Comitato per i Diritti dei Cittadini – Vicenza
Aderente all’«unione per l’autogoverno»
Lettera aperta
A Romano Prodi, Presidente del
Consiglio dei ministri
Signore, da notizie apprese sugli organi d’informazione, apprendiamo ch’Ella è stato interessato alla questione dell’aeroporto “Dal Molin” di Vicenza, come possibile nuova base militare USA.
Premettiamo che noi siamo per un governo dei molti, o di tutti: quod omnes tangit ab omnibus adprobari debet, (ossia ciò che riguarda tutti da tutti deve essere approvato) il che consente al popolo di esercitare l’autogoverno.
Abbiamo anche prestato attenzione alle sue reiterate dichiarazioni nelle quali esprime l’opinione che, sotto la Costituzione italiana, sia quantomeno possibile per un uomo essere al contempo l’aderente ad un partito politico, un rappresentante del popolo, un legislatore ed un uomo corretto.
Questa proposizione implica come minimo che lei consideri possibile che circa mille uomini (i parlamentari) siano investiti, attraverso un qualche processo, del diritto di creare da soli delle leggi – cioè leggi interamente di propria invenzione – e che queste leggi siano realmente obbligatorie per il popolo italiano; e che per tale motivo il popolo possa essere legittimamente costretto ad obbedirvi.
Lei parte dal presupposto che il diritto di dominio arbitrario – cioè il diritto di farsi da soli le leggi e di imporne l’obbedienza – sia un “incarico fiduciario” delegato a coloro che attualmente esercitano quel potere. Lei lo chiama “l’incarico del potere pubblico”.
Tuttavia, Signor Prodi, lei è in errore quando suppone che un tale potere sia mai stato delegato, o possa mai essere delegato, da un qualche gruppo ad un altro gruppo di uomini.
Una tale delega di potere è naturalmente impossibile, per le seguenti ragioni:
1. Nessuno può delegare o concedere ad altri alcun diritto di dominio arbitrario su se stesso, perché sarebbe come darsi in schiavitù. E questo nessuno lo può fare. Ogni contratto che preveda ciò è necessariamente assurdo e non ha alcuna validità. Chiamare tale contratto “Costituzione” o in qualunque altra maniera altisonante non altera la sua caratteristica di contratto assurdo e nullo.
2. Nessuno può delegare o concedere ad altri alcun diritto di dominio arbitrario su una terza persona, perché ciò comporterebbe il diritto della prima persona non solo a fare del terzo il suo schiavo, ma anche di disporne come uno schiavo a favore di altre persone. Ogni contratto che stabilisca questo è necessariamente criminale, e come tale invalido. Chiamare tale contratto “Costituzione” nulla toglie alla sua criminalità, nulla aggiunge alla sua validità.
Che questo potere legislativo, o potere di dominio arbitrario, sia una mera usurpazione perpetrata da coloro che attualmente lo esercitano, e non un “incarico fiduciario” delegato loro, è ulteriormente provato dal fatto che l’unica delega di potere che si sia mai dichiarato o finto di aver fatto avviene segretamente – cioè mediante una votazione segreta – e non in maniera aperta e visibile a tutti. La delega, quindi, non proviene da uomini o gruppi di uomini che si rendono personalmente responsabili, come mandanti, degli atti di coloro ai quali dichiarano di voler delegare il potere.
Poiché questa pretesa delega di potere è stata concessa segretamente – cioè mediante elezioni segrete – non uno dei cosiddetti legislatori che dichiarano di esercitare solo un potere delegato possiede una qualche conoscenza legale, o può fornire una qualche prova legale in grado di indicare chi siano quei particolari individui che glielo hanno delegato. E non avendo alcuna possibilità di identificare gli individui che dichiarano d’avergli delegato il potere, non è in grado di mostrare alcuna prova legale che qualcuno mai tentò o pretese di delegarglielo.
Chiaramente, in presenza di un uomo che esercita un qualche potere arbitrario su altri uomini e che pretende di esercitare solo un potere delegato, ma che non può mostrare chi siano i suoi mandanti, né conseguentemente provare che egli abbia mai avuto un qualche mandante, si deve presumere legalmente e razionalmente che egli non abbia alcun mandante; e che perciò non stia esercitando alcun potere, se non il proprio. E poiché secondo diritto egli non può esercitare un potere proprio, si deve ritenere che sia legalmente e razionalmente un semplice occupante illecito.
