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Discussione: "Il sale della terra"

  1. #1
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    "Il sale della terra", in colloquio con Peter Seewald, 1997,


    “Il sale della terra”, in colloquio con Peter Seewald, 1997, Edizioni San Paolo, pag.143-144, 298-299



    Oggi sembra spesso che la schiera di coloro che frequentano ancora la messa, partecipano alle pro­cessioni e si esprimono positivamente nei confronti della Chiesa, sia vista dalla maggioranza come un gruppetto esotico. E persino questo ultimo resto deve avere sempre di più l'impressione di vivere, con le proprie idee cristiane, in una realtà che non ha più nulla a che fare con il mondo nel quale loro vivono quotidianamente. Ma, allora, il processo di decadenza non è forse già più drammatico di quanto si possa credere?

    Sicuramente, in questo momento è in atto un enorme processo di perdita di importanza della realtà cristiana e anche un cambiamento di forma della presenza della Chiesa. L'esistenza di una società cristiana, come era in passato, si frantuma a vista d'occhio. Per questo anche il rapporto tra società e Chiesa continua a cambiare e presumibilmente si evolverà in direzione di una forma di società non cristiana. Quel che ha luogo nella fede, non produrrà più automaticamente un effetto innovativo sulla coscienza collettiva della società.

    L'ambito centrale della vita contemporanea è ora effettivamente quello delle innovazioni economiche e tecniche. Proprio qui ‑ e in maniera del tutto particolare nel settore dell'intrattenimento dei media ‑ si forma il linguaggio, è qui che nascono i modelli di condotta. Si tratta, per così dire, dell'ambito medio dell'esistenza umana, cui ci si rivolge nei grandi movimenti di masse. Detto ciò, la religione non è affatto scomparsa, ma si è spostata nell'ambito del soggettivo. La fede è allora tollerata come una delle forme soggettive di religiosità, oppure mantiene un certo spazio come fattore culturale.

    Ma, d'altra parte, il cristianesimo offrirà in modo nuovo dei modelli di vita e, nella desolazione dell'esistenza tecnica, tornerà a presentarsi come un luogo di umanità reale.É quanto accade già ora. Si possono trovare sempre delle obiezioni contro i singoli movimenti ecclesiali, come i Neocatecumenali, i Focolarini o altri ancora, ma in essi si deve comunque osservare che qualcosa di nuovo sta cominciando. Qui il cristianesimo è presente come avvenimento di novità e viene percepito, da persone che spesso vi arrivano da molto lontano, come la possibilità di vivere, e di poter vivere in questo secolo. Di conseguenza, è chiaro che la funzione pubblica della Chiesa non sarà più la stessa, quale si presentava fino a oggi in forma di commistione tra Chiesa e società, ma essa continuerà sempre a essere visibile, anche pubblicamente, come una nuova possibilità per l'uomo.

    …..
    Per quasi 1500 anni la trasmissione della fede e l' educazione cristiana hanno potuto avvalersi del sostegno offerto dall'ambiente cristiano circostante. Oggi nelle scuole, nei mezzi di comunicazione, nelle istituzioni sociali non esiste più questo ambiente. I valori della Chiesa e le idee del mondo moderno sembrano procedere in direzioni sempre più distanti tra loro. Come potrà essere ancora possibile in futuro la comunicazione e l'affermazione dei progetti dì vita e di salvezza della Chiesa?
    Come Lei ha giustamente detto, perché questo avvenga c'è bisogno di un ambiente cristiano. É un dato che esprimerei in questo modo: non si può essere cristiani da soli, essere cristiani significa porsi all'interno di comunità in cammino. Anche un eremita fa parte di una tale comunità e ne è sostenuto. Per questo la Chiesa deve preoccuparsi di creare queste comunità. La cultura sociale europea e americana non offre più questa comunità in cammino. Tutto ciò ci riporta alle domande precedenti: come la Chiesa vivrà in questa società visibilmente scristianizzata? Essa dovrà costituire nuove forme di comunità in cammino, capaci di offrirsi un sostegno reciproco e una forma concreta di vita nella fede.

