Più del 21 per cento della spesa sanitaria pubblica del nostro paese va nel privato. Ovvero in ricoveri ospedalieri presso strutture private accreditate, in visite specialistiche e diagnostica per immagini e di laboratorio sempre presso strutture private, e in ogni altro tipo di assistenza privata. Ciò significa che quasi un quarto di quello che lo Stato stanzia annualmente per la sanità (esclusi gli investimenti straordinari) finisce nelle strutture private.
Un dato che è rimasto pressoché costante negli ultimi 10 anni: nel 1995 la spesa sanitaria totale era di 49.135.987 milioni di euro, della quale il 20,6% privata. Nel 2004 a fronte di una spesa sanitaria totale quasi raddoppiata, 87.027.398 milioni di euro, la percentuale di spesa privata è stata del 22,6% del totale (fonte Assr, Agenzia per i Servizi Sanitari regionali). Ma quali sono le prestazioni private più finanziate dallo Stato? Come ricorda anche l´Assessore alla Sanità del Lazio, Augusto Battaglia, la maggior parte di questa spesa va nella diagnostica, ovvero negli esami più approfonditi, come le tac. E tra l´altro, proprio l´alto numero di esami - a volte discutibili - che i medici prescrivono è la causa principale della lunghezza delle liste d´attesa nel nostro paese. Se si dà uno sguardo all´evoluzione della spesa sanitaria privata si nota che dal 1996 al 2000 questa rimane intorno al 21%, nel 2001 aumenta al 24,9% nel 2002 al 25,9%, nel 2003 al 26,2% per poi riabbassarsi nel 2004 (22,6%) e nel 2005 (21,2%), dati, questi due ultimi elaborati su quelli del Ministero della Salute.
Dando uno sguardo alle ripartizioni della spesa totale, nel 1995 si vede che tre erano i capitoli della spesa totale (ancora fonte Assr): l´11,49% del totale era ospedaliera convenzionata, il 2,57% era specialistica convenzionata, il 6,53% andava in altre prestazioni, Per il resto, il 42,48% della spesa era per il personale, il 19,32% per Beni e servizi, il 10,69% Farmaceutica, il 5,95% in Medicina di base, lo 0,82% per obiettivi di piano e lo 0,16% per oneri finanziari. Per quel che riguarda il 2004 le ripartizioni sono le seguenti: il 33,76% per il personale, il 23,77% per beni e servizi, il 13,90% è farmaceutica, il 10,61% è ospedaliera convenzionata, l´8,45% va per altre prestazioni, il 5,92% in medicina di base, il 3,53% in specialistica convenzionata, lo 0,22% in oneri finanziari.
«La spesa sanitaria privata è molto diversa da una regione all´altra. Ed è più elevata storicamente in alcune regione. E in genere in quelle del sud. Inoltre, è andata aumentando fino al 2003, dopodiché ha cominciato a ridursi. A mio parere perché si sono finiti i soldi», spiega Federico Spandonaro, coordinatore del rapporto Ceis sulla Sanità della Facoltà di Economia di Tor Vergata.
Sono Lazio e Lombardia quelle che nel 2003 risultano avere una più alta percentuale di spesa sanitaria privata, rispettivamente con il 30,7% e il 30,1% (fonte Assr). E Lombardia e Lazio sono anche le regioni con la maggior spesa sanitaria totale: 13.307.022 milioni di euro la prima (di cui 2.209.364 per ospedaliera convenzionata, 559.930 per specialistica convenzionata e 1.480.177 per altre prestazioni) e 8.886.526 la seconda (di cui 1.735.165 per ospedaliera convenzionata, 439.673 per specialistica convenzionata e 717.039 per altre prestazioni). Anche nel ‘95 erano queste le due Regioni con una maggior spesa sanitaria privata: rispettivamente il 35,6% e il 26,2%. Alta anche la spesa sanitaria privata della Sicilia: il 24,3% nel 2003 e il 20,01% nel ‘95. Tra le Regioni con la spesa sanitaria privata più bassa nel 2003 ci sono la Valle d´Aosta (il 10%), l´Umbria (10,8%), Marche (11,8%), Basilicata (11,9%) e Toscana (12,6%).Regioni in cui tradizionalmente la spesa sanitaria privata è stata bassa.