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2001
Nel 2001 Francesco Tabladini viene incaricato da Bossi di creare una Rifondazione leghista per recuperare i padani anti-berlusconiani. L'ex capo dei senatori lùmbard eseguì l'ordine, ma poco dopo viene espulso dal movimento.
1998
Nel 1998 l'allora leader della Liga Veneta Fabrizio Comencini, sempre su suggerimento di Bossi, trattò con Galan per inserire l'autonomia del popolo veneto nello statuto regionale. Mentre l'accordo stava per essere concluso il Senatùr prese le distanze da Comencini, accusandolo di voler minare l'unità del Carroccio
MILANO. Forse è stato un colpo di testa di mezza estate. Ma chi conosce bene Umberto Bossi sa che dietro ogni proposta, seppur indecente, c'è sempre qualcosa. Poche settimane fa il Senatùr ha chiamato Roberto Calderoli, ex ministro delle Riforme, per chiedergli di fare un partito nuovo. Sì, un movimento d'ispirazione leghista, autonomista, nordista, insomma come il Carroccio, che però ritorni a parlare di secessione. Cioè che dica qualcosa in più di padano. La Lega è troppo stretta nella morsa di Berlusconi. Servirebbe un blitz per liberarsi del Cavaliere e tornare a fare politica in autonomia. Ed ecco l'idea: creareunafotocopia del partito di Bossi, in grado ovviamente di recuperare i voti degli indipendentisti che, piano piano, stanno ripensando la loro appartenenza alla Lega. Un peccato, visto che tanti delusi non vanno neanche più a votare. Meglio quindi sarebbe cercare di recuperarli in un neopartito padanista. «Perché non ci provi?», ha chiesto Bossi a Calderoli. Così si troverebbe anche il pretesto per iniziare a smantellare il mondo delle associazioni che, a detta dello stesso vicepresidente del Senato, portano via decine di migliaia di euro senza però un ritorno in termini di consensi. Per non parlare della televisione, TelePadania. Un altro ramo infruttifero. Inoltre la Lega due riuscirebbe di fatto a neutralizzare i ribelli, sia quelli riuniti nel Fronte Indipendentista Padano di Max Ferrari, che quelli rimasti nel partito mapronti a dare battaglia contro i "colonnelli" e lo stesso Bossi. Calderoli però ha preso tempo. Poco, a dire il vero. E ha detto no. Grazie. Per due motivi. Il primo è strategico: con Aldo Brancher e Giulio Tremonti, sta lavorando alla creazione dell'asse azzurroverde per arrivare all'autonomia del Lombardo-Veneto. In sostanza Lega e Forza Italia faranno pressione sui governatori di Venezia, Giancarlo Galan, e di Milano, Roberto Formigoni, per chiedere più competenze allo Stato centrale. Un'operazione che, in caso di un assenso da parte di Prodi & C., potrebbe passare con una semplice legge ordinaria. Senza quindi quorum e referendum. Il secondo motivo del gran rifiuto sembra più personale. Calderoli deve aver fatto mente locale e pensato ai precedenti dirigenti leghisti che hanno percorso questa strada. Per esempio: Francesco Tabladini. Nel 2001 era stato incaricato dal Senatùr di dar vita a una Rifondazione leghista, con l'obiettivo di recuperare i padani anti-berlusconiani. L'ex capo dei senatori lùmbard eseguì l'ordine. Poco dopo fu espulso. E che dire di Fabrizio Comencini: nel 1998 l'allora leader della Liga Veneta, sempre su suggerimento di Bossi, trattò con Galan per inserire l'autonomia del popoloveneto nello Statuto regionale. Ma mentre l'accordo stava per essere siglato, il Senatùr, da Mosca, dov'era andato a conoscere l'ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky, scomunicò Comencini, accusandolo di voler minare l'unità del Carroccio. Ecco perché Calderoli ha rifiutato l'alto incarico: meglio non rischiare di rimanere fuori casa. E senza chiavi. A conti fatti però il segretario federale non è riuscito a curare i mal di pancia della base. Il referendum fallito e il rinvio di Pontida a data da destinarsi hanno scoraggiato ancora di più i militanti alla ricerca di una svolta. Per tenerli buoni Calderoli ha comunque chiesto scusa sulla Padania agli elettori leghisti. Si è poi deciso di dare il via alla stagione dei congressi. E infine l'ultimo consiglio federale avrebbe deciso di destinare un milione di euro ai soci dell'ex CrediEuronord. Peccato però che gli azionisti della banca leghista siano sotto di qualche milione. E allora? Meglio evitare contestazioni a viso aperto. Si studia così il rinvio della cerimonia dell'ampolla sul Monviso e della festa dei popoli padani a Venezia, celebrata ogni anni a metà settembre per ricordare la dichiarazione d'indipendenza della Padania. Quest'anno ricorre il decennale. Chi lo festeggerà?
Giuliano Zulin
Livero 23/07/06