Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Giacobino 1799
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    Predefinito Come le famiglie dei lavoratori hanno perso potere d'acquisto

    17-07-2006
    Famiglie, potere d'acquisto e concorrenza
    Vincenzo Atella


    Nei dibattiti pubblici, si parla spesso della perdita di potere d’acquisto lamentata da molte famiglie italiane. Come sovente accade in questo tipo di discussioni, e con qualche responsabilità dei mass media, i luoghi comuni tendono a trasformarsi in “solide” teorie che distolgono il discorso dai veri nodi del problema.



    Cosa è accaduto



    Che negli ultimi anni si sia verificata una considerevole perdita di potere d’acquisto delle famiglie italiane è un fatto oggettivo e difficilmente controvertibile. Ciò che è accaduto nell’ultimo quinquennio è la somma di due fenomeni distinti:

    i) una crescita molto limitata dei redditi disponibili in termini nominali per alcune fasce della popolazione;

    ii) una dinamica inflativa in controtendenza rispetto a quanto era accaduto prima del 2000, anche in questo caso non uguale per tutti.

    La loro combinazione ha generato consistenti effetti di natura redistributiva, e ha contribuito a creare non poche tensioni sociali.

    I dati dell’indagine della Banca d’Italia sui redditi delle famiglie mostrano che tra il 2000 ed il 2004 i redditi delle famiglie sono aumentati del 13,6 per cento in termini nominali e solo del 3,1 per cento in termini reali. (1) Disaggregando per tipologia di reddito, si nota che i redditi dei lavoratori autonomi sono cresciuti di circa il 15 per cento in termini reali, mentre quelli dei lavoratori dipendenti sono diminuiti di quasi il 4 per cento e che sono i lavoratori dipendenti con stipendi medio-bassi quelli che hanno risentito maggiormente di tale avversa congiuntura.

    Dal lato dei prezzi, alcune analisi (disponibili anche sul sito www.lavoce.info) hanno testimoniato il livello di eterogeneità con il quale l’inflazione ha colpito le famiglie italiane. Se l’inflazione “media” è stata abbastanza contenuta, per particolari tipologie di famiglie i tassi sono stati fino a due o tre volte superiori. E questa situazione non è stata momentanea, ma è perdurata nel tempo

    da www.lavoce.info

  2. #2
    Hanno assassinato Calipari
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    Il capitalismo è un fallimento. Permette alla benzina di aumentare senza un senso logico, i prezzi del petriolo odierni dipendono dal fatto che vengono fatti aumentare artificialmente, e noi paghiamo. I costi di estrazione e la disponibilità sono identici a quelli degli anni scorsi.

  3. #3
    Speriamo non sia tardi
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    Il capitalismo è un fallimento. Permette alla benzina di aumentare senza un senso logico, i prezzi del petriolo odierni dipendono dal fatto che vengono fatti aumentare artificialmente, e noi paghiamo. I costi di estrazione e la disponibilità sono identici a quelli degli anni scorsi.
    Che le compagnie petrolifere speculino sul prezzo è vero, ma sul prezzo influiscono anche altri fattori:

    -geopolitici (guerre i medioriente, instabilità in Nigeria)

    -economici (se la produzione è la stessa di qualche anno fa allora l'aumento del prezzo si spiega visto il notevole incremento di richiesta da parte dei paesi emergenti, in primis Cina e India)

    -inevitabili (tratto da Wikipedia.it):

    "Studi intorno alle riserve di petrolio

    Per riserve di petrolio si intende la quantità di idrocarburi liquidi che si stima potranno essere estratti in futuro dai giacimenti già scoperti.
    Generalmente i volumi che potranno essere estratti da giacimenti non ancora scoperti sono denominati risorse. La determinazione delle riserve è condizionata dalle incertezze tecniche ed economiche. Le incertezze tecniche derivano dal fatto che i volumi di idrocarburo contenuti nel giacimento sono stimati quasi esclusivamente attraverso dati ottenuti con metodi indiretti (tra i più diffusi la prospezione sismica e le misure di proprietà fisiche delle rocce nei pozzi).
    Le informazioni dirette sono necessariamente poche, se confrontate con l'eterogeneità delle rocce serbatoio, in quanto provengono dalla perforazione dei pozzi che è molto costosa.
    Le incertezze di tipo economico includono la difficoltà di poter prevedere l'andamento futuro dei costi di estrazione e dei prezzi di vendita dell’idrocarburo (mediamente la vita produttiva di un giacimento è di 15-20 anni). Anche la disponibilità commerciale di nuove tecnologie di estrazione è difficilmente prevedibile con totale sicurezza.
    Il livello di incertezza sulle riserve è quindi massimo quando vengono stimati quanti idrocarburi saranno scoperti in futuro, diminuisce nel momento della scoperta e durante il periodo produttivo e diviene nullo quando le riserve del giacimento sono azzerate in quanto tutti gli idrocarburi estraibili sono effettivamente stati prodotti.

