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Discussione: Libertà religiosa

  1. #11
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    1- La Regalità Sociale di Cristo non è questione di semplice politica estera e pastorale.
    2- Nella Dignitatis Humanae si afferma chiaramente che è meglio essere Cristiani perché è la vera Religione...ma non stiamo parlando di questo, rimaniamo sul tema che è sufficente per comprende il perché è impossibile fare l'Atto di Fede.
    3- Nella Dignitatis Humanae si dice che è di Rivelazione Divina, siamo quindi alla "fonte prima"...se non è tema quindi di Fede e Morale questo, vuol dire che non abbiamo la possibilità di definire neanche da dove iniziare a parlare.

    9. Quanto questo Concilio Vaticano dichiara sul diritto degli esseri umani alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità della persona, le cui esigenze la ragione umana venne conoscendo sempre più chiaramente attraverso l'esperienza dei secoli. Anzi, una tale dottrina sulla libertà affonda le sue radici nella Rivelazione divina, per cui tanto più va rispettata con sacro impegno dai cristiani. Quantunque, infatti, la Rivelazione non affermi esplicitamente il diritto all'immunità dalla coercizione esterna in materia religiosa, fa tuttavia conoscere la dignità della persona umana in tutta la sua ampiezza, mostra il rispetto di Cristo verso la libertà umana degli esseri umani nell'adempimento del dovere di credere alla parola di Dio, e ci insegna lo spirito che i discepoli di una tale Maestro devono assimilare e manifestare in ogni loro azione. Tutto ciò illustra i principi generali sopra cui si fonda la dottrina della presente dichiarazione sulla libertà religiosa. E anzitutto, la libertà religiosa nella società è in piena rispondenza con la libertà propria dell'atto di fede cristiana.

    Dal testo pare che sia Iddio stesso a volere che l'uomo sia lasciato libero di scelta in base alla propria coscienza di aderire al male pur sapendolo e questo in foro esterno. Se accettiamo questo, ovvero che la coscienza individuale venga prima della dottrina di Dio, non abbiamo più la possibilità neanche di sapere cosa sia lecito e illecito se non per un comune sentire di un determinato gruppo di persone o consorzio umano, ecc. La Dignitatis Humanae toglie Cristo dalla società, come preciso vollero fare i principi liberali della Rivoluzione Francese. Perché opporsi ad essi allora? sbagliavano i cattolici, la Chiesa? o prima con la protesta di Lutero (che poi mica negava che Cristo è l'unico salvatore?). Oggi c'è poca differenza nell'abito mentale e nella vita pratica tra il cattolico che è apparentemente sottomesso a quello che appare come il Romano Pontefice (e magari dice dei cattolici sedevacantisti che sono dei ribelli) e il protestante. Sono entrambi liberi signori sopra ogni cosa e non è sottoposti a nessuno. E sono servi volenterosi in ogni cosa, e sottoposti ad ognuno (aggiungo, dei propri interessi).