Ma vi è un’altra ragione per cui, sotto la Costituzione italiana (e le leggi derivate), tutti i cosiddetti legislatori stanno esercitando semplicemente un proprio dominio arbitrario e irresponsabile, e non un’autorità che sia stata delegata, o che si pretende sia stata delegata loro. La ragione è che la Costituzione stessa all’art. 67 chiaramente afferma: «Ogni membro del parlamento… esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.»
Questa clausola rende i legislatori costituzionalmente irresponsabili verso chiunque, sia verso coloro sui quali esercitano il proprio potere, sia verso coloro che possano avere, apertamente o segretamente, tentato o preteso di delegare loro il potere. E gli uomini che non sono legalmente responsabili verso nessuno per i loro atti non possono in verità essere considerati agenti di nessuno, né si può dire che stiano esercitando un qualche potere diverso dal proprio. Gli agenti, infatti, sono per definizione responsabili sia verso coloro nei confronti dei quali agiscono, sia verso coloro in nome dei quali agiscono.
Dire che il popolo di questo paese abbia o possa mai aver vincolato se stesso con un qualsiasi contratto – la Costituzione o altro come quello di conferire agli USA basi militari – mediante il quale si cedono tutti i propri diritti naturali alla proprietà, alla libertà e alla vita nelle mani di pochi uomini – un mero conclave – e che abbia stabilito nel contratto stesso che tali pochi uomini debbano essere considerati legalmente irresponsabili dell’uso che potrebbero fare di questi diritti è una totale assurdità. È come dire che essi si siano vincolati, o potrebbero vincolarsi, ad un contratto completamente idiota e suicida.
Se un tale contratto fosse mai stato concluso da un privato con un altro, e fosse stato sottoscritto, sigillato, letto davanti a testimoni, autenticato e consegnato all’altra parte con tutte le formalità legali possibili, nessun tribunale rispettabile sulla terra – certamente nessuno in questo paese – avrebbe mai considerato, per un solo momento, che tale atto potesse trasferire un qualche diritto, delegare un certo potere, o che avesse la minima obbligatorietà o validità legale.
Per tutte le ragioni esposte finora, e per tante altre che potrebbero essere avanzate, il potere legislativo attualmente esercitato dal Parlamento è, secondo diritto e ragione, un dominio puramente personale, arbitrario, irresponsabile e usurpato dai legislatori stessi, e non un potere delegato loro da qualcuno.
Signor Prodi, può affermare che un dominio arbitrario e irresponsabile come questo sulle proprietà, libertà e vite di circa cinquantasette milioni di persone possa essere giustificato da una qualsiasi ragione?
Altrimenti, con quale parvenza di verità può sostenere che lei stesso, o qualcun altro, possa essere al contempo un legislatore, sotto la Costituzione italiana, ed un uomo corretto?
Affermare che il dominio irresponsabile e arbitrario esercitato dal Parlamento sia stato delegato dalla Costituzione, e non soltanto dal voto segreto degli elettori attuali, è il massimo dell’assurdità. Cos’è infatti la Costituzione? Nella migliore delle ipotesi, è uno scritto redatto circa sessant’anni fa, e mai approvato dagli elettori di quel tempo.
I costituenti che deliberarono il testo del 22 dicembre 1947 non hanno mai personalmente firmato, sigillato, autenticato, consegnato ai cittadini lo strumento che imposero come legge al paese. Essi non vincolarono mai neppure se stessi, in maniera palese e regolare, al rispetto di essa, né si resero personalmente responsabili per gli atti compiuti dai loro cosiddetti agenti. Essi non avevano nessun diritto naturale di imporla, come legge, neppure su un singolo essere umano. L’intero procedimento fu illegittimo.
In pratica, la Costituzione è stata una frode completa fin dall’inizio, considerando ch’essa si conclude con la seguente formula: «La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come legge fondamentale della repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato.»
A noi cittadini non è mai stato chiesto di firmarla, sigillarla, autenticarla, consegnarla, come avviene per gli atti e i contratti legali; né ha mai promesso o assunto l’obbligo di obbedirvi. Pochissimi di noi l’hanno mai letta, o neppure vista, o la leggeranno o la vedranno mai. Del suo significato legale (se si può dire ne abbia uno) il popolo non sa proprio nulla, mai l’ha saputo, né mai lo saprà.
