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Discussione: L'Imbroglione (2)

  1. #1
    SENATORE di POL
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    Predefinito L'Imbroglione (2)

    L'Imbroglione -

    ------------------------------------------------------------------

    dal quotidiano Libero di oggi

    "«Ho sconfitto chi froda il fisco» Il mago Romano trucca le carte ma l'imbroglio c'è e si vede

    di FRANCESCO FORTE

    Le affermazioni del premier Romano Prodi per cui i buoni risultati fiscali non modificheranno la politica erariale del governo e per cui il boom delle entrate del primo semestre di quest'anno è merito suo perchè ha annunciato che non si fanno più condoni sono grottesche. Si atteggia a padreterno che cammina sulle acque, ma non porta nessun argomento per una tesi così bislacca. Intanto già Tremonti aveva concordato con l'Unione europea che per la raccolta delle entrate non si sarebbe fatto più ricorso a condoni, ma a misure strutturali. Quindi il fatto che non ci fossero condoni in vista era noto ad ogni commercialista. Al contrario, a giugno, è emerso che si stava varando un indulto e molti reputavano che di esso avrebbero beneficiato anche i reati fiscali e quelli connessi, come le truffe. Prodi ha cominciato a governare in giugno e il decreto Bersani-Visco è dei primi di luglio. Al massimo la notizia che il nuovo governo è più severo del precedente in fatto di lotta all'evasione poteva influire sui dati di giugno. Ma non su quelli dei mesi precedenti. Basta guardare al dettaglio dei dati delle entrate che Libero ha pubblicato, ma che altri grandi giornali hanno taciuto, per capire che le cause di questo boom per l'erario sono la ripresa economica e la politica tributaria del governo Berlusconi, un patrimonio da non distruggere. L'imposta che ha dato il maggior contributo al boom delle entrate è l'Iva, che ha dato 4,3 miliardi in più, quasi un quarto del totale delle entrate aggiuntive del semestre, pari a 19,7 miliardi di euro. La crescita maggiore, del 22,6%, si deve all'Iva sulle importazioni, aumentata di 1,3 miliardi: essa si riscuote man mano che avvengono le importazioni e viene mandata dalle Dogane al Tesoro con un mese di sfasamento, sicché la presenza di Prodi e Visco, da giugno, nella stanza dei bottoni, non ha potuto certo influire su questi incassi. Invece risulta che le nostre importazioni, nel primo semestre, sono aumentate, in valore, del 23% a causa del caro petrolio e dei maggiori acquisti, in relazione alla ripresa interna e a quella dell'export (l'Italia è paese trasformatore). L'Iva sugli scambi interni, che viene versata per lo più mensilmente, con uno sfasamento ri spetto al mese precedente, ha dato, nel primo semestre, 3.100 miliardi in più, con una crescita del 7 %, Sono aumentati gli scambi, data la congiuntura economica favorevole e l'aumento dei prezzi. Dunque l'aumento del gettito dell'Iva che, nel semestre, è del 10%, si spiega essenzialmente con la tendenza alla crescita dell'economia. Probabilmente una parte del maggior imponibile Iva deriva dai vari condoni che hanno consentito a operatori sommersi ei servizi e micro imprese di mettersi in regola. Comunque, ciò riguarda eventi e gettiti anteriori a Prodi. Fra le imposte indirette, quella sul consumo di tabacchi ha una crescita del 9 per cento: è l'effetto del dopo Sirchia. Le imposte dirette hanno registrato un aumento del 15,9% Qui si potrebbe annidare la magia di Prodi, che comparendo, fa lievitare le entrate, nuovo santo protettore dell'erario. In effetti l'Ires, ossia l'imposta sui redditi delle società, presenta un maggior gettito semestrale di 2,5 miliardi di euro, pari al 22,6%. Però gran parte delle società paga l'imposta sui dati di bilancio, risultanti dalla contabilità, che si tiene giorno per giorno e si compila mensilmente ed annualmente. L'imposta versata ora riguarda i profitti del 2005 a conguaglio e in acconto. Non è credibile che le società, all'ultimo momento, abbiano manipolato retroattivamente in aumento gli utili, di cui alla loro contabilità del 2005, perché Prodi ha detto che non ci sono più condoni. Viceversa si sa che gli utili delle società sono stati, nel 2005, molto buoni e quest'anno stanno migliorando. A smontare gli entusiasmi c'è poi il fatto che la rivalutazione dei beni di impresa, con le apposite norme disposte da Tremonti, ha dato 2,550 miliardi di Ires. Avendo buoni utili, le società hanno proceduto a queste rivalutazioni, che consentono loro di avere un maggior accesso al credito, dato il maggior valore del loro capitale, ma comportano anche maggiori ammortamenti annuali e un onere fiscale straordinario, sia pure ad aliquote agevolate. Un altro incremento superiore alla media è quello del 13,8 per le ritenute sulle retribuzioni del pubblico impiego. Con una mano lo Stato ha aumentato gli stipendi e dato degli arretrati, con l'altra il fisco ha preso la sua parte. Nessuna magia. In campo tributario non esistono.
    "

