Stato e Regioni Bossi e Berlusconi, patto sulle autonomie Cena ad Arcore con Formigoni e Galan.
Il Senatùr: ma del federalismo fiscale si parla dopo
Più che una cena, un cenone di lavoro con vecchi amici, tornati alla corte di Arcore per ridare forma e sostanza a un nuovo patto per rilanciare la Cdl. La materia da trattare d’altronde era così complessa e tortuosa—avvenire della coalizione, scenari di governi più o meno istituzionali, questione settentrionale e federalismi vari — da richiedere un parterre d’eccezione.E così ieri sera ad Arcore i camerieri hanno dovuto aggiungere qualche posto in più alla tavola di Silvio Berlusconi. Oltre all’ospite di sempre Umberto Bossi, c’erano Giulio Tremonti, Roberto Castelli, Roberto Calderoli e Bruno Brancher. Ma soprattutto c’erano i due governatori chiave della Cdl al Nord, assieme ai presidenti dei consigli regionali lombardo e veneto: Roberto Formigoni e Giancarlo Galan. E proprio con loro si è concordata la nuova linea della Cdl, che prevede due punti d’azione e una rinuncia: la richiesta di autonomie speciali per le regioni, utilizzando il Titolo V della Costituzione come riformato dal centrosinistra; il sì al federalismo fiscale, ma solo in un tempo successivo; e, infine, il no all’idea di una regione lombardo- veneta.
LA CENA — Il primo ad arrivare, ben primadelle otto, è Umberto Bossi, che ha sospeso le sue vacanze per l’occasione. La cena prevede tre portate, come sempre nelle serate di Arcore: minestrina tiepida di verdura, carne in umido e gelato. Ma il piatto forte sono le riforme. E la discussione prende avvio dall’idea di Formigoni di sfruttare l’articolo 116 della Costituzione, grimaldello che consente di scardinare il potere centrale, applicando rigidamente il testo della Carta, come riformato dal centrosinistra. Un progetto appoggiato a livello locale anche da Ds e Margherita e che a livello nazionale vede aprirsi la prospettiva del «federalismo a geometria variabile», già considerata «non scandalosa» dal ministro diessino per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti. Il progetto ha trovato l’accordo di tutti. Berlusconi e gli altri hanno concordato anche nel non voler dare a questa idea una valenza di rivincita, rispetto al referendum perso.
FEDERALISMO FISCALE — Tutti i partecipanti hanno sottolineato l’importanza del federalismo fiscale, ma con accenti molto diversi, soprattutto sulla tempistica. Alla fine si è giunti alla conclusione che non è il caso di insistere subito su questo tema. Persino Bossi ha spiegato: «Se partissimo con il federalismo fiscale e non con i poteri dello Stato, la gente penserebbe che lo facciamo solo per i soldi. Daremmo un’immagine sbagliata». Ben più duro Galan, che ha sottolineato la specificità del Veneto, spiegando che se non si farà in fretta il federalismo fiscale, «la risposta del Veneto in termini di destabilizzazione sarà fortissima. Il Veneto metterà in campo tutta la sua creatività per risolvere il problema ».
LOMBARDO-VENETO — Con il vertice di ieri si è posto fine ufficialmente all’idea di una regione Lombardo-Veneta, se mai è esistita. «Sarebbe un errore, così regaleremmo alla sinistra il centro-sud» ha spiegato Berlusconi. Sia Formigoni sia Galan si sono detti d’accordissimosul punto. E hanno ottenuto che nella richiesta di autonomie speciali possano procedere per conto loro, senza dover chiedere autorizzazioni alla Cdl. Ecome ha spiegato Galan, «il lombardo-veneto non esiste, ma Lombardia e Veneto possono fare molto male al governo».
Alessandro Trocino