OraZZZio !
OraZZZio !
Fra poco andrò ad abbonarmi, up!
Innanzitutto, ho apprezzato lo spazio dato al testo, davvero eccellente, di Di Dario. Mi è poi particolarmente piaciuta l'intervista a Ernesto Roli, in cui si mostra come ci si può considerare seguaci di Romualdi e dell'origine nordica degl'indoeuropei senza però cadere negli eccessi di un Felice Vinci e in una sindrome ''anti-mediterranea''.
Ma è ovvio che i due ''perni'' del numero sono gli articoli di Consolato e D'Uva.
Avendo letto il testo di D'Anna, sono assolutamente concorde con la critica di Consolato. E' ora di smontare pezzo a pezzo certa ''scolastica guénoniana'' e di mostrare i ''metodi'' di tale scolastica.
Il testo di D'Uva è ancor più importante, perché coglie e soprattutto confuta uno dei nessi davvero cruciali dell'opera guénoniana, cioè la presunta legittimità tradizionale del giudeo-cristianesimo derivante dal rapporto Melchisedech-Re Magi [rappresentanti questi ultimi dell'Agarttha] sviluppato ne ''Il re del mondo''.
Per finire ho apprezzato di meno il brano di Marc'Aurelio, ma solo per mia personale ''antipatia'' per lo stoicismo.
Bello il ricordo di Cattabiani.
Mi fa piacere infine segnalare l'articolo sul neoplatonico Thomas Taylor [1758-1835], presente nel n° 21. Credo sia importante mostrare come il mondo anglo-americano non si riduca solo alla triade ''puritani-ebrei-capitalisti''.
Ciao