    Il solo ambiente sociale oggi non basta più, non esiste più un'atmosfera cristiana diffusa. Per questo i cristiani devono sostenersi reciprocamente. Si vedono già altre forme, « movimenti » di diverso tipo, con cui prendono forma delle vere comunità in cammino. É indispensabile un rinnovamento del catecumenato, che renda possibile l'esercizio, la scoperta della realtà cristiana; una via potrà essere quella di porsi in rapporto con delle comunità monastiche, dove vivere esperienze di cristianesimo. In altre parole, se la società nella sua totalità non è più un ambiente cristiano, come non lo è stata anche nei primi quattro o cinque secoli, è la Chiesa stessa che deve costruirsi delle cellule vitali, degli spazi in cui siano possibili un sostegno e un cammino comune, rendendo concretamente sperimentabile e praticabile all'interno di una realtà più piccola la grande realtà vitale della Chiesa.

  2. #2
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    A 15 anni di distanza niente di nuovo sotto il sole.
    Profetico e Sconcertante





    P.S. - senape parte per una missione urgente, va in vacanza un abbraccio e un saluto CIAOOOOO

  3. #3
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    Sempre più forte è il tentativo di arginare la fede Cristiana ad un fatto esclusivamente privato.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da senape Visualizza Messaggio
    A 15 anni di distanza niente di nuovo sotto il sole.
    Profetico e Sconcertante
    Lo sconcerto è che una grossa frangia del cattolicesimo, vuole ritornare al bigottismo post - industriale credendo di risolvere il problema: desacralizzazione, scristianizzaione, crisi di fede, chiaro che indietro socialmente parlando non si torna.
    Ma l'esodo dalla società rurale verso le grandi città industralizzate prima di tutto ha spaccato le vecchie famiglie allargate, che di fronte alle difficoltà sociali, si è prodotta una società secolarizzata che si è dissociata da Dio e i figli che ne sono nati, sono allo sbando, senza punti di riferimento, senza valori, etica e morale.

    Che non sia l'inizio della fine come qualcuno profetizza........mah!!!

  5. #5
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    «Figlia mia, esclamò [Gesù] sospirando, quanta ingratitudine e malizia vi è nel mondo! I peccatori continuano a vivere nella loro pertinace ostinazione di peccati; mio Padre non vuole più tollerarli. Le anime vili e fiacche non si fanno nessuna forza per vincere la loro carne. Le anime afflitte cadono in sgomento e disperazione. Le anime ferventi a poco a poco s’intiepidiscono. I ministri del mio Santuario….(E qui Gesù si chetò e dopo qualche minuto riprese)….Io do continuamente lume e forza; ed essi invece…. Continuamente dalle creature non ricevo che ingratitudine e sconoscenze, l’indifferenza va ogni giorno crescendo, nessuno si ravvede. Ed io dal cielo non faccio che grazie e favori a tutte le creature, luce e vita alla Chiesa, virtù e potere a chi la dirige.. ……Con tutto ciò quale corrispondenza trovo dalle mie creature che tanto ho amate?

    ..Nessuno cura più il mio amore, il mio cuore è dimenticato, è come se io non avessi avuto amore per essi, come se per essi non avessi patito nulla, come se fossi a tutti sconosciuto…. Me ne rimango quasi sempre solo nelle chiese, e se molti si adunano, hanno ben altri motivi, e devo soffrire di vedere la mia chiesa ridotta in un teatro di divertimento; molti vedo che sotto ipocrite sembianze mi tradiscono con comunione sacrileghe. Gesù avrebbe continuato; ma io fui costretta a dire: Gesù, Gesù, non reggo più! potessi » Riprese di nuovo Gesù: « Figlia, ho bisogno di anime che mi rechino tanto consolazione, quanto tante creature mi recano dolore. Ho bisogno di vittime e vittime forti…….mi occorrono anime che coi loro patimenti, tribolazioni e disagi, suppliscano ai peccatori e gli ingrati » .


