Originariamente Scritto da
Lepanto
Nella storia il saccheggio o addirittura la caduta di Roma in mani nemiche ha sempre avuto un valore simbolico molto alto. Probabilmente è uno di quei rari eventi storici che assumono un valore simbolico enorme, superiore alla loro stessa realtà. Il sacco o la caduta di Roma hanno dato sempre luogo ad un confuso coacervo di sensazioni e di considerazioni che sono però utili per tentare di capire cosa Roma ha rappresentato nella storia e in che modo ha influito nello sviluppo del pensiero umano.
La prima "violazione" della città Eterna risale al 390 a.C. quando le truppe sénoni guidate da Brenno calarono sulla città. La conquista e il saccheggio di Roma da parte di Brenno venne registrata negli annali con il nome di Clades Gallica, ossia catastrofe gallica. Ne danno testimonianza Polibio (II, 18, 2), Livio (V, 35-55), Diodoro Siculo (XIV, 113-117) e Plutarco (Camillo, 15, 32).
I Galli saccheggiarono Roma e occuparono la città per alcuni mesi. Infine stremati dalla carestia e dalle epidemie, i Romani strinsero un accordo con gli invasori: si impegnarono al pagamento di un riscatto di mille libbre d'oro per la liberazione della città, il cosiddetto aurum gallicum.
Nella notte del 24 agosto 410 d.C. qualcuno aprì nascostamente la Porta Salaria ai 500.000 Visigoti che per la terza volta in tre anni cingevano di assedio Roma. Iniziò così il secondo saccheggio della Città Eterna, rimasta inviolata dai tempi di Brenno. Nonostante tutto, Roma incuteva rispetto agli invasori e nei tre giorni di saccheggio Alarico impartì l'ordine di non uccidere alcuno (nonostante questo, perdite umane ve ne dovettero essere, e ingenti) e di risparmiare i luoghi di culto e mise sotto la propria tutela Papa Innocenzo I. Questi vide impotente sotto i suoi occhi lo scempio in cui cadde la città, compiuto non tanto dai Goti stessi, quanto dagli ex schiavi (liberati l'anno prima) assetati di vendetta. Il sacco del 410 condotto dai visigoti di Alarico ebbe una immediata risonanza in tutto l'Impero, avvertito come evento epocale, venne visto da sant'Agostino come segno della prossima fine del mondo o della punizione che Dio infliggeva alla capitale del paganesimo.
Nel 455 approfittando della crisi dell'Impero d'Occidente rimasto senza guida per la morte di Ezio e di Valentiniano III, Genserico, re dei Vandali, sbarcò sulle coste del Lazio. Dopo tre giorni di assedio, Roma priva di truppe valide, si arrese. Grazie all'intercessione di Papa Leone I, Roma non fu messa a ferro e fuoco, ma subì un saccheggio sistematico, che durò 14 giorni.
Roma rivisse il terrore e l'orrore del saccheggio e dell'occupazione molto tempo dopo, nel 1527 quando le truppe dei lanzichenecchi al soldo dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo calarono su Roma. Il sacco ebbe un grave costo per la città: vi furono 20.000 vittime, oltre a danni incalcolabili sul patrimonio, anche artistico, della città.
Questo per quanto riguarda quello che storicamente viene detto "sacco di Roma". Non ho voluto inserire le varie occupazioni militari di roma (francese, sabauda, tedesca ed americana) perchè credo non siano attintenti con la categoria del saccheggio, anche se francesi e tedeschi quando andarono via portarono in patria più di qualche souvenir...