Bondi e l'abigeato politico

[salerno69]

Lo dico chiaramente: i fenomeni di tradimento del patto con gli elettori,da qualsiasi parte,vanno STRONCATI ed ELIMINATI.Solo in Italia esistono così diffusamente,e difatti non mi arrabbio se ad un certo punto il nostro paese viene considerato come cattivo esempio.Per quanto riguarda Mastella,è meglio stendere un velo pietoso sul periodo in cui cominciò la sua carriera da ''uomo per tutte le stagioni''.

Il primo fu Grillo con il 1 gov. berlusconi al senato............

[FalcoConservatore]

Il primo fu Grillo con il 1 gov. berlusconi al senato............

Attento,ce ne sono MILLE di casi nella prima Repubblica...(mi pare di ricordare un certo Sullo,ministro,che passò da DC ai Socialisti,e poi ritornò...):è un pessimo e radicato costume italiano.

[Metapapero]

Lo dico chiaramente: i fenomeni di tradimento del patto con gli elettori,da qualsiasi parte,vanno STRONCATI ed ELIMINATI.Solo in Italia esistono così diffusamente,e difatti non mi arrabbio se ad un certo punto il nostro paese viene considerato come cattivo esempio.Per quanto riguarda Mastella,è meglio stendere un velo pietoso sul periodo in cui cominciò la sua carriera da ''uomo per tutte le stagioni''.

A beh, certo quando fa comodo...

[CioniMario]

resto della mia opinione: Bondi/Rotondi strillano perche' sanno che le sirene prodiane stanno avendo effetto...

PS Il B. ha fatto i ponti d'oro a Mastella per tutta la passata legislatura, Bondi e' un classico esempio di quell'abigeato politico che condanna cosi' duramente, su Rotondi e il suo cosidetto partito e' meglio stendere un velo pietoso....

PPSS a livello locale gli smottamenti da FI/UDC al csx sono all'ordine del giorno...

qui stanno già ai coltelli ...

Toscana, grande fuga da Forza Italia

La Grande coalizione?
«In Italia non sarebbe possibile, neppure per un periodo limitato di tempo»
Mentre impazza la guerra tra i capi, molti corrono verso l’Unione
di Osvaldo Sabato/ Firenze


L’avvocato Carlo Taormina promette dossier a Sandro Bondi e Silvio Berlusconi, intanto però querela il coordinatore toscano Denis Verdini. Una pattuglia di esponenti fiorentini, si mette di traverso e contesta la nomina dei nuovi commissari di Firenze e provincia (Alessio Bonciani e Samuele Baldini), è sembrata più pacifica la scelta di Maurizio Dinelli a commissario azzurro di Pistoia. Senza dimenticare che nel frattempo dentro Forza Italia il via vai di chi abbandona il partito è peggio di una stazione all’ora di punta. Ex consiglieri regionali come Lorenzo Zirri (da Forza Italia all’Udc con il miraggio di un posto in Parlamento), attuali ed ex consiglieri provinciali fanno il salto della quaglia e si tuffano nelle braccia dello Sdi e della Margherita, sono tutti casi che lasciano intendere come in questo partito l’appartenenza sia un optional da mettere in gioco al miglior offerente.
Cosa dire allora del candidato sindaco a Firenze alle ultime elezioni comunali, Domenico Valentino, che saluta e se ne va con i Verdi? Era stato scelto proprio da Verdini. Lo stesso salto l’ha fatto Francesco Berti, prima candidato a sindaco a Fiesole, poi passato nello Sdi e quindi nella maggioranza del sindaco diessino Fabio Incatasciato. Faceva parte della minoranza movimentista, guidata dal consigliere regionale Paolo Marcheschi, da sempre in guerra con Verdini. Come dire, che almeno in questo caso vige la par condicio e che le scelte non sono mai infallibili: maggioranza o minoranza fa lo stesso, l’importante è scappare da Forza Italia. Come hanno fatto anche altri azzurri fiorentini, tenuamente noti alle cronache politiche: Enrico Bertini, che una volta eletto in Provincia va anche lui da Boselli e Fabio Filippini che diventa un petalo della Margherita nel consiglio di Quartiere di Firenze centro. E l’addio del sindaco di Lucca Pietro Fazzi con una schiera di suoi ex assessori? Altro caso che ha fatto discutere, come la fuga di padre e figlio Ferri, Enrico con Mastella e Jacopo nel gruppo misto in Regione. Senza dimenticare gli scandali che hanno portato alla sconfitta Forza Italia ad Arezzo e Grosseto. Resta solo Lucca e poi tutti i capoluoghi saranno sotto l’insegna dell’Unione. Insomma non c’è mai pace fra i forzisti e le ultime elezioni, che hanno segnato un passo indietro di Forza Italia nella rossa Toscana, non hanno fatto altro che esaltare ancora di più lo scontro e le faide interne. Però sono sempre loro i maggiori protagonisti di questo scontro: gli oppositori interni prima di Roberto Tortoli e ora di Denis Verdini e non se ne curano: eletti con i voti forzisti non ci pensano due volte a cambiare casacca.
A Firenze la chiamano l’onda dei “saltaquaglisti” che rischia di ingrossarsi ancora, rinunciano all’opposizione a Verdini per cambiare strada. Come non ricordare a questo proposito il consiglio regionale di Forza Italia che ha concretizzato la frattura definitiva fra la leadership del parlamentare e coordinatore regionale Denis Verdini e la componente che fa capo all’ex sottosegretario Massimo Baldini e ai movimentisti di Paolo Marcheschi, orfano dell’ex ministro Scajola ora passato ad un ruolo istituzionale come presidente del Copaco, che hanno cercato con un colpo a sorpresa di spodestare quello che ritengono essere il padrone del partito in Toscana, con l’appoggio dell’ex presidente del Senato Marcello Pera e del coordinatore nazionale Sandro Bondi.
Così nel sottobosco degli scontri e degli sgambetti non è da meno il ruolo della minoranza movimentista guidata dal consigliere regionale Paolo Marcheschi, uno che di fatto è nel partito, ma non perde mai occasione per contrastare duramente la linea politica Denis Verdini, pur avendo avuto negli anni un posto assicurato in Consiglio Regionale ora, e in Provincia prima, come in precedenza aveva fatto con Roberto Tortoli. Insomma non mancherà il lavoro per lo stesso Verdini, che dovrà impegnarsi molto per rimettere in riga tutte le fibrillazioni forziste e riportare la calma fra i diversi colonnelli di Forza Italia. E il livello dello scontro, rischia di aumentare ancora dopo che Taormina ha annunciato di aver denunciato Verdini per minacce e ingiurie durante la riunione del consiglio regionale di sabato scorso, acida la replica di Verdini «siamo qua a fare politica, non siamo in cerca di pubblicità. Tutto il resto è noia».