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  1. #11
    SENATORE di POL
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    Marx ed Engels sono innanzi tutto dei teorici rivoluzionari, e criticano non solo le idee "dominanti" in quanto espressione della "classe dominante", ma anche le idee della "sinistra hegeliana" dalla quale provenivano. L'intera "ideologia tedesca" è una critica radicale ai teorici soggettivisti e idelisti della "liberazione". E' noto del resto che Marx disse, leggendo di taluni suoi seguaci che "se questo è il marxismo, io stesso non sono marxista".
    Ma al di la' dell'anedottica la posizione di Marx ed Engels prevede la costituzione del "proletariato in classe dominante" come misura necessaria e transitoria, in quanto l'interesse intrinseco del proletariato sarebbe l'abolizione del dominio di classe in sè, quindi anche del proprio. L'idea della "estinzione dello Stato" avvicina Marx ed Engels agli anarchici, ma l'idea che questa non sia possibile che dopo la fase transitoria della "dittatura rivoluzionaria del proletariato" li allontana in modo inesorabile dal "comunismo libertario" e dal collettivismo anarchico bakuniniano.
    Sul tema resta fondamentale il testo leniniano: "Stato e Rivoluzione".

    Saluti liberali

  2. #12
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieffebi
    collettivismo anarchico bakuniniano.
    Di Bakunin ho letto "Stato e Anarchia" e lì sono presenti le sue critiche a Marx.

  3. #13
    SENATORE di POL
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    Infatti......

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieffebi
    Ma al di la' dell'anedottica la posizione di Marx ed Engels prevede la costituzione del "proletariato in classe dominante" come misura necessaria e transitoria, in quanto l'interesse intrinseco del proletariato sarebbe l'abolizione del dominio di classe in sè, quindi anche del proprio. L'idea della "estinzione dello Stato" avvicina Marx ed Engels agli anarchici, ma l'idea che questa non sia possibile che dopo la fase transitoria della "dittatura rivoluzionaria del proletariato" li allontana in modo inesorabile dal "comunismo libertario" e dal collettivismo anarchico bakuniniano.
    Sul tema resta fondamentale il testo leniniano: "Stato e Rivoluzione".
    "Quando le differenze di classe saranno scomparse nel corso dell'evoluzione, e tutta la produzione sarà concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perderà il suo carattere politico. In senso proprio, il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra. Il proletariato, unendosi di necessità in classe nella lotta contro la borghesia, facendosi classe dominante attraverso una rivoluzione, ed abolendo con la forza, come classe dominante, gli antichi rapporti di produzione, abolisce insieme a quei rapporti di produzione le condizioni di esistenza dell'antagonismo di classe, cioè abolisce le condizioni d'esistenza delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe.

    Alla vecchia società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti."

    (sempre da "Proletari e comunisti" del Manifesto)


    Mia lettura semplicistica: rivoluzione violenta, proletariato al potere e, dopo aver attuato il decalogo presente alla fine della seconda parte del manifesto (espropriazione proprietà fondiaria, imposta progressiva, ecc.), ci si sarebbe avviati verso una scomparsa delle differenze di classe contestualmente alla presenza della "dittatura del proletariato" (proletariato come momentanea classe dominante), dopodichè, aboliti gli antichi rapporti di produzione, socializzati i mezzi di produzione ed abolite le differenze di classe, le stesse classi avrebbero cessato di esistere ed anche il potere pubblico (lo stato) si sarebbe estinto. A questo punto sarebbe subentrata una nuova società (senza stato) autoregolamentata dal (parassitario) principio "ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni".

    Può andare? Commenti, errori, aggiunte da fare?

