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    Predefinito Chi è "normale" secondo Libero?

    Articolo di Lidai Ravera

    Lidia Ravera


    «I delinquenti escono, i clandestini entrano, i loro parenti pure. Indulto, sanatoria, cittadinanza facile, ricongiungimento dei familiari. Gli italiani comuni e a norma di legge pagano il conto. È il bilancio del primo trimestre di centro-sinistra, alla pausa vacanze dopo sette voti di fiducia. L'Italia riprende a girare dice Prodi, se si riferisce ai testicoli dei suoi abitanti ha perfettamente ragione». Ancora una volta sono grata a Libero, alla prosa spiccia, senza ambiguità, sobriamente populista e sottilmente discriminatoria di Marcello Veneziani: mi sono sentita, leggendo il suo articolo, per la prima volta in modo nitido, soddisfatta del lavoro del nostro nuovo governo. «Questo governo si accanisce sulle famiglie e su chi rispetta la legge e premia solo trasgressori e trasgressivi», strilla l'occhiello, mentre il titolo, ancora più eloquente, lamenta, a caratteri di scatola: «Aiuto! Prodi mi odia perché sono normale!». Che giornale affascinante, osassi lo leggerei tutti i giorni. Quanto abilmente colpisce al cuore i cittadini più deboli, quelli che hanno bisogno di sentirsi migliori di qualcun altro, perché soffrono d'un radicato complesso di inferiorità (razzisti sono, spesso, i mentalmente fragili). Quanto subdolamente ed efficacemente introduce il concetto di «normalità», Veneziani, e ne suggerisce un uso aggressivo: normali sarebbero gli eterosessuali, nati in italia, sposati, «il quartetto tipico di padre-madre-figlio-figlia... nemico ideologico del Governo Prodi». Costoro, che, secondo Libero pagano le tasse e vivono umili ed onesti, sarebbero stati abbandonati dalla sinistra, tutta dedita alla protezione di ladri e froci, zoccole che abortiscono e viziosi ostinati nel regolarizzare le loro unioni. Chi si occuperà dei lavoratori dipendenti, normali e perdenti, si chiede preoccupato e propone alla destra di impugnare la bandiera del disciolto partito comunista, proponendo solidarietà col nuovo proletariato, quello dei non-ricchi, non-strani, non deviati, non-tra-sgressivi, magari, perché no, a-gressivi, piace di più, quelli che se gli prendi il posto al parcheggio ti sfondano il cranio col cric, ma sono tanto tranquilli finché non si arrabbiano e credono in Dio e nella proprietà privata e nella superiorità della razza italiana. Molto lodevole. Peccato che si tratti dello stesso ceto che il governo precedente, quegli stessi allineati non-abbienti, li abbia ridotti in miseria, legiferando per lo più a favore del ceto miliardario, ben rappresentato dall'ex premier, consentendo ogni arbitrio bottegaio sul cambio di moneta, trasformando il mercato del lavoro in un pantano per mancata libera concorrenza e così via. Io non so se gay femministe ladri laici negri e altri miserabili ripagheranno con il voto chi ha deciso di concedere loro qualche diritto, quello di cui sono certa è che chi non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese e continua a non farcela difficilmente rivorrà indietro l'unico italiano che è riuscito a guadagnarci sempre. E, a proposito di categorie sociali, avete letto del fermento in atto fra i poveri ricchi? Il signor Briatore, l'ho letto sul Corriere della Sera, si è innervosito moltissimo per la proposta del governatore della Sardegna, signor Soru, di tassare le barche superiori ai 14 metri, gli aerei privati e le ville in Costa Smeralda. Al grido di «una tassa incredibile, anzi inutile, non porterà una lira», ha organizzato una festa billionaria al Billionaire di Porto Cervo (è la versione chic delle manifestazioni di piazza). Tutti gli habitué del luogo si sono stretti attorno al capo-popolo: «Fate pagare chi arriva, come a Venezia», ha detto Marta Marzotto, «Fate pagare chi si avvicina, come all'isola della Maddalena», ha detto Briatore. Ma certo: che paghino sempre e solo quelli della gita di due giorni, quelli che poi tornano a casa dopo aver riempito «di spazzatura e di plastica l'incantevole cala», negli occhi il sorriso soddisfatto degli intoccabili, chiusi nel loro allegro zoo per vipparoli. La domanda è: perché chi si concede consumi di lusso non deve restituire un po' del suo superfluo a chi lotta per il necessario? Mi piacerebbe sapere che ne pensa Veneziani.

  2. #2
    Mai l'altra guancia
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    Quanto abilmente colpisce al cuore i cittadini più deboli, quelli che hanno bisogno di sentirsi migliori di qualcun altro, perché soffrono d'un radicato complesso di inferiorità (razzisti sono, spesso, i mentalmente fragili).
    Verissimo.

    chi non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese e continua a non farcela difficilmente rivorrà indietro l'unico italiano che è riuscito a guadagnarci sempre.
    Eh, già!

    Su Veneziani, meglio tacere.

    P.S.
    Notizie ufficiali sulle vendite di quel giornaletto?

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da salerno69
    «I delinquenti escono, i clandestini entrano, i loro parenti pure. Indulto, sanatoria, cittadinanza facile, ricongiungimento dei familiari. Gli italiani comuni e a norma di legge pagano il conto. È il bilancio del primo trimestre di centro-sinistra, alla pausa vacanze dopo sette voti di fiducia. L'Italia riprende a girare dice Prodi, se si riferisce ai testicoli dei suoi abitanti ha perfettamente ragione».

    «Questo governo si accanisce sulle famiglie e su chi rispetta la legge e premia solo trasgressori e trasgressivi»

    normali sarebbero gli eterosessuali, nati in italia, sposati, «il quartetto tipico di padre-madre-figlio-figlia... abbandonati dalla sinistra, tutta dedita alla protezione di ladri e froci, zoccole che abortiscono e viziosi ostinati nel regolarizzare le loro unioni.
    Quoto in pieno.

  4. #4
    Ashmael
    Ospite

    Predefinito

    Che porcata, assimilare i gay e gli immigrati onesti ai delinquenti! Anch'io, gay, sono normale rispetto ai criminali e ai terroristi islamici e non.

 

 

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