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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da shalom2
    Gli arabi e gli islamici vogliono tutti la distruzione di Israele. Ma non solo loro. Anche in questo forum moltissimi brinderebbero alla scomparsa di Israele e del suo popolo.
    La mazza di S. Nicola chi la porta quello la prova!!!

  2. #12
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    Scriviamo la storia correttamente please

    Oltre cinque milioni sono oggi i palestinesi. La loro storia si identifica con quella terra che per novemila anni li ha accolti: una distesa grande quanto la Sardegna, tra il Giordano, il golfo di Aqaba e il Mediterraneo. Qui vivevano i primi palestinesi (discendenti degli abitanti originari della antica Palestina -Amriti, Cananei. Aramiti ed Arabi- ) molti secoli prima che gli ebrei provenienti da est, occupasserro il centro ed il nord di questa terra (1500 a.C.). I palestinesi subirono la dominazione romana, si integrarono nel mondo arabo ai tempi dell'espansione islamica, mantennero sempre contatti con il mondo cristiano, ed una loro caratteristica fu la costante apertura a tutti gli influssi, sia musulmani che ebraici, che cristiani. Essi subirono, ma non accettarono, la violenza fanatica dei turchi e quella dei Crociati, che proprio in Palestina si scontravano per il dominio del Medio Oriente.

    Nel XX secolo, come tutti gli altri popoli arabi, lottarono contro il dominio Turco-Ottomano, e per questo furono preziosi alleati degli occidentali che nella guerra mondiale si trovavano di fronte la Germania e la Turchia unite.

    Ma le aspirazioni dei popoli arabi all'Indipendenza, una volta crollato l'Impero Ottomano (1917), si scontrarono con gli interessi delle potenze europee, che miravano di colmare immediatamente il vuoto di potere lasciato dai Turchi nella regione.

    Gli interessi della maggiore potenza coloniale, la Gran Bretagna, erano riposti soprattutto nel controllo del canale di Suez e di una rotta via terra per le Indie e i domini asiatici. Dopo accordi con la Russia e la Francia circa la divisione delle spoglie dell'Impero Ottomano, l'Inghilterra, preoccupata per le possibilita' di penetrazione francese nel Medio Oriente vide come unica via d'uscita l'utilizzazione del colonialismo Ebraico predicato in quegli anni dal Sionismo.

    Violando tutte le promesse di sostegno all'indipendenza araba, date dalla Gran Bretagna negli anni critici della lotta contro i turchi, il ministro degli esteri Balfour dichiaro' nel 1917 il pieno appoggio del suo paese al progetto sionista della creazione di un Focolare Nazionale Ebraico in Palestina.

    Da allora e per trent'anni, gli interessi imperialistici britannici e il sionismo si trovarono a confluire nell'obiettivo pratico della creazione di uno stato ebraico nel Medio Qriente. Cosi, fu la pressione dei circoli finanziari sionisti, mirante a neutralizzare le spinte contrarie di Stati Uniti e Francia, a far si che nel 1923 la Societa' delle Nazioni assegnasse il mandato sulla Palestina all'Inghilterra che aveva gia' occupato. Per l'occasione fu escogitata la formula del "mandato internazionale". Fu una chiara violazione del diritto all'autodeterminazione dei popoli, sancita dalla stessa S.d.N.

    Le intenzioni della Gran Bretagna sono altrettanto chiare: essa nomina suo primo alto commissario in Palestina un ebreo sionista; riconosce l'organizzazione sionista mondiale come "Agenzia Ebraica" che rappresenta gli interessi degli ebrei in tutto il mondo (cioe' come "governo" ebreo dello stato ebreo che si ha intenzione di costruire); apre le porte alla immigrazione sionista di massa malgrado le continue pretese arabe trasferisce dei terreni statali agli ebrei permette alla comunita sionista di amministrare le proprie scuole e di mantenere la propria organizzazione militare (Haganah); addestra unita' mobili delle truppe sioniste (il Palmach), finge di ignorare l'esistenza di organizzazioni terroristiche (Irgun, Stern). Alla maggioranza palestine furono negate analoghe facilitazioni ed essa fu privata dei mezzi di autodifesa (un palestinese che veniva trovato in possesso anche di un solo proiettile era mandato a morte).

    I sionisti vogliono la terra, le risorse, ma vogliono soprattutto creare lo stato ebraico. Di conseguenza, i palestinesi non sono destinati a essere sfruttati (come nel colonialismo tradizionale) ma di essere sostituiti. La parola d'ordine e "lavoro ebraico". La nuova "nazione ebraica" dovra' avere una classe operaiai ebrea. Il che significa l'esclusione degli arabi dall'economia locale (tra l'altro, l'operaio ebreo non potrebbe reggere ai bassi salari dell'operaio arabo e di colpo cesserebbe l'immigrazione sionista).