  5. #15
    SENATORE di POL
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    Direi che può andare. E' da dire che l'idea di "dittatura del proletariato" è, nella sua formulazione cosciente e concreta, posteriore a "Il Manifesto del Partito Comunista". Il decalogo è in fondo solo un programma "di transizione" ancora piuttosto...acerbo che tiene conto dello "condizioni esistenti", ossia della necessità, in molte parti d'Europa, per non dire del mondo, di portare a compimento la "rivoluzione democratica borghese" (da qui la paventata alleanza provvisoria dei comunisti con i rivoluzionari borghesi, ossia liberali).

    Saluti liberali

  6. #16
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieffebi
    Il decalogo è in fondo solo un programma "di transizione" ancora piuttosto...acerbo che tiene conto dello "condizioni esistenti", ossia della necessità, in molte parti d'Europa, per non dire del mondo, di portare a compimento la "rivoluzione democratica borghese" (da qui la paventata alleanza provvisoria dei comunisti con i rivoluzionari borghesi, ossia liberali).
    Eh già, ne parla piuttosto chiaramente nell'ultima parte facendo riferimento alla situazione tedesca ed all'alleanza con i "rivoluzionari borghesi tedeschi" contro la monarchia assoluta e l'aristocrazia, indicando la rivoluzione borghese come necessaria per la successiva rivoluzione proletaria (da far scattare dopo la caduta delle classi reazionarie aristocratiche).

  7. #17
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    Infatti.....

  8. #18
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    Direi che per stanotte può bastare, curioso che siamo rimasti in due liberali (anche se abbastanza diversi) a discutere di Marx e comunismo... Grazie della disponibilità, in caso di altre discussioni nei prossimi giorni ci ritroviamo qua... Ovviamente sui temi dibattuti qui sopra mi farebbe piacere sapere anche le opinioni di altri...

    Ciao

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem
    "Quando le differenze di classe saranno scomparse nel corso dell'evoluzione, e tutta la produzione sarà concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perderà il suo carattere politico. In senso proprio, il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra. Il proletariato, unendosi di necessità in classe nella lotta contro la borghesia, facendosi classe dominante attraverso una rivoluzione, ed abolendo con la forza, come classe dominante, gli antichi rapporti di produzione, abolisce insieme a quei rapporti di produzione le condizioni di esistenza dell'antagonismo di classe, cioè abolisce le condizioni d'esistenza delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe.

    Alla vecchia società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti."

    (sempre da "Proletari e comunisti" del Manifesto)

    Mia lettura semplicistica: rivoluzione violenta, proletariato al potere e, dopo aver attuato il decalogo presente alla fine della seconda parte del manifesto (espropriazione proprietà fondiaria, imposta progressiva, ecc.), ci si sarebbe avviati verso una scomparsa delle differenze di classe contestualmente alla presenza della "dittatura del proletariato" (proletariato come momentanea classe dominante), dopodichè, aboliti gli antichi rapporti di produzione, socializzati i mezzi di produzione ed abolite le differenze di classe, le stesse classi avrebbero cessato di esistere ed anche il potere pubblico (lo stato) si sarebbe estinto. A questo punto sarebbe subentrata una nuova società (senza stato) autoregolamentata dal (parassitario) principio "ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni".

    Può andare? Commenti, errori, aggiunte da fare?
    Nel 48, il suffragio universale non esisteva, era raro anche il suffragio limitato,
    quindi la dittatura del proletariato se non fosse possibile fare altrimenti, cioè col suffragio universale.
    inoltre la dittatura del proletariato di marx NON è il centralismo democratico di lenin.
    il comunismo di marx ha poco a che fare col comunismo sovietico.

    Contesto l'attributo di parassitario per il principio "ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni".

    è in realtà un semplice principio assicurativo, le cure per il cancro vanno a chi ha il cancro, certo non a chi non ce l'ha.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar
    inoltre la dittatura del proletariato di marx NON è il centralismo democratico di lenin.
    il comunismo di marx ha poco a che fare col comunismo sovietico.
    Ok, infatti abbiamo parlato di marxismo e del manifesto, senza addentrarci nelle applicazioni o distorsioni della storia.

 

 
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