoria, ma secondo le stime gestiscono il 34% del mercato nazionale con un giro d´affari di 5 miliardi di euro.
Le nuove disposizioni semplificano: riduzione delle incompatibilità grossista-dettagliante e piena libertà di apertura di farmacie (a favore dei giovani professionisti oggi condannati ad un destino da commessi). Gli iscritti all´ordine saranno imprenditori potendo aprire più di un negozio anche in province diverse. Tra l´altro, la rimozione al limite dei punti vendita supera un contenzioso arrivato fino alla Corte del Lussemburgo, passando per la Corte Costituzionale, e generato dalla privatizzazione delle farmacie comunali. Unico caso di «catene» di farmacie, il passaggio a soci privati metteva in crisi la normativa e il principio «un farmacista-un punto vendita». Anche in questo caso la soluzione, trovata dalla Consulta e condannata dalla Corte Ue, è favorevole ai farmacisti: sono stati riconosciuti come gli unici titolati a creare società e cooperative per subentrare nella gestione.
Se gli esponenti di categoria paventano la sparizione delle vecchie farmacie, l´effetto reale potrebbe essere un aumento dei punti vendita anche per la sparizione della più anacronistica delle disposizioni: il diritto dell´erede di un farmacista (anche se immediatamente non iscritto all´ordine) a mantenere il diritto alla proprietà e alla titolarità della licenza fino al trentesimo anno o per i 10 anni successivi alla morte.