    Ho messo in evidenza i fatti citati dall'articolo. Questa è la luna indicata dal dito di Libero. E quando il dito indica la luna solo gli imbecilli si ostinano a guardare il dito, dicevano i vecchi saggi. Ah....quanto avevano ragione!!!

    Saluti liberali

  2. #2
    SENATORE di POL
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    dal quotidiano LIBERO di oggi........

    "Prodi tarocca i dati per spremerci meglio

    di RENATO BRUNETTA

    Vede buchi di bilancio dove non ci sono e scrive Dpef fasulli. Così giustifica manovre inutili e dannose

    [immagine aggiunta]

    d �?��?��?� Lunedì i dati positivi sul gettito dell'autotassazione del primo semestre 2006. Martedì quelli lusinghieri sulla produzione industriale in forte ripresa. Mercoledì il ministero dell'economia si è compiaciuto delle buone performance della regola del 2% cioè il tetto alla spesa statale adottato nella finanziaria per il 2005 (metodo Gordon Brown). Qual è la notizia? La politica economica e finanziaria del governo Berlusconi funziona, Prodi e il suo governo, invece, stanno sbagliando tutto. Vediamo perché.
    FIGLI ILLEGITTIMI Innanzitutto, come ha ben illustrato sulle colonne di questo giornale Francesco Forte, i dati sul gettito in aumento per ben 19,7 miliardi di euro nel primo semestre del 2006 rispetto al primo semestre 2005, non possono che essere figli della politica fiscale del governo Berlusconi. Sono i risultati dell'ultima finanziaria di Tremonti, dei due moduli di riforma fiscale adottati nella scorsa legislatura, in generale della riforma fiscale tendente a ridurre le tasse a famiglie e imprese e dei condoni, che piaccia o non piaccia, hanno prodotto un allargamento della base fiscale e contributiva. Ma ancora. L'ultima novità, come abbiamo detto, sono i buoni risultati della regola del 2% di tetto alla spesa dello Stato che il governo Berlusconi ha importato dall'Inghilterra di Blair e adottato nella finanziaria del 2005 e che sta tenendo sotto controllo la spesa pubblica (meno 6,4 miliari di spese nei primi 5 mesi del 2006). E, poi, la spinta data dal volano degli investimenti infrastrutturali del piano delle grandi opere, la riforma del mercato del lavoro, quella delle pensioni. Insomma, una politica economica, quella del governo Berlusconi, di riforma che ha dato ottimi risultati non visibili fino ad un anno fa, ma che emergono ora in tutta evidenza con la ripresa in atto. I PRIMI 100 GIORNI Cosa hanno prodotto, invece, i primi 100 giorni del governo Prodi? Poco, e quel poco è stato fatto male. Volutamente errato. Ha sbagliato le stime sui saldi di finanza pubblica. Per mesi, infatti, i leader della sinistra-centro hanno demonizzato la politica economica e fiscale di Berlusconi, lo hanno fatto tutti gli esponenti della maggioranza durante la campagna elettorale denunciando un buco di bilancio che non c'era. Un buco di bilancio che neanche la famigerata commissione Faini, incaricata dell'esercizio di "due diligence" è riuscita a trovare. Tuttavia il ministro Padoa Schioppa ha presentato un documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) sfasato rispetto alla realtà dei nostri conti pubblici. Prevedendo un tendenziale 2006 di deficit tra una forbice del 4,1-4,6% (ma la Ragioneria non ha costan . temente monitorati i dati sui flussi di cassa?). Vittime del loro stesso allarmismo Prodi e compagni hanno cercato a tutti i costi di trovare un buco di bilancio, non hanno saputo stimare correttamente i dati sull'autotassazione e hanno frettolosamente approntato una manovra correttiva inutile se non dannosa. MANOVRA INUTILE Inutile perché l'obiettivo di deficit del 3,8% per il 2006, concordato con Bruxelles, non solo sarà rispettato, anzi se il secondo semestre sarà in linea con il primo (quasi certamente) saranno possibili valori più vicini al 3% che al 3,8%. Ne deriva una finanziaria totalmente da riscrivere