In America il giornalismo almeno è stato cane da guardia, da noi è ridotto ad un ronzino...
Da Dagospia:




Farina - Pollari (foto Lapresse)


LA GRANDE RAGNATELA TRA I GIORNALISTI E PIO POMPA (IL TUTTOFARE DI POLLARI)
“SU ‘LIBERO’ UN OTTIMO PEZZO CHE VA A TOCCARE I NERVI SCOPERTI DI ‘REPUBBLICA’”
FARINA 00: “LA CIA AIUTA IN BRASILE TELECOM E IN CAMBIO SI FA AIUTARE DA TAVAROLI”



Ferruccio Sansa e Cristina Zagara per la Repubblica


L´affresco di un mondo con i suoi nemici, i cortigiani e perfino i suoi amori. Per tracciare il ritratto di un ambiente e dei suoi protagonisti ogni epoca ha i propri mezzi. Nel Duemila ci sono le intercettazioni. Così per capire cosa succede ai vertici del Sismi non c´è niente di meglio delle registrazioni delle telefonate di Pio Pompa, il tuttofare di Nicolò Pollari.

L´uomo che viveva nell´ufficio-rifugio di via Nazionale a Roma. Come viveva in quell´appartamento ripieno di segreti? Quali erano i suoi compiti? Basta leggere i brogliacci degli investigatori per capirlo. Centinaia di telefonate in cui Pompa tesse la sua tela per poi riferire al suo "number one", a Pollari. Centinaia di nomi noti e sconosciuti, in cui ai giornalisti - di sicuro la categoria più rappresentata - si uniscono uomini della Cia e, in miscuglio che ricorda più Ciccio e Franco che James Bond, parenti che domandano soldi per comprare il motorino, donne che lo chiamano - col diminutivo di "Mimmolo" - e perfino "Gino il farmacista" che chiede (con successo) di avere una corsia preferenziale per ottenere il passaporto.


(Il generale Pollari con la consorte mentre escono da casa Angiolillo - U.Pizzi)


Ci sarebbe da sorridere, se il ritratto non fosse per tanti versi molto amaro. Emerge infatti una sistematica attività di disinformazione compiuta dal Sismi, giovandosi di una fitta schiera di giornalisti. Uno di loro è stato indagato per favoreggiamento. Altri dimostrano legami molto, molto assidui. Sembrano concordare con Pompa il contenuto di alcuni articoli. Arrivano perfino a scrivere documenti per il Sismi. Tutto partiva da quell´appartamento al sesto piano di un palazzo ocra affacciato su via Nazionale.
Campagna per diffondere notizie false, per attaccare quotidiani (La Repubblica), per affidare a giornalisti amici delle veline da pubblicare sui loro quotidiani.

Le tracce di questa febbrile attività sono tutte lì, nei nastri registrati, così come in casse e casse di materiale sequestrato: cd, floppy disc, computer, che i magistrati devono ancora esaminare. Ma anche un archivio proprio sul caso Abu Omar, dossier sul Nigergate (l´inchiesta realizzata da Repubblica), Telecom, Telecom Brasile (un documento etichettato come "Il grande imbroglio") e Telekom Serbia. E ancora: fascicoli sui magistrati impegnati in inchieste che coinvolgono il Sismi, primo fra tutti proprio lui, Armando Spataro, il procuratore aggiunto di Milano.

Qui, nelle dodici stanze dell´appartamento dove viveva e lavorava Pompa, sarebbero state confezionate e concordate decine di notizie finite poi sulle prime pagine di molti giornali. Frammenti di verità, voci, depistaggi, tutto mischiato insieme fino a diventare impossibile da distinguere.


(L'Iman Abu Omar impartisce lezioni ad una classe di Milano)


GLI AMICI GIORNALISTI
Il telefono di Pio Pompa sembra il centralino di una redazione. I giornalisti lo chiamano in continuazione. E lui a sua volta chiama, offre notizie, chiede articoli. I nomi che compaiono più frequentemente? Andrea Purgatori (L´Unità), l´ex direttore del Riformista Stefano Cingolani, che proprio ieri è tornato a occuparsi del caso con un articolo sulla prima pagina della Stampa di Torino, Renato Farina, vice direttore di Libero, e Oscar Giannino che, sempre ieri e sempre su Libero, ha affrontato la polemica di Tronchetti Provera nei confronti del Gruppo Espresso.

