Originariamente Scritto da
Bèrghem
"Quando le differenze di classe saranno scomparse nel corso dell'evoluzione, e tutta la produzione sarà concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perderà il suo carattere politico. In senso proprio, il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra. Il proletariato, unendosi di necessità in classe nella lotta contro la borghesia, facendosi classe dominante attraverso una rivoluzione, ed abolendo con la forza, come classe dominante, gli antichi rapporti di produzione, abolisce insieme a quei rapporti di produzione le condizioni di esistenza dell'antagonismo di classe, cioè abolisce le condizioni d'esistenza delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe.
Alla vecchia società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti."
(sempre da "Proletari e comunisti" del Manifesto)
Mia lettura semplicistica: rivoluzione violenta, proletariato al potere e, dopo aver attuato il decalogo presente alla fine della seconda parte del manifesto (espropriazione proprietà fondiaria, imposta progressiva, ecc.), ci si sarebbe avviati verso una scomparsa delle differenze di classe contestualmente alla presenza della "dittatura del proletariato" (proletariato come momentanea classe dominante), dopodichè, aboliti gli antichi rapporti di produzione, socializzati i mezzi di produzione ed abolite le differenze di classe, le stesse classi avrebbero cessato di esistere ed anche il potere pubblico (lo stato) si sarebbe estinto. A questo punto sarebbe subentrata una nuova società (senza stato) autoregolamentata dal (parassitario) principio "ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni".
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