    La libertà del cristiano per Lutero:
    Lutero venne scomunicato con una bolla papale conosciuta in Germania verso la fine di settembre del 1520. Egli non si preoccupò della scomunica e continuò a scrivere testi che sembravano volessero rompere definitivamente con Roma. Tuttavia un inviato pontificio lo convinse a scrivere al Papa. Lutero quindi inviò al pontefice un libretto intitolato “De libertate christiana”, in cui racchiuse “l’intera somma di una vita cristiana”:
    1. Lutero leggendo le lettere di San Paolo ai Romani arrivò a definire cosa era un cristiano: Un Cristiano è un libero signore sopra ogni cosa e non è sottoposto a nessuno. E’ un servo volenteroso in ogni cosa, e sottoposto ad ognuno.
    2. Per intendere queste due affermazioni dobbiamo considerare che il cristiano ha una doppia natura, quella interna spirituale e quella esterna corporale.
    3. La parte interna dell’anima, cioè quella spirituale, non dipende dalla sua parte esterna; per esempio se il corpo è sano non è detto che l’anima sia pia e, allo stesso modo, se il corpo è malato non è detto che essa sia malvagia.
    4. Per l’anima non è importate che il corpo indossi vestiti sacri o profani e nemmeno che faccia pellegrinaggi, preghiere e digiuni; infatti tutte queste pratiche non hanno alcun effetto sull’anima poiché esse possono essere svolte anche da uomini malvagi.
    5. Solamente la parola di Dio, cioè il Vangelo, è importante ed influente per l’anima. L’uomo infatti quando ha la parola di Dio non ha bisogno di nessun altra cosa: la Parola è luce, pane, sapienza, verità, giustizia e tutte le altre cose benigne. La punizione più grave per l’uomo è quando Dio ritira dal mondo il suo Vangelo, il dono più grande invece è quando Egli Lo manda sulla Terra.
    6. Tutto ciò che riguarda l’uomo porta alla perdizione e non è niente di fronte a Dio, l’unica cosa che porta alla salvezza è la lettura del Vangelo e la fede nei confronti del Signore: tale interpretazione venne data da Lutero leggendo le lettere di S. Paolo ai Romani, in particolare il versetto “Un perfetto cristiano vive soltanto della sua fede”.
    7. Il solo compito dei cristiani deve essere quello di formare, esercitare e fortificare la fede. Infatti una vera fede in Cristo è una ricchezza straordinaria poiché in essa si riassume l’osservazione di tutti i comandamenti: gli uomini non hanno bisogno di nient’altro se non credere in Cristo.
    8. Lutero si pose tale domanda: “come mai ci sono prescritte tante leggi da osservare nella Bibbia se poi basta unicamente avere fede per ricevere la pace eterna?” Per rispondere a ciò egli divise le Sacre Scritture in due “specie di parole”, i comandamenti e le promesse. Il Vecchio Testamento è costituito unicamente da leggi. Quest’ultime ci insegnano molte cose buone, ma secondo Lutero sono impossibili da osservare. Esse hanno solamente il compito di far notare all’uomo la sua incapacità nel compiere del bene e quindi fargli raggiungere la fede in Cristo.
    9. Dopo che l’uomo si è reso conto della sua impotenza attraverso i comandamenti, allora viene l’altra parola, la promessa divina: “credi in Cristo ed io ti prometto ogni grazia, giustizia, pace e libertà”. Così le promesse di Dio danno ciò che i comandamenti richiedono e compiono poiché ogni cosa è riassunta nella fede.
    10. Le parole di Dio sono sante, veraci, giuste, pacifiche, libere e piene di ogni bene. Perciò l’anima di coloro che si attengono ad esse con vera fede ottiene non solo tutte le virtù proprie della Parola ma diventa come un vero figlio di Dio, come dice Giovanni [1,11]: “Egli ha dato il potere di diventare figlioli di Dio a tutti quelli che credono nel suo nome”. Il vero potere della fede è quindi la sua somiglianza, più di ogni altra opera, alla Parola di Dio, anche perché essa, a differenza delle opere buone, può essere nell’anima. Così se un cristiano ha fede esso è libero e sciolto da tutti i comandamenti. Va comunque precisato che la libertà cristiana non è stare in ozio ma non aver bisogno di compiere opere per ottenere pietà e beatitudine.


    Su queste discussioni si tenta sempre o di minimizzare o di storicizzare il passato o di negare ad oltranza o semplicemnte di non dare importanza. La realtà tuttavia è chiara.

    Dal Concilio Ecumenico Vaticano II si afferma che in foro esterno nessuna religione è dimostrabile sia Vera e quindi abbia diritti sui consorzi umani (quantomeno a maggioranza di appartenenza ad essa), in foro interno invece si deve fare regnare Cristo, che però è il Cristo Liberale di Lutero (che è stato scomunicato anche per i principi che sosteneva). Chi dicesse (come ha fatto nei secoli proprio la Chiesa) che esiste una Regalità Sociale di Cristo oltre il foro interno, che è questione di conversione personale, andrebbe addirittura contro la Rivelazione Divina, che cosa stranissima solo adesso si interpreta bene anche se incontraddizione con il passato Magistero, che evidentemente sbagliava ed è quindi necessario scusarsi con il "mondo"...questa invece è una idea malata già condannata dal Magistero della Chiesa:

    V. La rivelazione divina è imperfetta, e perciò soggetta a processo continuo e indefinito, corrispondente al progresso della ragione umana.
    Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846.
    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.