tanto per la parte di "correzione europea" (per arrivare a fine 2007 sotto il 3%), quanto per la parte di stimolo alla crescita e di sostenibilità di medio periodo dei conti pubblici. Il danno, invece, della errata previsione dei saldi di bilancio del DPEF e cosa ancor più seria, perché con dei tendenziali di deficit intenzionalmente sbagliati il governo ha approvato una manovrina da 7 miliardi e scritto una finanziaria per il 2007 da 35 miliardi di euro entrambe totalmente fuori misura che rischiano di deprimere la crescita. Potrebbero, infatti, uccidere la ripresa economica chiaramente in fase di consolidamento visti anche i segnali incoraggianti che vengono dai dati sulla produzione industriale (più 3,7% in giugno) e il riposizionamento della politica monetaria che la Banca Centrale Europea (BCE) sta percorrendo. SALDI DA RISCRIVERE Con questi presupposti i saldi di finanza pubblica previsti nel Dpef per il 2006, ma soprattutto per il 2007 devono essere necessariamente riscritti, come deve essere riscritta tutta la politica econo mica che il governo Prodi ha fin qui basato su dati consapevolmente sbagliati. Quello che dovrebbe fare alla ripresa autunnale in parlamento il governo Prodi è una correzione in corso d'opera. Il ministro dell'Economia Padoa Schioppa dovrebbe presentarsi in parlamento a fare un mea culpa su un buco di bilancio che non c'era, su una manovra correttiva inutile, su una finanziaria per il 2007 colpevolmente sbagliata nei saldi. Dovrebbe avere la coerenza di presentare una nota di aggiornamento al Dpef da verificare in parlamento e in quella sede ridiscutere, con l'opposizione, l'intera politica economica e finanziaria del governo Prodi. AGGIORNARE IL DPEF Quella della nota di aggiornamento al Dpef è una prassi consolidata. Spesso, infatti, si è ricorso ad una nota di variazione dei saldi sulla base di nuovi dati che magari non erano disponibili in fase di scrittura del Dpef (anche se come dicevamo la Ragioneria ha sempre sotto controllo i flussi di entrate e uscite). Anche il presidente Prodi ne ha fatto uso in passato (1996) e considerato che i dati di questi ultimi giorni hanno completamente cambiato il quadro di politica economica e finanziaria, aggiornare il Dpef 2007-2011 sarebbe, oltre che una presa d'atto degli errori, un segnale di conformità con il mutato cambiamento congiunturale e di bilancio. Ma questa presa d'atto sarebbe anche la conferma della bontà della ricetta di politica economica del governo Berlusconi. Una sberla al governo disfattista di sinistracentro che, però, con il fattore "C" di Prodi finisce per trarre beneficio dagli ottimi risultati del lavoro fatto da chi li ha preceduti. LA RETTA VIA Che conseguenza dovrebbero, dunque, trarre Prodi e PadoaSchioppa dopo aver riconosciuto i loro errori? Semplice, per rimettere la politica economica del governo sulla retta via sarebbe necessario dare continuità a quanto fatto da Berlusconi, niente di più niente di meno che proseguire con la riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese, rilanciare gli investimenti infrastrutturali e con essi le grandi opere e non, invece, bloccare la Tav, e opporsi al Ponte sullo stretto di Messina piuttosto che al Mose a Venezia. Mantenere e completare due fondamentali riforme quella delle pensioni e quella del mercato del lavoro, altro che cancellazione della Tremonti -Maroni con relativo innalzamento dell'età di pensionamento o il superamento della legge Biagi. Qualsiasi politica di aumento della pressione fiscale, di blocco delle riforme, di blocco degli investimenti infrastrutturali sarebbe esiziale per lo sviluppo economico del Paese. Pertanto è urgente che si discuta di tutto questo al più presto in parlamento. E che Prodi e Padoa Schioppa la smettano di fare gli struzzi prendendosi meriti che non hanno. Il Paese ne ha già le tasche piene e potrebbe reagire.
    "


    Sini-Struzzi!!!