    Il grado di aleatorietà delle riserve è espresso attraverso la loro classificazione secondo categorie definite.
    Esistono diversi schemi di classificazione, quella della SPE (Society of Petroleum Engineers) è internazionalmente diffuso e distingue tra Risorse (idrocarburi non ancora scoperti o non commerciali) e Riserve (idrocarburi scoperti e commerciali). Le Riserve infine sono classificate come certe, probabili e possibili secondo un grado di incertezza crescente.
    Questo stesso schema è stato inserito all’interno del sistema di classificazione delle risorse naturali, esclusa l’ acqua, pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2004 sotto il nome di United Nations Framework Classification (UNFC).

    L’impossibilità di calcolare esattamente la quantità di riserve e di risorse da spazio a diverse previsioni più o meno ottimistiche.

    Nel 1972 uno studio autorevole, commissionato al MIT dal Club di Roma (il famoso Rapporto sui limiti dello sviluppo), affermò che nel 2000 sarebbero state esaurite circa il 25% delle riserve mondiali di oro nero. Purtroppo il rapporto fu frainteso, e i più pensarono invece che predicesse la fine del petrolio entro il 2000. La situazione oggi appare più grave di quanto il MIT avesse predetto. Dai dati pubblicati annualmente dalla BP si rileva che la quantità di petrolio utilizzata dal 1965 al 2004 è di 116 miliardi di tonnellate, le riserve ancora disponibili nel 2004 sono valutate in 162 miliardi di tonnellate. Con questi valori si può facilmente calcolare che, escludendo i nuovi giacimenti che saranno scoperti nei prossimi anni, è già stato consumato il 42% delle riserve inizialmente disponibili, in altre parole si avvicina il momento del raggiungimento del "picco" dell'estrazione. Secondo la BP, il petrolio disponibile è sufficiente per circa 40 anni a partire dal 2000, supponendo di continuarne l'estrazione al ritmo attuale, quindi senza tenere conto della continua crescita della domanda mondiale, che si colloca intorno al 2% annuo. Ma al momento dell'estrazione dell'ultima goccia di petrolio, l'umanità dovrà già da tempo aver smesso di contare su questa risorsa, in quanto man mano che i pozzi si vanno esaurendo la velocità con cui si può continuare ad estrarre decresce, costringendo a ridurre i consumi o utilizzare altre fonti energetiche.

    Diversi altri studi hanno in tutto o in parte confermato queste conclusioni; in particolare sono da menzionare quelli del geologo americano Marion King Hubbert (vedi anche picco di Hubbert) e in seguito, a partire da questi, quelli di Colin Campbell e Jean Laherrère.

    Secondo questi studi la quantità di petrolio estratto da una nazione segue una curva a campana e la massima estrazione di greggio per unità di tempo la si ha quando si è prelevato metà di tutto il petrolio estraibile. Questo è quanto si è verificato negli USA (i 48 stati continentali - lower 48 - esclusa l' Alaska) in cui la produzione di petrolio ha avuto un massimo nel 1971 (circa 9 milioni di barili al giorno) e poi è declinata come in una curva a campana secondo quanto previsto da Hubbert.

    Altri studi di diversa matrice (in gran parte di economisti) sostengono che la tecnologia continuerà a rendere disponibili per l'industria idrocarburi a basso costo e che sulla Terra ci sono vaste riserve di petrolio "non convenzionale" quali le sabbie bituminose, gli scisti bituminosi, e i gas liquefatti (NGL) che consentiranno nel futuro l'uso del petrolio per un periodo di tempo ancora molto lungo."

  4. #4
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    si ,,,,,, ma vuoi mettere???
    ùpensa che hanno finanziato le missioni di guerrapace all'estero........
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  5. #5
    Speriamo non sia tardi
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    Citazione Originariamente Scritto da cciappas
    si ,,,,,, ma vuoi mettere???
    ùpensa che hanno finanziato le missioni di guerrapace all'estero........
    Sarebbe interessante quantificare quanto ci è costata la guerra in Iraq quando facciamo il pieno.

  6. #6
    Hanno assassinato Calipari
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    alex: non essere superficiale. Quali sarebbero i motivi geopolitici, visto che i prezzo si decide alla borsa di new york? La produzione soddisfa la domanda, l'aumento non ha senso. E la Cina cresce da 20 anni, si sono accorti solo adesso?

  7. #7
    Hanno assassinato Calipari
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    Citazione Originariamente Scritto da Alex il Rosso
    Sarebbe interessante quantificare quanto ci è costata la guerra in Iraq quando facciamo il pieno.
    50%

 

 

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