    Cfr. " Estasi, Diario, Autobiografia, scritti vari "
    di Santa Gemma Galgani
    Colloqui estatici e altri scritti: ed. anastatica Postulazione C.P. del 1988

  6. #6
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    IL PAPA PAOLO VI ALLE COMUNITA NEOCATECUMENALI


    Vaticano (Udienza) 08/05/1974



    Die 8 mali 1974, concludendo coetus internationales in "Domus Maria" Roma peractos, circiter 500 participantes, laici et sacerdotes, ex Europa' regionibus provenientes, Audientiam Pontificiam participaverunt. Paulus VI illos his verbis allocutus est:





    Salutiamo il gruppo di sacerdoti e di laici che rappresentano il movimento delle Comunità Neocatecumenali, convenuti a Roma da molte diocesi d'Italia e di altri Paesi per un convegno sul tema della evangelizzazione nel mondo contemporaneo, lo stesso che sarà preso in esame dalla prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi.
    Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività!



    Sappiamo che nelle vostre comunità voi vi adoperate insieme a comprendere e a sviluppare le ricchezze del vostro Battesimo e le conseguenze della vostra appartenenza a Cristo. Tale impegno vi porta a rendervi conto che la vita cristiana non è altro che una coerenza, un dina
    mismo permanente che derivano dall'aver accettato di essere con Cristo e di prolungare la Sua presenza e la Sua missione nel mondo.



    Questo proposito, mentre per voi è un modo consapevole e autentico di vivere la vocazione cristiana, si traduce anche in una testimonianza efficace per gli altri, in uno stimolo alla riscoperta e al recupero di valori cristiani veri, autentici, effettivi che potrebbero altrimenti restare quasi nascosti e sopiti e quasi diluiti nella vita ordinaria.
    No! Voi li mettete in evidenza, in emergenza e date loro uno splendore morale veramente esemplare proprio perché, così, con questo spirito cristiano, voi vivete questa comunità neocatecumenale.



    Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di "dopo Battesimo" che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al Battesimo.
    Voi lo portate dopo: il prima o dopo, direi, è secondario. II fatto è che voi mirate all'autenticità, alla pienezza, alla coerenza, alla sincerità della vita cristiana. E questo è merito grandissimo, ripeto, che ci consola enormemente e che ci suggerisce e ci ispira gli auguri, i voti e le benedizioni più copiose per voi, per quanti vi assistono e per quanti voi potete col vostro saluto e col vostro messaggio salutare da parte nostra.
    Siamo lieti di sapervi animatori di queste riprese di coscienza in tante parrocchie. Siamo lieti in modo particolare di sapere che in ogni vostra iniziativa siete sommamente attenti alla dipendenza dai vostri pastori e alla comunione con tutti i fratelli. Per questa sensibilità ecclesiale - che è sempre garanzia della presenza edificatrice dello Spirito - vi rivolgiamo il nostro incoraggiamento.

    http://www.camminoneocatecumenale.it/all/papa.asp?id=21

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da giacomina Visualizza Messaggio
    Cfr. " Estasi, Diario, Autobiografia, scritti vari "
    di Santa Gemma Galgani
    Colloqui estatici e altri scritti: ed. anastatica Postulazione C.P. del 1988
    Commovente , non hai di meglio, te ne sarei grato

  8. #8
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    UDIENZA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II AGLI ITINERANTI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE


