LIBANO: GUERRA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
In un intervista a El Mundo il presidente libanese Emile Lahud ha reso alcune dichiarazioni importanti che aiutano a chiarire aspetti che la stampa e la politica internazionali hanno volutamente trattato in modo confuso.
Innanzitutto il Libano non si considererà in pace con Israele fino a che “lo stato ebraico non avrà abbandonato la zona di Shebaa, per la quale il Dipartimento Giuridico dell’ONU ha indicato Siria e Libano come Paesi depositari della sovranità”.
Più in la nell’ intervista, il Presidente libanese evidenzia la necessità di risolvere il problema palestinese per arrivare ad una pace fra Libano e Israele. “In Libano rimangono 500mila palestinesi che costituiscono un problema demografico grave”.
M il passaggio più importante è quello in cui Lahud di confessione cristiano maronita dichiara: “ La capacità della resistenza libanese ha preso di sorpresa l’ esercito israeliano che si vendica con i civili. Il loro esercito è molto superiore ma le nostre tecniche di guerriglia sono efficaci. Tant’è che i soldati israeliani dopo un mese di conflitto sono costretti ad utilizzare elicotteri perché il territorio è in mano ai nostri valorosi guerriglieri”.Ed alla domanda “Quindi secondo voi Hezbollah forma parte dell’ Esercito Libanese?” Lahud risponde “ Certamente sì. E per essere efficiente deve continuare ad essere un movimento di guerriglia parallelo alle nostre Forze Armate”.
Fra le altre cose Lahud afferma in modo molto deciso che Israele e’ stato denunciato dal Governo Libanese per l’ uso di armi illegali quali le bombe al fosforo e all’ uranio e che la responsabilità dell’ omicidio di Hariri ( che tanto aveva commosso l’opinione pubblica internazionale) ricade sicuramente su Israele che “invidia i nostri successi”. Quest’ultima dichiarazione ci ricorda l’ analisi di Maurizio Blondet che aveva individuato nell’ “invidia di Giuda” una delle motivazioni di questa guerra. Infatti il Libano negli ultimi tempi si era ricostruito su basi di forte concordia religiosa e politica, profilandosi così come temibile concorrente politico, economico e militare per gli Israeliani.
Questa intervista dimostra come il Partito di Dio ( di maggioranza mussulmana, ma che raccoglie un ampia rappresentanza di cristiani) sia rappresentativo di tutto il Libano , soprattutto dopo l’ accordo stipulato febbraio scorso, fra il Generale cristiano Michael Aoun ed il capo Hezbollah, Hassan Nasrallah.