    ...oggi ci si dovrebbe confessare, mentre invece solo poco tempo fa ci si doveva confessare se si sostenevano principi liberali, basta leggersi l'Enciclica Quanta Cura e Sillabo di S.S.PioIX . Quello che era peccato ieri non lo è più oggi, anzi viceversa.



  2. #12
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    Predefinito Proposizioni errate

    VII - Errori circa la morale naturale e cristiana

    LVI. Le leggi dei costumi non abbisognano della sanzione divina, né è necessario che le leggi umane siano conformi al diritto di natura, o ricevano da Dio la forza di obbligare.

    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.

    LVII. La scienza delle cose filosofiche e dei costumi, ed anche le leggi civili possono e debbono prescindere dall’autorità divina ed ecclesiastica.

    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.


    LVIII. Non sono da riconoscere altre forze se non quelle che sono poste nella materia, ed ogni disciplina ed onestà di costumi si deve riporre nell’accumulare ed accrescere in qualsivoglia maniera la ricchezza e nel soddisfare le passioni.

    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.

    Epistola encicl. Quanto conficiamur, 10 agosto 1863.

    LIX. Il diritto consiste nel fatto materiale; tutti i doveri degli uomini sono un nome vano, e tutti i fatti umani hanno forza di diritto.

    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.

    LX. L’autorità non è altro che la somma del numero e delle forze materiali.

    Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.

    LXI. La fortunata ingiustizia del fatto non apporta alcun detrimento alla santità del diritto.

    Alloc. Iamdudum cernimus, 18 marzo 1861.

    LXII. È da proclamarsi e da osservarsi il principio del cosidetto non-intervento.

    Alloc. Novos et ante, 28 settembre 1860.

    LXIII. Il negare obbedienza, anzi il ribellarsi ai Principi legittimi, è cosa logica.

    Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846.

    Alloc. Quisque vestrum, 4 ottobre 1847.

    Epist. Encicl. Nostis et Nobiscum, 8 dicembre 1849.

    Lett. Apost. Cum catholica, 26 marzo 1860.

    LXIV. La violazione di qualunque santissimo giuramento e qualsivoglia azione scellerata e malvagia ripugnante alla legge eterna, non solo non sono da riprovare, ma anzi da tenersi del tutto lecite e da lodarsi sommamente, quando si commettano per amore della patria.

    Alloc. Quibus quantisque, 20 aprile 1849.

    http://www.cattolicesimo.com/dottrin...20Syllabus.htm

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Sùrsum corda!

    9. Quanto questo Concilio Vaticano dichiara sul diritto degli esseri umani alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità della persona, le cui esigenze la ragione umana venne conoscendo sempre più chiaramente attraverso l'esperienza dei secoli. Anzi, una tale dottrina sulla libertà affonda le sue radici nella Rivelazione divina, per cui tanto più va rispettata con sacro impegno dai cristiani. Quantunque, infatti, la Rivelazione non affermi esplicitamente il diritto all'immunità dalla coercizione esterna in materia religiosa, fa tuttavia conoscere la dignità della persona umana in tutta la sua ampiezza, mostra il rispetto di Cristo verso la libertà umana degli esseri umani nell'adempimento del dovere di credere alla parola di Dio, e ci insegna lo spirito che i discepoli di una tale Maestro devono assimilare e manifestare in ogni loro azione. Tutto ciò illustra i principi generali sopra cui si fonda la dottrina della presente dichiarazione sulla libertà religiosa. E anzitutto, la libertà religiosa nella società è in piena rispondenza con la libertà propria dell'atto di fede cristiana.


