Originariamente Scritto da
nuvolarossa
I convitati di pietra
Senza convincere l'Iran e la Siria non si va da nessuna parte
Una conferenza di pace non può certo fare male ad un contesto ulcerato come quello mediorientale, ma ciò non significa che possa fare bene: essa è una iniziativa che potrà essere utile a futura memoria, visto che si è aperta mentre in Libano la guerra si inasprisce. Del resto alla conferenza non sono presenti i principali attori coinvolti sul campo: Siria, Israele, Iran, Hezbollah. E non potevano esserci per la semplice ragione che almeno due di essi negano le ragioni di esistenza del quarto, e non ci discutono, né direttamente né indirettamente. E, come abbiamo avuto già modo di scrivere, questo è il problema: cosa fa uno Stato sovrano quando un altro ne minaccia l'esistenza ed arma un gruppo militare per combatterlo ai suoi confini? A questa domanda poi se ne aggiunge anche un'altra: le Nazioni Unite che oggi chiedono il cessate il fuoco, non avrebbero dovuto impegnarsi prima per far ritirare le milizie Hezbollah dal Libano, così come si erano ritirate, a loro tempo, le truppe israeliane? Perché, essendosi insediata Hezbollah proprio dove Tsahal si ritirava, la situazione si è incancrenita, fino ad arrivare ad un punto di non ritorno.
Kofi Annan può anche chiedere ad Hezbollah di cessare il fuoco per una tregua, ma la stessa ragione di vita di Hezbollah è principalmente quella della guerra ad Israele e, per pensare che cessino definitivamente le ostilità, Hezbollah dovrebbe non esistere più come organizzazione politica.
Finché resta Hezbollah, ci sarà la guerra, e questa convinzione è ben chiara ormai all'interno dello Stato ebraico, tanto che non c'è un'opposizione significativa in Israele contro l'offensiva che è stata lanciata nel Libano del sud. Questo è il vero problema del vertice di Roma, ma che per ragioni diplomatiche nessuno sembra voler affrontare. Perché, se lo si affronta, il vertice sulla pace nasce morto. Meglio allora ripetere formule logore e stantie di scarso effetto. Almeno si prende tempo.
La pace vera vi sarà solo dopo la guerra totale ad Hezbollah, sperando che Siria ed Iran capiscano l'antifona. Non è un caso che la Rice abbia parlato di "un nuovo Medioriente". Quello attualmente disegnato non ha futuro e qualcuno dovrà cedere il passo. E questa sì che è la posizione comune dei quattro convitati di pietra alla conferenza. Preferiremmo la via diplomatica, ovviamente.
Altrimenti resta la guerra.
Roma, 26 luglio 2006
tratto dal sito del Partito Repubblicano
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