    Sala Clementina - Città del Vaticano 24/01/1997



    II Papa a ricevuto in udienza gli itineranti del Cammino Neocatecumenale. Durante l'incontro svoltosi nella Sala Clementina, il Santo Padre ha pronunciato il seguente discorso:
    Carissimi Fratelli e Sorelle!
    1. Siate i benvenuti nella casa del Papa! Vi saluto con affetto, cari itineranti laici e sacerdoti, insieme con i vostri responsabili, iniziatori del Cammino Neocatecumenale. La vostra odierna visita mi è di grande conforto.
    So che venite direttamente dal raduno che avete avuto al Monte Sinai e sulle sponde del Mar Rosso. Per varie ragioni è stato, questo, per voi un momento storico. Avete scelto come luogo del vostro ritiro spirituale un luogo altamente significativo nella storia della salvezza, un luogo quanto mai adatto per ascoltare e per meditare la parola di Dio e per meglio capire il disegno del Signore nei vostri confronti.
    Avete voluto in questo modo commemorare i trent'anni di vita del Cammino. Quanta strada avete fatto con l'aiuto del Signore! Il Cammino ha visto in questi anni uno sviluppo e una diffusione nella Chiesa veramente impressionanti. Iniziato tra i baraccati di Madrid, come l'evangelico granellino di senapa è diventato, trent'anni dopo, un grande albero, che s'estende ormai in più di 100 paesi del mondo, con presenze significative anche tra i cattolici di Chiese di rito orientale.
    2. Come ogni anniversario, anche il vostro, visto alla luce della fede, si trasforma in occasione di lode e di ringraziamento per l'abbondanza dei doni che il Signore ha concesso in questi anni a voi e, per mezzo vostro, a tutta la Chiesa. Per molti l'esperienza neocatecumenale è stata un cammino di conversione e di maturazione nella fede attraverso la riscoperta del battesimo come vera fonte di vita e dell'Eucaristia come momento culminante nell'esistenza del cristiano: attraverso la riscoperta della parola di Dio che, spezzata nella comunione fraterna, diventa lu ce e guida della vita; attraverso la riscoperta della Chiesa come auten tica comunità missionaria.
    Quanti giovani e ragazze grazie al Cammino hanno pure scoperto la propria vocazione sacerdotale e religiosa! La vostra odierna visita offre una felice opportunità anche a me per unirmi al vostro canto di lode e di ringraziamento per le «grandi cose» (magnalia) che Dio va operando nell'esperienza del Cammino.
    3. La sua storia si iscrive nel contesto di quella fioritura di movimenti e di aggregazioni ecclesiali che costituisce uno dei frutti più belli del rinnovamento spirituale avviato dal Concilio Vaticano li. Tale fioritura è stata ed è tuttora un grande dono dello Spirito Santo ed un luminoso segno di speranza alla soglia del Terzo Millennio. Sia i pastori che i fedeli laici devono saper accogliere questo dono con gratitudine, ma anche con senso di responsabilità, tenendo conto che «nella Chiesa, tanto l'aspetto istituzionale, quanto quello carismatico, tanto la Gerarchia quanto le Associazioni e Movimenti di fedeli, sono coessenziali e concorrono alla vita, al rinnovamento, alla santificazione, sia pure in modo diverso» (Ai partecipanti al Colloquio Internazionale dei Movimenti ecclesiali: Insegnamenti, voi. X/1, 1987, 478).
    Nel mondo di oggi, profondamente secolarizzato, la nuova evangelizzazione si pone come una delle sfide fondamentali. I movimenti ecclesiali, che si caratterizzano appunto per il loro slancio missionario, sono chiamati ad un impegno speciale in spirito di comunione e di collaborazione. Nell'Enciclica Redemptoris missio ho scritto a questo proposito: «Quando si inseriscono con umiltà nella vita delle Chiese locali e sono accolti cordialmente da vescovi e sacerdoti nelle strutture diocesane e parrocchiali, i movimenti rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l'attività missionaria propriamente detta. Raccomando, quindi, di diffonderli e di avvalersene per ridare vigore soprattutto tra i giovani, alla vita cristiana» (n. 72).
    Per questo motivo, per l'anno 1998, che nel quadro della preparazione al Grande Giubileo è dedicato allo Spirito Santo, ho auspicato una comune testimonianza di tutti i movimenti ecclesiali, sotto la guida del Pontificio Consiglio per i Laici. Sarà un momento di comunione e di rinnovato impegno a servizio della missione della Chiesa. Sono sicuro che non mancherete a questo appuntamento tanto significativo.
    4. Il Cammino Neocatecumenale compie trent'anni di vita: l'età direi, di una certa maturità. Il vostro raduno al Sinai ha aperto davanti a voi in un certo senso una tappa nuova. Opportunamente, pertanto, avete cercato di rivolgere il vostro sguardo con spirito di fede non solo verso il passato, ma anche verso l'avvenire, interrogandovi su quale sia il disegno di Dio nei confronti del Cammino in questo momento storico. Il Signore ha messo nelle vostre mani un tesoro prezioso. Come viverlo in pienezza? Come svilupparlo? Come condividerlo ancora meglio con gli altri? Come difenderlo da vari pericoli presenti o futuri? Ecco alcune del le domande che vi siete posti, come responsabili del Cammino o come itineranti della prima ora.
    Per rispondere a queste domande, in un clima di preghiera e di profonda riflessione, avete iniziato al Sinai il processo della stesura di uno Statuto del Cammino. È un passo molto importante che apre la strada verso il suo formale riconoscimento giuridico, da parte della Chiesa, dando a voi una ulteriore garanzia dell'autenticità del vostro carisma. Come sappiamo, « il giudizio sulla loro (dei carismi) genuità e sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono» (Lumen gentium, 12). Vi incoraggio a portare avanti il lavoro iniziato, sotto la guida del Pontificio Consiglio per i Laici, e in maniera speciale del suo Segretario, Mons. Stanislaw Rylko, qui presente con voi. Su questa strada vi accompagno con la mia particolare preghiera.
    Prima di concludere vorrei consegnare ad alcune sorelle una croce come segno della loro fedeltà alla Chiesa e della loro completa dedizione alla missione evangelizzatrice. Il Signore Gesù sia il vostro conforto ed il vostro sostegno nei momenti di difficoltà. La Vergine Santissima Madre della Chiesa, vi sia modello e guida in ogni circo stanza.
    Con questo augurio, imparto a voi qui presenti ed a quanti sono impegnati nel Cammino Neocatecumenale la mia affettuosa Benedizione.