    Riguardo allo scritto riportato, quando si fa riferimento alla "libertà religiosa", non mi pare si indichi il foro esterno. Si specifica semplicemente che all'uomo è stato donato il libero arbitrio che consiste nel poter rifiutare Dio (non tanto scegliere il male, quanto semplicemente non aderire al bene). Pertanto la Chiesa e la società non possono obbligare con la forza alla conversione. L'uomo ha il diritto di non convertirsi. Sicuramente, e su questo concordo con te, la società e la Chiesa devono permettere a chi non crede di non essere obbligato alla conversione, ma allo stesso tempo devono tutelare i propri fedeli e la fede stessa da attacchi di proselitismo delle altre religioni e pertanto, in foro pubblico, le altre religioni non devono essere tollerate, mentre possono essere accettate in foro interno.
    Ripeto, dallo scritto riportato non trovo affermazioni specifiche riguardo alla possibilità di compiere proselitismo, di erigere templi, di parificare le religioni all'interno della società et cetera. Semplicemente si rimarca quella "tolleranza religiosa" (l'errore forse è confondere i termini "libertà" e "tolleranza") che è sempre stata presente nella Chiesa.

    Per quanto riguarda la foto proposta, non ho nulla da scrivere: è una foto sicuramente molto molto equivoca. Il sommo "Pontefice" dovrebbe evitare di porsi in simili situazioni.

  4. #14
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    Non aderire al Bene è male. La Chiesa "conciliare" chiede la libertà religiosa per tutti i falsi credi alla pari in foro esterno dal CVII, questa falsa libertà è condannata dal Magistero della Chiesa Cattolica. Oggi la chiesa "conciliare" combatte la Regalità sociale di N.S.Gesù Cristo. Non ho interesse a ripetere cose già scritte, la discussione a mio parere (ma ovviamente spero che qualche forumista voglia inserirsi e continuare) ha dato quello che poteva. Si può capire come stanno le cose. Grazie per la proficua discussione. Prego tutti di attenersi a questo: http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=158081

  5. #15
    Vince te ipsum
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    Citazione Originariamente Scritto da Sùrsum corda!
    Non aderire al Bene è male. La Chiesa "conciliare" chiede la libertà religiosa per tutti i falsi credi alla pari in foro esterno dal CVII
    Infatti chi non aderirà al Bene e non seguirà la via salvifica di Nostro Signore Gesù Cristo, per sua stessa volontà, subirà l'inferno, grazie al libero arbitrio donato da Dio all'uomo. Su questo non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi che la Chiesa e la società debbano "tollerare" gli altri credi in foro interno in quanto all'uomo è stato donato il libero arbitrio di non aderire al Bene, senza però permettere che i falsi idoli vengano proposti in pubblico e attentino alla Fede ed al gregge cui deve tutelare la Santa Madre Chiesa.
    Stabilito ciò, su cui penso possa essere anche tu d'accordo, mi puoi riportare un passo di un documento magisteriale in cui si affermi la libertà religiosa in senso totale, quindi la parificazione delle religioni di fronte allo stato e la possibilità per tutti i credi di compiere in foro pubblico i propri riti? Ripeto, lo scritto che hai riportato sopra non mi pare evidenzi questa richiesta di uguaglianza religiosa che tu intendi.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Catocensorius
    Infatti chi non aderirà al Bene e non seguirà la via salvifica di Nostro Signore Gesù Cristo, per sua stessa volontà, subirà l'inferno, grazie al libero arbitrio donato da Dio all'uomo. Su questo non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi che la Chiesa e la società debbano "tollerare" gli altri credi in foro interno in quanto all'uomo è stato donato il libero arbitrio di non aderire al Bene, senza però permettere che i falsi idoli vengano proposti in pubblico e attentino alla Fede ed al gregge cui deve tutelare la Santa Madre Chiesa.
    Stabilito ciò, su cui penso possa essere anche tu d'accordo, mi puoi riportare un passo di un documento magisteriale in cui si affermi la libertà religiosa in senso totale, quindi la parificazione delle religioni di fronte allo stato e la possibilità per tutti i credi di compiere in foro pubblico i propri riti? Ripeto, lo scritto che hai riportato sopra non mi pare evidenzi questa richiesta di uguaglianza religiosa che tu intendi.
    Quello è solo un brano della Dignitatis Humanae, il testo è già di per se talora vago e taloro contraddittorio (anche solo l'ambiguità non è cosa possibile per la Chiesa). E' cosa dei cattolici credere che la Chiesa sia il Papa, e che quindi solo lui può interpretare le Scritture e proporre cose nuove (sempre senza contraddizione con il passato Magistero dei suoi predecessori) da credere ai fedeli (che devono essere guidati e protetti, non messi in condizione di difficoltà). I documenti del CVII sono stati interpretati per 40 anni sempre nella stessa maniera, prima Wojtyla e poi Ratzinger chiedono sempre libertà religiosa per tutte le religioni (loro stessi le nominano così, sappiamo però che solo una è la Religione e già di per se dire religioni è cosa non corretta) e prima già con Montini furono richiesti cambiamenti nel diritto positivo di quegli stati che avevano un concordato che dava esclusiva possibilità di predicazione e quindi "regalità" alla Chiesa Cattolica (vedesi il caso della Spagna, caso esemplare anche se non il solo). Oggettivamente mi pare impossibile interpretare la DH in un senso tale da rendere le cose come erano prima o come vorremmo noi due (che siamo nel giusto). Montini a modo suo lo disse: “l’autodemolizione della Chiesa”. Il Concilio Ecumenico Vaticano II è nato proprio per creare una nuova "pentecoste"...insomma una nuova Chiesa (che non è più quella di prima anche se vuole far credere di essere nel solco della Tradizione come dice il Ratzinger).

