Originariamente Scritto da
massimiliano
ineccepibile dal punto di vista dell'analisi economica, anche se uno sguardo al mercato legale mi fa pensare che la rigidità del mercato dipenda da altri fattori, non tanto dalla presenza di minimi.
Mi spiego.
In primo luogo i minimi sono veramente da fame, considerati i costi di gestione di uno studio legale, quindi non fungevano da barriera verso il basso nella competizione.
Comunque, i minimi erano di fatto derogabili in buona parte dei casi (dimenticandosi delle voci nella notula, o con interpretazioni "buoniste" delle tariffe) e derogati dove la forza contrattuale del cliente era maggiore di quella del professionista (es.: banca che ti affida 100 pratiche l'anno, ma vuole un prezzo di favore)
Non credo quindi che l'abolizione dei minimi possa da sola portare ad una riduzione effettiva delle tariffe praticate, nè che permetta una concorrenza basata sul prezzo, se non in misura quasi insignificante, perchè il mercato è afflitto da una rigidità strutturale (data dal rapporto intuitu personae che caratterizza il legame cliente-avvocato e dall'organizzazione di lavoro di molti studi, che non promuove l'attività del giovane avvocato). Al contrario, la pubblicità potrebbe essere uno strumento molto più potente per attivare la concorrenza, e, di conseguenza, rimodellare anche le tariffe.