I tabulati parlano chiaro: dal 19 al 22 maggio di quest´anno, in appena tre giorni Andrea Purgatori dell´Unità parla con Pompa almeno sei volte. Infinite (sette in tre giorni) le telefonata di Renato Farina, il vicedirettore di Libero indagato per favoreggiamento e accusato di aver ricevuto numerosi pagamenti dal Sismi. I dialoghi lasciano poco spazio al dubbio.

Ore 12,32 del 22 maggio. Farina dice: «Senti Pio, domani alle cinque vedo Spataro per un´intervista». Pompa: «Micidiale, benissimo... appena raggiungo il capo (Pollari, ndr) ti chiamo... e concordiamo un attimo». Insomma, le domande a Spataro pare fossero almeno in parte dettate direttamente dal Sismi, come dimostra anche una telefonata tra Pompa e Pollari. 22 maggio ore 13.26. Pollari: «Ma lui (Farina) sa che cosa dire?». Pompa: «Sì, ma è il caso che si ripassi la lezione insieme a noi». Insomma, un incontro preparato a lungo con Farina che non risparmia complimenti a se stesso: «La mia forza è stata la sincerità, mi spiego» ed esulta per aver concordato con Spataro di partecipare a un dibattito sull´etica del giornalismo. Telefonate e sms sui quali sta indagando la magistratura.


(Stefano Cingolani e Franco Debenedetti - U.Pzizi)


Non è invece indagato Stefano Cingolani che pure dal 24 al 27 maggio parla nove volte con Pompa. Tre ogni giorno. È il 26 maggio (ore 18.38) quando Pio sembra dettare la linea per un articolo all´ex direttore del Riformista. Pompa: «Stefano... questi devono andare affanculo con la tua penna». Cingolani: «Ma chi dici?». Pompa: «Gli Angelucci, tutti quanti, capito?». Cingolani: «Sì, sì». Non basta. Pompa chiede a Cingolani anche di redigere un documento per il Sismi: «Si tratterebbe di mettere su la tua penna per fare... che ti devo dire... dieci cartelle di alto profilo». Cingolani, tentenna, «devo vedere le mie figlie», ma poi cede. In una telefonata del 13 giugno alle 14.00 Pompa, parlando del caso Abu Omar, racconta a Cingolani: «Esiste un documento della Commissione Europea firmato da Prodi che di fatto agevolava i voli e le rendition». Cingolani (che sta per lasciare "Il Riformista"): «Perché non la tiriamo fuori? Dai, facciamo l´ultima follia». Non andrà così, ma la notizia anti-Prodi esce comunque su un altro quotidiano.

Ma Cingolani nei suoi colloqui con Pompa tira in ballo anche il Presidente della Repubblica. È il 7 giugno alle 12.25, si parla di Paolo Franchi, nuovo direttore del Riformista, al posto proprio di Cingolani. Che attacca prendendo a pretesto un articolo uscito sul Foglio. E dice: «E poi perché arriva Franchi qui e chi... chi lo vuole... chi l´ha sostenuto... l´operazione è quella che dicevo io... Macaluso e Napolitano».


(Paolo Franchi e Antonio Polito - U.Pizzi)


Cingolani lascia il Riformista, ma già in una telefonata del 9 giugno i due amici parlano del futuro e Cingolani pare quasi chiedere aiuto. Pompa: «Che c´abbiamo un sacco di cose da fa´, ma proprio tante». Cingolani: «Che vuoi fa´, ormai è finita, la prossima settimana tratto l´uscita... vabbé queste cose le scriveremo altrove... diciamo che di economia sto a posto e di esteri e di sicurezza bisogna trovare un luogo dove... scrivere, capito?». Pompa: «Non ti preoccupare, hai capito?». Cingolani: «Un luogo buono dove scrivere, così mi dedico a tutti e due i fronti che sono poi i miei e insomma, sono una firma, ecco...».

IL CASO REPUBBLICA
Una telefonata tra Pio Pompa e Nicolò Pollari rivela poi l´esistenza di una vera e propria campagna di stampa orchestrata contro La Repubblica. Sono le 10.20 del 4 giugno scorso quando il numero uno del Sismi e il suo uomo di fiducia si sentono al telefono per tre minuti. Un colloquio breve, ma molto chiaro.

