Per comprendere il significato di «persona» bisogna rifarsi alla distinzione fondamentale nella Tradizione indù fra il «Sé» e l’«io». Con alcune riserve, tale distinzione circa la costituzione dell’essere umano è equivalente a quella fra «personalità» e «individualità».
Il «Sé» è il Principio trascendente e permanente per il quale esistono, ognuno nel suo proprio dominio, tutti gli stati dell’essere, manifestati o non-manifestati.
Sebbene la parola «esistere» adesso risulti impropria, il «Sé» esiste per se stesso, non avendo né potendo avere nell’infinità del sua “natura” (purtroppo la carenza di un’appropriata terminologia metafisica occidentale si fa qui sentire) alcun principio che ad Esso sia esteriore. Tuttavia seconda una prospettiva propria alla manifestazione, il «Sé» considerato in rapporto ad un essere è propriamente la personalità di questo essere, il suo centro immortale e punto di convergenza di ogni suo indefinito stato o grado di manifestazione. Tale personalità è allora una determinazione immediata (così come una scintilla lo è del fuoco), primordiale e non “particolarizzata” del «Sé» o, il che in realtà è la stessa cosa, di Âtmâ. Quando l’intelletto superiore (Buddhi) è stabilizzato nel «Sé», si parla di «persona». Come si può constatare la «persona» intesa metafisicamente non ha nulla in comune con quello che i filosofi moderni chiamano la «persona umana» e che invece altro non è che individualità pura e semplice anche se considerata in una sua parte superiore come può essere, ad esempio, la ragione. Va dunque ribadito: il dominio della persona è nell’ordine dei principi, nell’ordine cioè dell’Universale.
Per la discesa nell’ordine di produzioni di Prakriti ad opera dell’attività «non-agente» di Purusha, quella stabilità trascendente e universale propria della persona così stabilizzata nel «Sé» viene riflessa sul piano orizzontale vitale, intersezione col dominio speciale di certe condizioni di esistenza, la cui risultante è appunto l’«individualità» (ahankâra) e l’«io» (aham) al quale è strettamente congiunto manas, la facoltà mentale. Così la coscienza individuale procede immediatamente, ma a titolo di semplice modalità “condizionata”, dal principio intellettuale, e, a sua volta, produce gli altri principi o elementi specifici dell’individualità umana.
Da quanto sin qui detto l’«individualità umana» risulta dunque essere grazie alle sue relazioni con la «personalità» molto più della sua comune riduzione alla semplice modalità corporea, ma anche molto meno rispetto alla personalità stessa, il cui stato permanente ed incondizionato nella Grazia e Gloria del «Sé» è l’unico che possa essere considerato assolutamente reale.