Una triste vicenda consumata in famiglia, se poi di famiglia si può parlare. Un ragazzino di 14 anni vittima, suo malgrado, di violenza. Di quelle violenze che lasciano il segno per tutta la vita. Sua madre ed il compagno a muovere i fili di questa squallida storia ambientata a Civitavecchia, vicino Roma; e per questo arrestati ieri mattina dai Carabinieri della Stazione locale dopo settimane di indagini portate avanti insieme agli uomini della Pg del Commissariato di Polizia cittadino. Lui è Angelo Mammoli, un sessantenne civitavecchiese, ex marittimo, candidato anche al consiglio comunale nelle recenti elezioni cittadine nella lista di Alleanza Nazionale.
Sulla sua testa ricadono oggi pesantissime accuse: violenza sessuale sugli adolescenti ed atti osceni. Lei è invece K.S., trentacinquenne, accusata di prostituzione pluriaggravata del proprio figlio minorenne. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la donna avrebbe permesso e, secondo gli uomini dell’Arma, forse anche incoraggiato, diversi incontri sessuali tra l’uomo e il proprio figlio. Tutto è partito qualche settimana fa da una confidenza ricevuta da un maresciallo dei Carabinieri proprio della locale Stazione, subito riportata alla Procura della Repubblica di Civitavecchia. Sono partiti pedinamenti costanti, controlli, osservazioni, piantonamenti: le indagini sono andate avanti per giorni, sviluppandosi tra il centro di Civitavecchia e Fiumicino, tappa di qualche sporadico incontro. K.S., reprimendo il suo istinto materno, pur di mantenere una sorta di relazione sentimentale con Mammoli e continuare a ricevere denaro e qualche regalo, acconsentiva a che suo figlio fosse sottoposto alle attenzioni morbose e turpi, reiterate nel tempo, dell’uomo che a quanto pare non era nuovo a simili episodi. Con lo stesso sistema, pare infatti che Mammoli, dal 2003 in poi, aveva agganciato una ragazzina di soli 13 anni e, approfittando della sua buona fede, l’aveva convinta a sottostare al suo volere, alle sue fantasie comprando il suo silenzio sempre con i soliti regali. La ricostruzione dei movimenti di mammoli e della compagna h convinto il procuratore capo di Civitavecchia, Consolato Labate, e il suo sostituto, Elena Neri, che le prove raccolte fossero schiaccianti: per questo sono subito state ottenute dal gip del Tribunale cittadino le misure cautelari per gli indagati. Per Mammoli, che ieri mattina è stato anche colto da un malore nella Caserma dei Carabinieri nel corso dell'interrogatorio, immediato il trasferimento al supercarcere di Borgata Aurelia. Per K. S., invece, è stata disposta la misura cautelare dell’immediato allontanamento dalla casa familiare, presso la quale non potrà più accedere senza l’autorizzazione del giudice. La donna, ragazza madre in condizioni fisiche non buone, è ora ricoverata all’ospedale San Paolo di Civitavecchia in attesa che i servizi sociali le trovino una collocazione alternativa dove scontare gli arresti domiciali. I figlio è stato affidato provvisoriamente ai nonni. Secondo gli inquirenti, però, la storia potrebbe non essere giunta alla conclusione. Si tratterebbe, infatti, solo della punta di un grosso iceberg, tanto che i Carabinieri e la stessa Procura della Repubblica di Civitavecchia hanno invitato la cittadinanza alla massima collaborazione. Non è escluso che a breve possano esserci ulteriori sviluppi. E che si scoprano altre piccole vittime.
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preferisconsi pedofili....