Pompa: «Oggi c´abbiamo un ottimo articolo che ieri con Betulla abbiamo concordato, a firma di Oscar Giannino... in sostanza dice: "Vogliono scaricare (il soggetto sottinteso è proprio La Repubblica, ndr) sui servizi perché gli fa comodo". Il titolo è: "Se Repubblica attacca Telecom"». Pollari: «Va bene. Su quale giornale è uscito?». Pompa: «Su Libero, sì, in prima pagina, scritto molto bene, perché poi è venuto da me, se lo ricorda, vero? Hanno fatto proprio un´intera paginata... è proprio indirizzato a Repubblica». Pollari: «Sono molto contento. Va bene, perfetto. Grazie».


(Oscar Giannino - U.Pizzi)


E l´atteggiamento dei vertici del Sismi nei confronti di Repubblica emerge anche da una telefonata di poco successiva tra Pompa e un personaggio non identificato. È il 4 giugno, ore 10.59. Massimo: «Il capo ha letto l´articolo di Oscar Giannino e lo ha definito un capolavoro... è scritto molto bene e poi va a toccare i nervi scoperti». Pompa: «Se tu vai a leggere il libro di Pons (giornalista di Repubblica) e Oddo (Sole 24 Ore) che si alternano a D´Avanzo e Bonini sulla questione Telecom... vedi che quella è la linea che seguirà l´inchiesta».

ANCHE FARINA
il 21 maggio alle 21.12 - attacca Repubblica e, citando Gad Lerner, parla della vicenda di Giuliano Tavaroli (l´ex responsabile della sicurezza Telecom accusato di associazione per delinquere in relazione nell´inchiesta sulle intercettazioni abusive) e aggiunge: «Un mio amico mi ha detto che l´intenzione non sarebbe quella di colpire a un livello alto, ma di fermare i due, Tavaroli e l´altro. Mi sono sentito con Lerner il quale dice che questa vicenda per Repubblica è una manovra per fare fuori parecchie persone, vuole fare fuori Tronchetti Provera e tutti i suoi nemici».


(Gad Lerner con Simona Torretta, una delle due Simone sequestrate in Iraq - U.Pizzi)


TELECOM
Pompa e i suoi interlocutori chiamano spesso in causa anche Telecom. Oggetto principale dei discorsi: l´ombra che grava sul colosso della telecomunicazione per l´inchiesta della Procura di Milano sulle intercettazioni abusive. Il 26 maggio alle 19.43 Pompa ne parla direttamente con Pollari: «Telecom ha prodotto due documenti che ha inviato all´Authority e alla Procura, dove dice: "Allora questi sono i sistemi di intercettazione dichiarati..." e poi hanno aggiunto altri sistemi che non erano dichiarati ma che dicono di aver scoperto solo ora! Le chiamano "strutture nascoste di intercettazioni"». Pollari: «Ma erano irregolari». Pompa: «Ma certo che erano irregolari». Pollari: «Allora erano abusive». Pompa: «Erano abusive assolutamente. Loro adesso dicono: "Ce ne siamo accorti adesso"... questo disegna la linea difensiva».

Non basta. Farina il primo giugno alle 20.44 riferisce: «C´è anche quest´altra notizia che Tavaroli avrebbe accompagnato Ludwig (il maresciallo Pironi dei Ros, che ha confessato di aver partecipato al sequestro Abu Omar, ndr) sei mesi dopo il sequestro per prendere un colloquio di lavoro dal responsabile della sicurezza Pirelli...che è quello che ha preso il posto di Tavaroli quando lui è passato da Pirelli a Telecom, però questo non ha odorato positivamente Ludwig e non se n´è fatto nulla». E Farina aggiunge: «Ti dico anche questa: coincide con il periodo con cui Pironi avrebbe voluto passare al Sismi». Quindi i due cominciano a parlare di Telecom Brasile. Pompa chiede a Farina: «Ma tu l´hai capita l´operazione che stanno mettendo in piedi? È che la Cia in Brasile aiuta Telecom». Farina: «Ho capito il concetto, la Cia aiuta in Brasile Telecom e in cambio si fa aiutare». Pompa: «E la Telecom che sale la "forcible abduction"».