La fortezza inglese
Londra. Voleva essere la versione europea dell’attacco alle torri gemelle, hanno detto la polizia di Londra e i servizi segreti annunciando di avere sventato un attacco terroristico in progetto da tempo. Un enorme numero di vittime tramite esplosioni coordinate su aerei in partenza da Heathrow, Glasgow e Manchester, diretti negli Stati Uniti, a New York, Boston, Washington e Los Angeles. Le compagnie nell’obiettivo principale erano americane: Continental, United e American. Dopo lunghe indagini, in collaborazione con l’intelligence pachistana, dopo il via libera del premier, Tony Blair, e del ministro dell’Interno, John Reid, è scattata l’operazione che ha portato all’arresto di 24 musulmani tra Londra, la Thames Valley e Birmingham. Tutti cittadini britannici. Altri cinque sono ricercati.
Paul Stephenson, vicecapo della polizia di Londra, ne è sicuro: “Abbiamo sventato un attentato di dimensioni inimmaginabili, parliamo di una vera e propria strage, ne siamo certi”. Reid ha spiegato che l’attacco terroristico sarebbe avvenuto tramite esplosivo liquido di diversa natura per far esplodere simultaneamente tre aerei per volta, per un totale di almeno dieci apparecchi.
Aerei in volo dalla Gran Bretagna verso gli Stati Uniti che esplodono.
Un modo per simboleggiare la volontà dei fondamentalisti di spezzare l’asse politico tra questi due paesi che in modo compatto affrontano oggi la lotta al terrorismo.
Un attacco a quel pezzo di Europa che è oggi al fianco degli Stati Uniti. Tutte le principali forze politiche inglesi sono unite nell’esprimere sostegno all’operato delle forze dell’ordine e dei servizi segreti.
Peter Clarke, vicecapo della divisione antiterrorismo, ha detto che si è trattato di un’indagine di “dimensioni globali” che ha coinvolto anche le autorità americane. E’ stato lo stesso Blair, appena partito per le vacanze con la famiglia ai Caraibi, a informare George W. Bush nella notte sull’operazione antiterrorismo: i due leader mantengono contatti con i rispettivi staff che si scambiano informazioni di intelligence. E ieri il presidente americano ha usato parole durissime per condannare l’attacco sventato: “Gli Stati Uniti sono in guerra contro i fascisti islamici e questo attentato sventato ce lo ha ricordato in modo netto. La nostra nazione deve continuare a combattere il fascismo islamico perché i fascisti islamici usano ogni mezzo per distruggere chi ama la libertà”.
Reid e coloro che “non capiscono”
Anche Reid, che guida il ministero dall’Interno da pochi mesi, è stato molto duro. Ha detto che questo è un messaggio per chi “don’t get it”, per chi non capisce qual è la vera minaccia del terrore. La lista è lunga, Reid ha citato i politici che si oppongono a tutte le misure antiterroristiche, i giudici europei che hanno pronunciato il “Chahal judgment”, che non permette di far sapere all’Home office se coloro che sono stati espulsi hanno raggiunto o no i loro paesi d’origine e i mass media che “apparentemente danno più importanza alle opinioni dei terroristi islamici più che ai musulmani eletti democraticamente, come Karzai in Afghanistan e Maliki in Iraq”. Se Reid è sicuro che le “menti del possibile attentato siano già nelle mani della giustizia” è anche vero che nulla vuole essere lasciato al caso. E alla domanda se fosse giusto mettere al massimo stato d’allerta il paese nonostante i principali sospetti terroristi siano già stati arrestati, Reid spiega che è importante che la popolazione sia informata e “vogliamo che i cittadini cooperino con le forze dell’ordine comunicando loro qualunque situazione sospetta”.
William Hague, già leader del partito conservatore, oggi ministro ombra degli Esteri, chiede ai leader musulmani in Inghilterra di combattere ogni forma di sostegno al terrorismo. La piaga degli attentatori cresciuti in casa inglese non è affatto risolta. Sir Iqbal Sacranie, portavoce del Muslim Council of Britain, organizzazione ombrello delle comunità musulmane del paese, ha detto al Foglio che c’è bisogno di fatti e prove: “Certamente condanniamo atti di terrorismo, ma vogliamo che, al posto delle tante speculazioni dei mass media, siano portati alla luce i fatti e le prove in possesso della polizia e dei servizi segreti”. Non molto tempo fa, l’eccentrico commentatore conservatore Boris Johnson, ha scritto sul Daily Telegraph che è necessario capire cosa non sta funzionando in Gran Bretagna oggi. Quello che sembrava un modello multiculturale ha al suo interno giovani “nati negli ospedali di questo paese, educati nelle scuole britanniche, abituati a mangiare ‘fish and chips’” e poi progettano di mettere bombe, e una volta ce l’hanno già fatta, “nella capitale del proprio paese”.
Da il Foglio del 11 agosto
saluti