    La reazione araba a questa violenza organizzata, metodica e autorizzata dalle grandi potenze rappresentate dalla Societa delle Nazioni, e' immediata.

    Gli anni 1936-1939 furono un susseguirsi di rivolte, di scioperi generali ad oltranza, i piu' lunghi della storia del proletariato mondiale, di boicottaggio della amministrazione inglese. La grande rivolta araba del 1936-1939 -la piu' importante sollevazione anticoloniale dell'epoca- e' repressa nel sangue. Soltanto dopo l'invio da Londra di rinforzi militari di 20mila uomini che, assistiti dall'aviazione, spazzano via la tenace guerriglia dimostratasi capace di occupare intere zone agricole e citta', e di resistere a lungo contro forze di gran lunga superiori, grazie ad un vasto appoggio tra le popolazioni locali.

    Ma dietro la protesta spontanea non esisteva una reale politica di opposizione all'imperialismo inglese ed ai sionisti, le masse arabe palestinesi venivano strumentalizzate dai regimi arabi i quali, lungi dal difenderne i dirittie ne usavano la protesta per aumentare il prezzo della resa ai sionisti.

    "La popolazione palestinese e' senza dubbio gia' a quell'epoca una delle piu avanzate nella regione e possiede un alto grado di coscienza politica e nazionale. Nel 1929 una commissione d'inchiesta britannica constata: "L'opinione che il fellah non s'interessa di politica non trova conferma nella nostra esperienza in Palestina... Qui nessuno puo dubitare che i contadini e i braccianti sono autenticamente interessati sia alla creazione di un loro stato sia allo sviluppo di istituzioni di autogoverno. Non meno di 14 quotidiani vengono pubblicati in Palestina e quasi in ogni villaggio vi e qualcuno incaricato di leggerli a quattro contadini che non sanno leggere... Essi discutono tutti di politica e questa fa abitualmente parte dei sermoni di venerdi nella moschea. Questi fellahin... sono con tutta probabilita' piu' politicizzati di molta gente in Europa".

    Nel maggio del '39, il governo britannico pubblica un libro bianco. Essendo mutata la situazione internazionale e accresciuta l'importanza del petrolio, Londra e' costretta a fare agli arabi delle concessioni: una delle piu' importanti e' la limitazione dell'immigrazione ebraica. La risposta delle milizie ebraiche non si fa attendere: intensificano l'immigrazione clandestina in vista della creazione del futuro stato. Quindi la Gran Bretagna dopo aver addestrato e armato i gruppi sionisti per proteggere i propri interessi nella regione diviene co pevole delle minaccie potenziali alla sua sovranita' tenta di riprendere in mano la situazione.

    L'lrgoun (con a capo Menachem Begin) e lo Stern (tra i capi ricordiamo Shamir) ricorrono ad azioni terroristiche, anche all'esterno della Palestina. Nel 1944 due loro agenti assassinano lord Moyne, ministro residente britannico al Cairo e nel 1946 fanno saltare l'albergo King David a Gerusalemme, dove aveva sede l'amministrazione britannica, causando 91 morti (tra i quali alcuni ebrei).

    Gli inglesi indeboliti ma desiderosi di conservare il loro mandato proseguono la loro politica ambigua, nella speranza di mettere palestinesi e sionisti gli uni contro gli altri, ma il terrorismo sionista continua, nonche' l'immigrazione clandestina. L'Irgoun applica con successo la tattica dell'occhio per occhio, dente per dente e risponde ad ogni vessazione britannica con grandi rappresaglie. Quando gli inglesi vedono che la situazione sfugge dalle loro mani, sottopongono la questione palestinese alle Nazioni Unite.

    Oltre alla fine del mandato britannico per il maggio 1948, l'0NU propose di risolvere la "controversia" tra palestinesi e sionisti spartendo la Palestina in uno stato ebraico (56% della superficie) ed uno stato arabo (43%), me Gerusalemme doveva essere dichiarata "Zona Internazionale" sotto controllo dell'ONU stessa.

    Tale piano privava automaticamente gli arabi abitanti nella zona assegnata al nuovo <<Stato di Israele>> di ogni possibilita' di decidere della propria sorte. Per assicurarsi l'esecuzione del piano di spartizione, le pressioni sioniste aumentarono costantemente durante tutto il 1947 e il 1948. Al pubblico europeo e americano veniva spiegato che le rivendicazioni sioniste erano fondate sulla Bibbia e sulle sofferenze patite dagli ebrei sotto il nazismo e il fascismo. Tutti gli Stati, membri o no dell'ONU, che si erano opposti alla spartizione furono minacciati o ricattati dall'America.