    Saluti liberali

  3. #3
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  4. #4
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    "Il Professore irresponsabile

    Di Carlo Pelanda (11-9-2006 - IL GIORNALE)


    Alla fortuna di Prodi corrisponde la sfortuna dell’Italia. Nel 1996 vinse le elezioni con la proposta che non bisognava cambiare niente. E così fece proprio nel momento in cui il globobang imponeva di cambiare tutto. Fino al 2000 l’economia italiana fu trainata dal boom globale, ma cumulando tali inefficienze per ritardo di adeguamento da farla cadere allo stesso tempo in una crisi competitiva strutturale. Che, per inciso, poi tagliò le gambe al governo Berlusconi lasciandogli un sistema disastrato. Ora la storia si ripete. Nel 2006 l’economia italiana è trainata da quella prorompente di Cina, India e Stati Uniti. Prodi ha la possibilità di usare questa fortunata contingenza per sostenere che la realtà non imponga rigore ed efficienza e così soddisfare le richieste irrealistiche della sinistra idealista per restare in sella. Ma se ciò accadrà l’Italia perderà nuovamente il treno e forse deraglierà con danni all’intero sistema europeo. Per evitarlo dobbiamo, intanto, capire bene questo punto.

    Prodi spera che la crescita robusta duri anche nel 2007 per giustificare la non necessità di difficili riforme. Ma i dati mostrano che: (a) il traino della crescita globale potrebbe essere minore a causa di una possibile recessione americana; (b) l’aumento dei tassi dell’euro ne terrà alto il cambio penalizzando le esportazioni; (c) e aumenterà la spesa per ripagare il debito pubblico nonché quella delle famiglie per i mutui, ambedue fattori recessivi. In sintesi, non ci sarà lo scenario che Prodi vorrebbe. Infatti Draghi ha dichiarato sia che la crescita non è ancora consolidata sia che il pericolo di inflazione è elevato, cioè che non si può sperare nell’ interruzione del rialzo dei tassi da parte della Bce. Quindi il governo italiano dovrebbe cogliere l’opportunità del “buon 2006” per il riequilibrio dei conti ed una stimolazione economica forte per non rendere l’Italia stagnante e con la finanza pubblica in grave disordine nel 2007 e 2008. Questo è il motivo dei reiterati richiami da parte della Commissione europea (Almunia). Ma Prodi preferisce mettere a rischio l’Italia - e l’euro - piuttosto che rischiare la poltrona esercitando una leadership tecnicamente consistente che sfidi il ricatto della sinistra estrema. Non taglierà significativamente le tasse alle imprese né i loro costi sistemici, manterrà elevati quelli dello Stato e non farà operazioni “patrimonio contro debito” per ridurre il secondo. Lascerà che Visco recuperi attraverso tassazione selettiva contro la popolazione produttiva e sul delicato ciclo del capitale quei denari che potrebbero non venire più dall’aumento del Pil. E così innescherà una spirale depressiva per crisi di fiducia, in assenza di rigore contabile e senza alcuna misura di incremento della produttività. Questa volta non rischiamo solo una crisi competitiva nazionale, ma anche l’insostenibilità del nostro debito pubblico con un rischio prospettico, perfino, di destabilizzazione dell’euro. E ciò fa nascere una “questione Prodi” non solo italiana, ma anche europea. Un primo ministro dell’eurozona non può rischiare di destabilizzarla per interesse di potere personale. Schroeder rinunciò ad un’alleanza vincente con la sinistra estrema per evitare un governo divergente dall’eurocompatibilità. Berlusconi rispettò gli eurolimiti pur pagando un prezzo politico altissimo. Prodi se ne frega per cinismo irresponsabile e questo lo rende inidoneo. In inglese, per europeizzare la questione: unfit.


    www.carlopelanda.com "


    Saluti liberali

  5. #5
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    dal quotidiano LIBERO di oggi...