  7. #17
    Vince te ipsum
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    Non voglio protrarre all'infinito la discussione, ma ritengo che riguardi questioni talmente importanti che obbligano una dialettica il più possibile esaustiva.
    Come giustamente hai scritto, è compito della gerarchia ecclesiastica interpretare le Sacre Scritture (compresi gli scritti dello stesso Magistero ). Concordo che il Magistero non debba essere ambiguo ed un notevole cambiamento nel modo di proporre le decisioni del Magistero si può notare nell'ultimo quarantennio, proprio dall'ultimo concilio (la differenza tra le proposizioni nette e decise con conseguente anatema del concilio di Trento, ad esempio, rispetto alla prosa dell'ultimo, è molto forte). Specificato ciò, però, bisogna ricordare che non è sufficiente una semplice affermazione, per quanto pubblica, per trasformarla in "Verità". Se il Papa affermasse, durante l'Angelus, che la guerra non è più lecita per nessun motivo, senza far seguire tali parole da un documento del Magistero, tale affermazione sarebbe priva di qualsiasi valore "legale". Quindi, per quanto l'interpretazione del Papa sia sicuramente da prendere in massima considerazione, è la carta ad essere la base.
    Ti trascrivo uno stralcio del concilio di Trento.

    "Se qualcuno dirà che il rito della chiesa Romana, secondo il quale parte del canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da riprovarsi; o che la messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell’offrire il calice non debba esser mischiata l’acqua col vino, perché ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo, sia anatema.

    ...Anche se la messa contiene abbondante materia per l’istruzione del popolo cristiano, tuttavia non è sembrato opportuno ai padri che dovunque essa fosse celebrata nella lingua del popolo.
    Pur ritenendo, quindi, dappertutto l’antico rito di ogni chiesa, approvato dalla santa chiesa Romana, madre e maestra di tutte le chiese, perché, però, le pecore di Cristo non muoiano di fame, e i fanciulli chiedano il pane senza che vi sia chi possa loro spezzarlo (346), il santo sinodo comanda ai pastori e a tutti quelli che hanno la cura delle anime, di spiegare frequentemente, durante la celebrazione delle messe, personalmente o per mezzo di altri, qualche cosa di quello che si legge nella messa e, tra le altre cose, qualche verità di questo santissimo sacrificio, specie nei giorni di domenica e festivi."

    Come potrai leggere, dal testo non si evince che la lingua volgare sia bandita in eterno, ma semplicemente che, "al momento", non "sarebbe opportuno" estenderla a "qualsiasi" chiesa. Eppure, appena terminato il concilio, la lingua volgare fu bandita per eccesso di zelo. Nulla di male, ci mancherebbe. Però questo per far capire che spesso, in motli concili, c'è voluto tempo perche la gerarchia assimilasse davvero ciò che veniva stabilito e, spesso, se non sempre, dopo molti concili ci fu un periodo di dissidi, di liti teologiche, di interpretazioni (e pensare che un tempo gli scritti erano molto più categorici e difficilmente interpretabili).
    Anche l'attuale concilio non ha stabilito di bandire il latino. Eppure esso è stato quasi eliminato.

