(ANSA) - ROMA, 20 lug - "Lo dico con pacatezza a Prodi e
D'Alema, ma anche al mio partito: non c'è fiducia che tenga se
non si smette di considerare noi 'dissidentì come degli
irresponsabili da cacciare magari dal Parlamento o dagli stessi
partiti". È quanto afferma Gigi Malabarba, senatore della
Sinistra Critica del Prc.
"Fateci esprimere la nostra legittima contrarietà alle
missioni di guerra, dateci in questi giorni un segnale di
discontinuità reale. Ossia dialogate con noi - continua
Malabarba - senza paura di delegittimazione nei confronti di chi
ha raggiunto faticosi quanto insufficienti accordi: in gioco
c'è la guerra e non la reputazione di qualcuno". Allora, "ma
solo allora, la maggioranza sarà tale anche al Senato", dice
il senatore di Rifondazione.
"Nessuno pensi di avere già in tasca risultati ottenuti in
base a pressioni o ricatti - ribadisce Malabarba - anzi, quei
metodi ottengono l'esatto contrario. Discutiamo, mettendo da
parte l'odioso pregiudizio che il voto sulle missioni di guerra
è solo un pretesto per indebolire Rifondazione: io al mio
partito tengo molto e non mi ritengo più pacifista del mio
segretario, che anzi sta compiendo un grande sforzo per impedire
una svolta centrista nell'Unione, svolta in stadio già
particolarmente avanzato".
"Vedo rispetto a noi atteggiamenti dialoganti qui e là
nella sinistra e vorrei incoraggiarli. Tutti insieme, abbassando
i toni e senza pretendere andate a Canossa di nessuno, possiamo
fare un passo in avanti nella ricostruzione di un forte
movimento contro la guerra - conclude l'esponente del Prc - sia
nelle battaglie parlamentari che nel paese". (ANSA).
(ANSA) - ROMA, 20 lug - Il senatore del Prc Fosco Giannini, a
differenza di alcuni degli otto dissidenti sull'Afghanistan che
hanno assicurato il loro voto se sarà posta la fiducia, non
prende posizione e, a chi gli chiede cosa farà in aula,
risponde: "Dobbiamo vedere la natura del provvedimento, la
discussione in aula, lo stato delle cose, è presto per
esprimersi. Non possiamo mettere una pietra tombale...".
Il senatore del Prc sostiene che ci vuole "un
riconoscimento, un atto formale del governo" nei confronti del
dissenso pacifista per poter votare come il resto del
centrosinistra. Nel caso in cui il governo non dovesse chiedere
la fiducia, Giannini non ha dubbi che il suo sarebbe un "no
netto e forte" perchè "sul punto della guerra non si può
demordere".
"Sono d'accordo con quanto dice Gino Strada. In questo
momento in Afghanistan gli americani bombardano la popolazione
per cercare Bin Laden". "Dobbiamo trovare - sostiene il
senatore del Prc - tutte le possibilità affinchè si apra un
processo reale di uscita strategica dall'Afghanistan".
Giannini, che è segretario del Prc di Ancona, si dice,
comunque, soddisfatto della battaglia che su questi temi sta
conducendo la sinistra radicale perchè "abbiamo allargato la
coscienza del problema, l'assemblea a Roma di sabato scorso è
stata un successo e anche alla Camera ci sono state forme di
dissenso. Non siamo isolati".(ANSA).