    "L'Europa processa Romano il bugiardo

    di TOMMASO MONTESANO

    Le ingerenze di Prodi su Telecom arrivano a Strasburgo e potrebbero costargli una procedura d'infrazione


    ROMA Abuso di informazioni privilegiate. Manipolazione del mercato. Assenza di trasparenza. Con questi "capi d'imputazione" il Parlamento europeo si appresta a processare Romano Prodi. La bufera Telecom valica il confine nazionale e arriva a Strasburgo. L'Italia del Professore rischia di vedersi recapitare l'apertura di una procedura d'infrazione. «Sarà necessario acquisire più informazioni», fa sapere da New York Neelie Kroes, commissario europeo responsabile della Concorrenza, «prenderò un caffè con il presidente Prodi». A trascinare il Professore sul banco degli imputati europeo è Renato Brunetta, europarlamentare di Forza Italia, che ieri ha depositato un'interrogazione scritta alla Commissione Ue alla luce del comportamento di Palazzo Chigi sull'affaire Telecom. Nel mirino dell'economista azzurro c'è la corrispondenza tra il piano messo a punto da Angelo Rovati, consigliere economico di Prodi, il 5 settembre per lo "Scorporo della rete di Telecom Italia", e le decisioni assunte dal consiglio d'amministrazione della società di telefonia cinque giorni più tardi. In entrambi, infatti, c'è lo "spezzatino": la separazione tra telefonia fissa e telefonia mobile. Scelta in contrasto, ricorda Brunetta, rispetto «a quella operata solo due anni fa dagli stessi vertici di Telecom Italia per una fusione con Tim». Un dietrofront «che non lascia dubbi», denuncia l'europarlamentare di Forza Italia, «sull'ingerenza nell'affare dell'istituzione presidenza del Consiglio, se non del suo presidente Prodi, certamente del suo consigliere economico». Tutto, ovviamente, in barba alla normativa comunitaria recepita dall'ordinamento italiano.

    REGOLE INFRANTE
    «Quando era presidente della Commissione europea», ricorda Brunetta, «Prodi ha regolato il mercato finanziario con una direttiva al fine di impedire lo sfruttamento di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato. Ora questo provvedimento gli si ritorce contro». Il riferimento dell'economista forzista è alla direttiva 2003/6/Ce del 28 gennaio 2003 sul "market abuse", l'abuso di mercato. Tre i punti chiave del testo: il rispetto del principio della divulgazione tempestiva e corretta delle informazioni a tutela degli investitori; il divieto, per i componenti degli organi di gestione delle società, «di comunicare informazioni privilegiate ad un'altra persona se non nell'ambito del normale esercizio del loro lavoro, della loro professione e delle loro funzioni»; l'obbligo, in caso di diffusione di qualsiasi informazione privilegiata, «di dare integrale ed efficace divulgazione al pubblico di tale informazione» attraverso comunicazione alle autorità di vigilanza e di gestione dei mercati e agli organi di stampa. L'Italia ha recepito la direttiva comunitaria inserendo le norme anti-manipolazione nel Testo unico della finanza del 1998. Stabilendo anche le pene in caso di violazione: da uno a sei anni di reclusione e da 20mila a tre milioni di euro di multa per chi, in possesso in informazioni privilegiate, ne abusa; da uno a sei anni di reclusione e da 20mila a cinque milioni di euro di multa per chi quelle informazioni le sfrutta per manipolare il mercato. Norme sottoscritte dallo stesso gruppo Telecom all'articolo due del suo codice etico e di condotta, dove la società assicura «al mercato, agli investitori e alla comunità in genere una piena trasparenza sulla propria azione». Niente di tutto questo, però, per Forza Italia sarebbe accaduto. Alla Commissione, Brunetta chiede di accertare «se la fiducia degli investitori nei mercati finanziari è stata salvaguardata vista la totale assenza di trasparenza dell'operazione». La contemporanea mancanza di informazione e trasparenza, rincara la dose l'europarlamentare, «potrebbero aver pregiudicato il normale funzionamento dei mercati con danni ai consumatori e ai piccoli investitori, dato che l'architettura orchestrata dalla presidenza del Consiglio e dal suo consigliere economico ha influito in modo sensibile sull'evoluzione e la formazione dei prezzi di un mercato regolamentato». Dulcis in fundo, Brunetta invita l'esecutivo europeo a verificare «se è riscontrabile un abuso di informazioni privilegiate e la violazione della normativa contro la manipolazione del mercato, visto che, in questo caso, è stata ostacolata la reale e piena trasparenza del mercato».