    Questo, quindi, per far capire come spesso il Magistero è mal interpretato, sia dai cattolici che poco lo conoscono, sia dagli stessi ecclesiastici, contando che ciò è avvenuto anche nel passato.

    Rileggendo la Dignitatis Humanae non trovo un'uguaglianza della Chiesa Cattolica con gli altri credi. Anzi, si ribdisce la supremazia della stessa. Semplicemente viene precisato, anche se informa ambigua e te ne rendo atto, che la religione non debba essere imposta, ma debba essere liberamente accolta dall'essere umano e pertanto, lo stato non deve porre in atto misure che pongano implicitamente una obbligata conversione del cittadino. Riguardo al foro pubblico, la dichiarazione afferma semplicemente che il fedele ha diritto a riunirsi per eseguire i suoi riti. Questo non significa accettare proselitismo pagano, ma semplicemente permettere in foro privato (perchè del resto rimano privato) l'esecuzione dei propri riti religiosi. Penso che gli ebrei, anche nella Roma papalina, potessero pregare e riunirsi per le loro feste, naturalmente nei loro edifici e non in piazza o mi sbaglio?

    Considera questa discussione un allenamento per migliorare la propria retorica e per eliminare eventuali tarli di dubbio (dopotutto l'avvocato del diavolo, ciò che sto facendo io in questo momento per te e ciò che fai tu per me, ha una sua utilità prevista dalla stessa Chiesa )

  8. #18
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    CITTA' DEL VATICANO, 28 SET. 2006 (VIS). L'Arcivescovo Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, è intervenuto ieri a New York alla LXI Sessione dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
    L'Arcivescovo Lajolo, già Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, ha affermato che la Santa Sede è favorevole alla riforma del sistema dell'Organizzazione delle Nazioni Unite in particolare riguardo ai temi della pace, dello sviluppo e dei diritti umani. "La necessità di migliorare il sistema per efficaci interventi umanitari" - ha detto il Presule - "nelle catastrofi causate dalla guerra, dai conflitti civili ed etnici, è una prova importante del piano di riforma dell'O.N.U.".
    In merito al tema dei diritti umani, l'Arcivescovo Lajolo ha sottolineato che la Santa Sede ritiene che "la promozione dei diritti umani sia una delle priorità dell'O.N.U. nel mondo" ed ha ricordato i tre diritti fondamentali più importanti: il diritto alla vita, alla libertà religiosa e il diritto di libertà di pensiero e di espressione comprendente la libertà di avere opinioni senza interferenze e di scambiare idee e informazioni, con il conseguente diritto della libertà di stampa.
    "Occorre riconoscere, tuttavia" - ha proseguito il Presule - "che non tutti i diritti fondamentali - ed in particolare i tre che ho sopra menzionato - sono adeguatamente salvaguardati in ogni nazione, anzi, in non pochi paesi, essi sono apertamente negati, anche in quegli Stati che fanno parte del Consiglio dei Diritti Umani".
    L'Arcivescovo Lajolo ha infine fatto riferimento alle reazioni dei musulmani di alcuni paesi al discorso che il Santo Padre ha tenuto all'Università di Regensburg il 12 settembre scorso ed ha affermato in proposito: "La reale intenzione di Benedetto XVI era quella di spiegare che 'la religione non ha niente a che vedere con la violenza, ma al contrario la religione si accorda con la ragione, nel contesto di una visione critica della società che cerca di escludere Dio dalla vita pubblica".
    "Tutte le parti interessate - la società civile e gli Stati - devono promuovere la libertà religiosa ed una sana tolleranza sociale che disarmi gli estremisti che rischiano di corrompere la società con il loro odio della vita e della libertà. Questo" - ha concluso l'Arcivescovo Lajolo - "sarà un contributo significativo alla pace fra i popoli, perché la pace può nascere soltanto nel cuore degli uomini".