    Infine, il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale dell'ONU adotto' il piano di spartizione con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 10 astenuti. Ai sionisti fu dato uno Stato, insediato nel punto di collegamento tra Asia ed Africa, senza il libero consenso dei palestinesi e di alcun'altra nazione circondaria, africana o asiatica. <<I voti decisivi -dichiaro' al Congresso Americano un deputato- furono quelli di Haiti, Liberia, Filippine. Questi voti bastarono per riportare la maggioranza dei due terzi. In precedenza questi paesi avevano votato contro la spartizione. Le pressioni esercitate su di essi dai nostri rappresentanti ufficiali e da privati cittadini americani sono un atto riprovevole nel loro e nei nostri confronti>>.

    Deir Yassin

    Presso le alture ad Ovest di Gerusalemme, Deir Yassin era un villaggio come tanti altri, 300 abitanti in tutto. Gli israeliani pensarono di compiere lì una "azione esemplare" che servisse a convincere i palestinesi ad abbandonare collettivamente la zona. La spedizione fu organizzata ed eseguita dal capo dell'Irgun, Menachem Begin. Le sue truppe circondarono il villaggio, all'alba del 9 aprile 1948, ed uccisero sistematicamente 250 abitanti: uomini, donne, bambini. Di proposito la notizia fu sparsa in tutti i villaggi, utilizzando i pochi superstiti, organizzando conferenze stampa, riproduzioni fotografiche del villaggio distrutto, volantini incitanti a fuggire. Inizio' allora l'esodo in massa dei palestinesi. Lo stesso Begin, capo del governo racconta: << Dappertutto noi eravamo i primi a passare all'azione. Gli arabi, spaventati, cominciarono a fuggire. L'Haganah compiva attacchi vittoriosi su altri fronti, mentre le forze ebraiche continuavano ad avanzare verso Haifa come un coltello nel burro. Presi dal panico, gli arabi scappavano gridando: "Deir Yassin">>.

    (M. Begin, The Revolt Story of the Irgun)

    La reazione degli arabi, e le proteste di quasi tutti i paesi extraeuropei (tra i quali, solo il Sudafrica si schiero' apertamente con i sionisti), costrinsero le Nazioni Unite a riesaminare la spartizione.

    La situazione in Palestina era allora la seguente: dopo trenta anni di dominazione inglese in Palestina, la comunita' ebraica era diventata 12 volte piu grande che nel 1917 e rappresentava quasi un terzo della popolazione. Le terre in suo possesso -come proclamava la legge costituzionale dell'<<Agenzia Ebraica">> (1929)- dovevano "essere registrate a nome del Fondo Nazionale Ebraico, affinche' divenissero proprieta' inalienabile del popolo ebraico" . Avevano dunque il carattere di extraterritorialita' e non potevano piu' essere ricomprate dagli arabi. Si era cosi formato uno "stato nello stato", anche se, per la forte resistenza dei palestinesi a vendere le loro terre, i massicci sforzi degli ebrei colonizzatori avevano portato, dopo vent'anni, all'acquisto di meno del 6% delle terre di Palestina.

    Quando l'ONU voto' il piano di spartizione l'<<Agenzia Ebraica>> ordino' di operare il tutto per tutto e di mettere il mondo di fronte al fatto compiuto: il 1948 doveva diventare l'anno del terrore sistematico attuato per allontanare gli arabi dalla Palestina. L'obiettivo era la conquista della maggior quantita' possibile di territorio. Si attaccarono militarmente villaggi e terre con valore strategico, specialmente nelle zone assegnate, nel progetto dell'ONU, allo Stato arabo. Si utilizzo' la minaccia di "fare di ogni villaggio una nuova Deir Yassin" per convincere gli abitanti delle regioni controllate dagli ebrei ad evacuare.
    Vuoi una soluzione VERA alla Crisi Finanziaria ed al Debito Pubblico?

    NUOVA VERSIONE COMPLETATA :
    http://lukell.altervista.org/Unasolu...risiEsiste.pdf




  3. #13
    capaneo
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    Citazione Originariamente Scritto da Fuori_schema
    Scriviamo la storia correttamente please

    Oltre cinque milioni sono oggi i palestinesi. La loro storia si identifica con quella terra che per novemila anni li ha accolti: una distesa grande quanto la Sardegna, tra il Giordano, il golfo di Aqaba e il Mediterraneo. Qui vivevano i primi palestinesi (discendenti degli abitanti originari della antica Palestina -Amriti, Cananei. Aramiti ed Arabi- ) molti secoli prima che gli ebrei provenienti da est, occupasserro il centro ed il nord di questa terra (1500 a.C.). I palestinesi subirono la dominazione romana, si integrarono nel mondo arabo ai tempi dell'espansione islamica, mantennero sempre contatti con il mondo cristiano, ed una loro caratteristica fu la costante apertura a tutti gli influssi, sia musulmani che ebraici, che cristiani. Essi subirono, ma non accettarono, la violenza fanatica dei turchi e quella dei Crociati, che proprio in Palestina si scontravano per il dominio del Medio Oriente.