    ECCO BRUXELLES
    All'iniziativa di Brunetta si associa Antonio Tajani, capogruppo forzista all'Europarlamento, che ieri ha presentato un'interrogazione in cui, dopo le mosse del Professore, sulla vicenda Telecom chiede un «intervento urgente» della Commissione Ue. «Quali iniziative intende avviare a garanzia del mercato interno e della libera concorrenza?», si chiede Tajani, per il quale il comportamento di Prodi non vìola solo la direttiva europea sulla manipolazione del mercato, ma prefigura anche un'aggressione alla «libertà d'impresa prevista dall'articolo sei della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea». Prodi, insomma, tra l'altro atteso a Bruxelles il prossimo 11 ottobre per la sessione plenaria del Parlamento europeo, è sulla graticola. «Cosa verrà a dirci il presidente del Consiglio, che sta entrando in contrasto con i due fondamenti dell'Ue, il mercato e la concorrenza?», incalza Tajani, «è il suo governo che è contro l'Europa, non il nostro». Adesso la palla passa alle istituzioni comunitarie. La richiesta di chiarimento annunciata da Bruxelles è il primo passo, propedeutico all'avvio di una procedura contro l'Italia. E presto potrebbe muoversi anche Charlie Mc Creevy, commissario europeo responsabile per il mercato interno e i servizi. La delegazione di Forza Italia, a sostegno delle interrogazioni presentate, è pronta a consegnare ai commissari un dossier sull'affaire Telecom.
    PROFESSORE NEI GUAI
    Romano Prodi è al centro del caso Telecom dopo che è stato diffuso il piano per il riassetto del gruppo messo a punto dal suo consulente Angelo Rovati Oly
    "

    Attendiamo anche sempre fiduciosi l'intervento della Procura di Milano.


    Saluti liberali

  6. #6
    Hanno assassinato Calipari
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    in pratica berlusconi ha aumentato le tasse e peggiorato i conti pubblici, un record.

  7. #7
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    ma dico...perchè il governo si è cacciato in una cosa del genere?

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Pieffebi Visualizza Messaggio
    L'Imbroglione -

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    dal quotidiano Libero di oggi

    "«Ho sconfitto chi froda il fisco» Il mago Romano trucca le carte ma l'imbroglio c'è e si vede