    Giusto per ritornare in discorso. Anche in questo caso, seppur con l'ambiguità di cui si discetteva nei precedenti interventi, la Chiesa non ha nè parificato gli altri culti alla religione cristiana nè ha chiesto la possibilità di fare proselitismo per tutte le religioni. Ha chiesto "libertà religiosa", ma senza specificare in cosa veramente consista tale libertà.
    Dobbiamo capire che, a differenza di un tempo, ciò che la Chiesa afferma in foro pubblico ha un'eco motlo forte. Ammetto che sarebbe stato più corretto parlare di semplice "tolleranza religiosa" nei confronti delle altre religioni e di piena libertà per la religione cattolica, ma non ti sembra che ciò avrebbe portato a risentimenti religiosi e nazionalistici in stati confessionali musulmani e che l'opera cattolica in tali stati sarebbe stata ancora più duramente colpita di quanto già non lo sia? Al giorno d'oggi, forse, bisogna soppesare bene i termini quando si parla in assemblee come quella dell'ONU e cercare anche di non aumentare il fuoco che già divampa.
    Io ti domando quindi, ancora una volta, documenti che realemente richiedano, in foro esterno, la libertà religiosa. Perchè fino a quando i documenti sono interpretabili come questo che ho riportato, non si può affermare, a mio avviso, che la Chiesa abbia ufficialmente richiesto libertà religiosa totale per tutte le religioni, sconfessando ciò che in passato ha sempre sostenuto.

  9. #19
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    Ancora una volta, come dici giustamente te, non posso fare altro che ripetere quello che ho scritto sopra. Tuttavia non ho intenzione di farlo. A cosa serve? il tempo chi lo rende all'uomo? La risposta alla tua domanda la conosci, solo che non la vuoi accettare. Non sei l'unico. Il fatto è che la Verità è conoscibile da tutti e bastano semplici parole. Questo vale anche per la situazione attuale, nata dal Concilio Ecumeni Vaticano II.

  10. #20
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    Predefinito

    Mi permetto di fare alcune osservazioni. Catocensorius pone una questione legittima cui non viene data risposta. Dice cioè:
    "Rileggendo la Dignitatis Humanae non trovo un'uguaglianza della Chiesa Cattolica con gli altri credi. Anzi, si ribdisce la supremazia della stessa. Semplicemente viene precisato, anche se informa ambigua e te ne rendo atto, che la religione non debba essere imposta, ma debba essere liberamente accolta dall'essere umano e pertanto, lo stato non deve porre in atto misure che pongano implicitamente una obbligata conversione del cittadino. Riguardo al foro pubblico, la dichiarazione afferma semplicemente che il fedele ha diritto a riunirsi per eseguire i suoi riti. Questo non significa accettare proselitismo pagano, ma semplicemente permettere in foro privato (perchè del resto rimano privato) l'esecuzione dei propri riti religiosi. Penso che gli ebrei, anche nella Roma papalina, potessero pregare e riunirsi per le loro feste, naturalmente nei loro edifici e non in piazza o mi sbaglio?"

    Va detto che perchè vi sia contraddizione tra dottrina prcedente e dottrina attuale in tema di libertà religiosa non è necessario che la Chiesa affermi un'uguaglianza tra religione cattolica e gli altri credi.
    Il punto di contraddizione sta nel fatto che venga stabilito come principio che in materia religiosa ciascuno ha il diritto(!) di agire, privatamente e pubblicamente, secondo la propria coscienza. Quindi, ad esempio, la propaganda dell'errore è un diritto.
    Non si parla più di tolleranza, regime cui si è sempre ispirata la Chiesa, ma di diritto, appunto. Così mentre per il Magistero pontificio precedente l'errore, e chi diffonde l'errore, non ha diritto, ora il diritto di diffusione dell'errore è riconosciuto. Il che non è una cosa da poco.
    Il problema di fede sorge dal momento in cui si dice che questa nuova dottrina sulla libertà religiosa affonda le sue radici nella Rivelazione. Dunque, non è più semplicemente dottrina pastorale o di politica internazionale.
    Il discorso sul problema che sorge per compiere l'atto di fede non è affatto concluso ed è molto complesso.

 

 
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