Kippà secondo
Maurizio Blondet
01/08/2006
Avete visto Massimo D'Alema nel tempio della nuova religione, la sola religione pubblica, obbligatoria e mondiale rimasta?
A portare la rituale corona di fiori nel rituale atto di contrizione per i presunti peccati di Adolf Hitler, di cui siamo collettivamente colpevoli?
E anche lui con la kippà, in segno di sottomissione noachica.
Così fan tutti, è obbligatorio.
In kippà per le foto, che faranno il giro del mondo.
Si è sottomesso Fini, mica poteva non sottomettersi Massimo da Gallipoli (l'unico che si è strappato la kippà è stato Vladimir Putin: da allora è nel mirino della inquisizione rabbinica, il miscredente).
Così, il nuovo suddito del popolo eletto non avrà potuto fare le sue rimostranze più urgenti: va bene ammazzare bambini, ma voi avete provocato anche una catastrofe ecologica!
Infatti, grazie alle bombe della civiltà occidentale sulla centrale elettrica libanese di Jiyeh - un evidente covo di Hezbollah - 15 mila tonnellate di gasolio pesante sono finite nel Mediterraneo, che è un laghetto.
Il nostro laghetto, per la precisione.
«Avrà conseguenze terribili non solo per noi, ma per tutti i Paesi del Mediterraneo orientale», ha detto il lacrime il ministro libanese competente, Yacub Sarraf, alla AFP.
Ma è colpa degli Hezbollah, che non vogliono sottomettersi alla vera religione, quella del pentimento in kippà.
E la marea nera continua a colare dai serbatoi spaccati.
Il disatro provocato dall'esplosione della centrale elettrica libanese di Jiyeh
Circa 8 mila tonnellate della morchia impestano le spiagge libanesi (turismo addio per sempre), spalmate lungo una settantina dei 220 chilometri di costa del Libano; e 5 mila sono in mare aperto.
A Biblos, famosa località turistica nota per i suoi frutti di mare, migliaia di crostacei morti e anneriti si accumulano sulle spiagge viscide e nere.
Presto la collosa sporcizia arriverà in Siria, Turchia, Cipro, Grecia e - speriamo - anche in Israele. Ma Israele non ha alcun interesse nel turismo, attività imbelle; la sua industria è la guerra contro i disarmati (è più bella e più facile).
Quanto a noi, ogni sacrificio e rovina si accettano volentieri, se è per fare contento il popolo eletto, sempre così in pericolo, mai abbastanza sicuro di esistere, sempre tremebondo e perseguitato.
Però questo è davvero troppo, i nostri ecologisti, così sensibili e questi delitti contro la natura (non a quelli contro-natura), che fanno?
Forse Pecoraro Scanio potrebbe andare là a chiedere che Israele paghi i danni?
Prima, s'intende, una visita genuflessa al tempio della sola religione pubblica mondiale; e poi, con la kippà in mano, l'umile supplica.
Gli diranno di no, ma sarà bello vedere le sue foto noachiche in kippà.
Colpevole anche lui dell'hitlerismo originale.
Maurizio Blondet
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