  9. #9
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    É un dato che esprimerei in questo modo: non si può essere cristiani da soli, essere cristiani significa porsi all'interno di comunità in cammino. Anche un eremita fa parte di una tale comunità e ne è sostenuto. Per questo la Chiesa deve preoccuparsi di creare queste comunità. La cultura sociale europea e americana non offre più questa comunità in cammino. Tutto ciò ci riporta alle domande precedenti: come la Chiesa vivrà in questa società visibilmente scristianizzata? Essa dovrà costituire nuove forme di comunità in cammino, capaci di offrirsi un sostegno reciproco e una forma concreta di vita nella fede.

    Il solo ambiente sociale oggi non basta più, non esiste più un'atmosfera cristiana diffusa. Per questo i cristiani devono sostenersi reciprocamente. Si vedono già altre forme, « movimenti » di diverso tipo, con cui prendono forma delle vere comunità in cammino. É indispensabile un rinnovamento del catecumenato, che renda possibile l'esercizio, la scoperta della realtà cristiana; una via potrà essere quella di porsi in rapporto con delle comunità monastiche, dove vivere esperienze di cristianesimo. In altre parole, se la società nella sua totalità non è più un ambiente cristiano, come non lo è stata anche nei primi quattro o cinque secoli, è la Chiesa stessa che deve costruirsi delle cellule vitali, degli spazi in cui siano possibili un sostegno e un cammino comune, rendendo concretamente sperimentabile e praticabile all'interno di una realtà più piccola la grande realtà vitale della Chiesa.


    ***

    Peter Seewald:

    http://translate.google.com/translat...3DG%26pwst%3D1

  10. #10
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    DA "Papa Ratzinger blog":

    http://paparatzinger-blograffaella.b...g-gnswein.html

    Cerca giacomina, cerca, la Parola dei Santi non ci contraddice ma ci esalta, quella dei Papi ci conferma, lo Spirito Santo ci protegge.
    Un consiglio? Non ti illudere su questo Papa, avrai delle sorprese

 

 
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