Perché, Signor Prodi, uno strumento come la Costituzione che si pretende “democratica”, per la quale nessuno è responsabile e della quale poche persone hanno mai sentito parlare, è stata tollerata in questi ultimi cinquantanove anni, e usata per tali scopi impudenti e criminali?
Si confrontino gli atti di guerra esercitati (per esempio i bombardamenti segreti sui balcani operati dall’A.M.I.), malgrado quanto dichiarato dai suoi principî fondamentali: «art. 11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…».
Solamente perché è stata sostenuta dallo stesso tipo di cospirazione che si ebbe al tempo della sua creazione: cioè dal rovesciamento dell’antico regime ad opera di potenze belligeranti straniere. Potenze che consentirono a quei pochi individui (i costituenti) di approfittare del dominio arbitrario che, a loro dire, la Costituzione stessa attribuiva loro sugli altri. Mentre al povero, al debole e all’ignorante, imbrogliati, rapinati e schiavizzati, veniva fatto credere, talvolta con successo, che fosse uno strumento sacro designato a preservare i loro diritti.
Lei pensa veramente, Signor prodi, che una Costituzione come questa possa servire a giustificare coloro che, come lei, sono impegnati a farla osservare?
Anche a prendere per buono l’art. 1, comma 2 della Costituzione italiana: «La sovranità appartiene al popolo…»; non s
i deve forse intendere per sovranità la facoltà di approvare o rifiutare le leggi?
Ė allora evidente che in Italia ci troviamo di fronte ad un potere legale, perché si crea le leggi che più gli aggrada; ma illegittimo, perché detta sovranità popolare ha scarsi modi d’essere esercitata. Quante sono le leggi d’iniziativa popolare approvate dal Parlamento? Quanti sono i referendum votati dai cittadini, ed elusi o aggirati dal Parlamento occupato dai partiti politici?
Dimentica forse che Tucidide II, 37 scrisse: «si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più.»?
Se lei non ha mai considerato la questione sotto questo aspetto, le consigliamo di farlo ora. E nella speranza di aiutarla a farlo sinceramente e utilmente, siamo convinti che non avremo bisogno di sospettare che lei, legislatore secondo Costituzione che si considera un uomo corretto, abbia un qualche desiderio di eludere le questioni qui presentate. Se lei le considererà degne di essere affrontate, speriamo ci vorrà scusare se le suggeriamo – per evitare risposte poco chiare – di farci almeno un solo esempio di una legge già fatta o che lei pensa i legislatori possano fare – cioè una legge di loro invenzione – che sia stata o sarà realmente e veramente obbligatoria per altre persone, e che tali persone siano state o possano essere legittimamente obbligate ad obbedirvi.
Se lei riesce a trovare o immaginare una legge siffatta, siamo sicuri che ce la farà conoscere, in modo che possa essere esaminata, e che la ragione della sua obbligatorietà possa realmente rimanere impressa nella mente di noi popolo-sovrano.
Ma se lei non riuscisse né a trovare una tale legge nell’attuale raccolta delle leggi italiane, né a concepirla nella sua mente come possibile secondo la Costituzione, noi le concediamo di cercarla nella Costituzione o nei Codici d’ogni altro popolo che viva, o abbia mai vissuto, sulla faccia della terra.
Se alla fine lei non avrà trovato da nessuna parte tale legge, né sarà stato in grado di concepirla da solo, ci prendiamo la libertà di suggerirle che lei ha il dovere imperativo di sottomettere la questione ai suoi colleghi legislatori; e se anche costoro non riuscissero a chiarire l’argomento, chieda loro di bruciare tutte le raccolte di leggi italiane esistenti che non siano state specificatamente approvate da coloro che sono chiamati a rispettarle, e di tornare tutti a casa, accontentandovi di esercitare solo quei diritti e quei poteri che la natura vi ha dato in comune con il resto dell’umanità.
Vicenza, martedì 8 agosto 2006
p. Comitato per i diritti dei cittadini
(Enzo Trentin – Tel. 3488121676)
p. «Unione per l’autogoverno»
Il direttivo
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