    di FRANCESCO FORTE

    Le affermazioni del premier Romano Prodi per cui i buoni risultati fiscali non modificheranno la politica erariale del governo e per cui il boom delle entrate del primo semestre di quest'anno è merito suo perchè ha annunciato che non si fanno più condoni sono grottesche. Si atteggia a padreterno che cammina sulle acque, ma non porta nessun argomento per una tesi così bislacca. Intanto già Tremonti aveva concordato con l'Unione europea che per la raccolta delle entrate non si sarebbe fatto più ricorso a condoni, ma a misure strutturali. Quindi il fatto che non ci fossero condoni in vista era noto ad ogni commercialista. Al contrario, a giugno, è emerso che si stava varando un indulto e molti reputavano che di esso avrebbero beneficiato anche i reati fiscali e quelli connessi, come le truffe. Prodi ha cominciato a governare in giugno e il decreto Bersani-Visco è dei primi di luglio. Al massimo la notizia che il nuovo governo è più severo del precedente in fatto di lotta all'evasione poteva influire sui dati di giugno. Ma non su quelli dei mesi precedenti. Basta guardare al dettaglio dei dati delle entrate che Libero ha pubblicato, ma che altri grandi giornali hanno taciuto, per capire che le cause di questo boom per l'erario sono la ripresa economica e la politica tributaria del governo Berlusconi, un patrimonio da non distruggere. L'imposta che ha dato il maggior contributo al boom delle entrate è l'Iva, che ha dato 4,3 miliardi in più, quasi un quarto del totale delle entrate aggiuntive del semestre, pari a 19,7 miliardi di euro. La crescita maggiore, del 22,6%, si deve all'Iva sulle importazioni, aumentata di 1,3 miliardi: essa si riscuote man mano che avvengono le importazioni e viene mandata dalle Dogane al Tesoro con un mese di sfasamento, sicché la presenza di Prodi e Visco, da giugno, nella stanza dei bottoni, non ha potuto certo influire su questi incassi. Invece risulta che le nostre importazioni, nel primo semestre, sono aumentate, in valore, del 23% a causa del caro petrolio e dei maggiori acquisti, in relazione alla ripresa interna e a quella dell'export (l'Italia è paese trasformatore). L'Iva sugli scambi interni, che viene versata per lo più mensilmente, con uno sfasamento ri spetto al mese precedente, ha dato, nel primo semestre, 3.100 miliardi in più, con una crescita del 7 %, Sono aumentati gli scambi, data la congiuntura economica favorevole e l'aumento dei prezzi. Dunque l'aumento del gettito dell'Iva che, nel semestre, è del 10%, si spiega essenzialmente con la tendenza alla crescita dell'economia. Probabilmente una parte del maggior imponibile Iva deriva dai vari condoni che hanno consentito a operatori sommersi ei servizi e micro imprese di mettersi in regola. Comunque, ciò riguarda eventi e gettiti anteriori a Prodi. Fra le imposte indirette, quella sul consumo di tabacchi ha una crescita del 9 per cento: è l'effetto del dopo Sirchia. Le imposte dirette hanno registrato un aumento del 15,9% Qui si potrebbe annidare la magia di Prodi, che comparendo, fa lievitare le entrate, nuovo santo protettore dell'erario. In effetti l'Ires, ossia l'imposta sui redditi delle società, presenta un maggior gettito semestrale di 2,5 miliardi di euro, pari al 22,6%. Però gran parte delle società paga l'imposta sui dati di bilancio, risultanti dalla contabilità, che si tiene giorno per giorno e si compila mensilmente ed annualmente. L'imposta versata ora riguarda i profitti del 2005 a conguaglio e in acconto. Non è credibile che le società, all'ultimo momento, abbiano manipolato retroattivamente in aumento gli utili, di cui alla loro contabilità del 2005, perché Prodi ha detto che non ci sono più condoni. Viceversa si sa che gli utili delle società sono stati, nel 2005, molto buoni e quest'anno stanno migliorando. A smontare gli entusiasmi c'è poi il fatto che la rivalutazione dei beni di impresa, con le apposite norme disposte da Tremonti, ha dato 2,550 miliardi di Ires. Avendo buoni utili, le società hanno proceduto a queste rivalutazioni, che consentono loro di avere un maggior accesso al credito, dato il maggior valore del loro capitale, ma comportano anche maggiori ammortamenti annuali e un onere fiscale straordinario, sia pure ad aliquote agevolate. Un altro incremento superiore alla media è quello del 13,8 per le ritenute sulle retribuzioni del pubblico impiego. Con una mano lo Stato ha aumentato gli stipendi e dato degli arretrati, con l'altra il fisco ha preso la sua parte. Nessuna magia. In campo tributario non esistono.
    "

    Ho messo in evidenza i fatti citati dall'articolo. Questa è la luna indicata dal dito di Libero. E quando il dito indica la luna solo gli imbecilli si ostinano a guardare il dito, dicevano i vecchi saggi. Ah....quanto avevano ragione!!!

    Saluti liberali

    Ma perchè ha aspettato tanto a sconfiggere gli evasori . Non lo poteva fare nel suo predente governo ? O allora gli evasoni non esistevano ?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj Visualizza Messaggio
    in pratica berlusconi ha aumentato le tasse e peggiorato i conti pubblici, un record.

    Invece prodi vuole :

    1. dirigere l'industria dettando la linea di condotta agli imprenditori

    2. aumentare le spese per poi aumentare le tasse

    3. fare affari con degli assassini ( i cinesi)


    ditemi voi cosa cè di peggio...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da diegol22 Visualizza Messaggio
    ma dico...perchè il governo si è cacciato in una cosa del genere?
    da prodi cosa ti aspettavi?

    w tronchetti provera

 

 
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