    Nel XX secolo, come tutti gli altri popoli arabi, lottarono contro il dominio Turco-Ottomano, e per questo furono preziosi alleati degli occidentali che nella guerra mondiale si trovavano di fronte la Germania e la Turchia unite.

    Ma le aspirazioni dei popoli arabi all'Indipendenza, una volta crollato l'Impero Ottomano (1917), si scontrarono con gli interessi delle potenze europee, che miravano di colmare immediatamente il vuoto di potere lasciato dai Turchi nella regione.

    Gli interessi della maggiore potenza coloniale, la Gran Bretagna, erano riposti soprattutto nel controllo del canale di Suez e di una rotta via terra per le Indie e i domini asiatici. Dopo accordi con la Russia e la Francia circa la divisione delle spoglie dell'Impero Ottomano, l'Inghilterra, preoccupata per le possibilita' di penetrazione francese nel Medio Oriente vide come unica via d'uscita l'utilizzazione del colonialismo Ebraico predicato in quegli anni dal Sionismo.

    Violando tutte le promesse di sostegno all'indipendenza araba, date dalla Gran Bretagna negli anni critici della lotta contro i turchi, il ministro degli esteri Balfour dichiaro' nel 1917 il pieno appoggio del suo paese al progetto sionista della creazione di un Focolare Nazionale Ebraico in Palestina.

    Da allora e per trent'anni, gli interessi imperialistici britannici e il sionismo si trovarono a confluire nell'obiettivo pratico della creazione di uno stato ebraico nel Medio Qriente. Cosi, fu la pressione dei circoli finanziari sionisti, mirante a neutralizzare le spinte contrarie di Stati Uniti e Francia, a far si che nel 1923 la Societa' delle Nazioni assegnasse il mandato sulla Palestina all'Inghilterra che aveva gia' occupato. Per l'occasione fu escogitata la formula del "mandato internazionale". Fu una chiara violazione del diritto all'autodeterminazione dei popoli, sancita dalla stessa S.d.N.

    Le intenzioni della Gran Bretagna sono altrettanto chiare: essa nomina suo primo alto commissario in Palestina un ebreo sionista; riconosce l'organizzazione sionista mondiale come "Agenzia Ebraica" che rappresenta gli interessi degli ebrei in tutto il mondo (cioe' come "governo" ebreo dello stato ebreo che si ha intenzione di costruire); apre le porte alla immigrazione sionista di massa malgrado le continue pretese arabe trasferisce dei terreni statali agli ebrei permette alla comunita sionista di amministrare le proprie scuole e di mantenere la propria organizzazione militare (Haganah); addestra unita' mobili delle truppe sioniste (il Palmach), finge di ignorare l'esistenza di organizzazioni terroristiche (Irgun, Stern). Alla maggioranza palestine furono negate analoghe facilitazioni ed essa fu privata dei mezzi di autodifesa (un palestinese che veniva trovato in possesso anche di un solo proiettile era mandato a morte).

    I sionisti vogliono la terra, le risorse, ma vogliono soprattutto creare lo stato ebraico. Di conseguenza, i palestinesi non sono destinati a essere sfruttati (come nel colonialismo tradizionale) ma di essere sostituiti. La parola d'ordine e "lavoro ebraico". La nuova "nazione ebraica" dovra' avere una classe operaiai ebrea. Il che significa l'esclusione degli arabi dall'economia locale (tra l'altro, l'operaio ebreo non potrebbe reggere ai bassi salari dell'operaio arabo e di colpo cesserebbe l'immigrazione sionista).

    La reazione araba a questa violenza organizzata, metodica e autorizzata dalle grandi potenze rappresentate dalla Societa delle Nazioni, e' immediata.

    Gli anni 1936-1939 furono un susseguirsi di rivolte, di scioperi generali ad oltranza, i piu' lunghi della storia del proletariato mondiale, di boicottaggio della amministrazione inglese. La grande rivolta araba del 1936-1939 -la piu' importante sollevazione anticoloniale dell'epoca- e' repressa nel sangue. Soltanto dopo l'invio da Londra di rinforzi militari di 20mila uomini che, assistiti dall'aviazione, spazzano via la tenace guerriglia dimostratasi capace di occupare intere zone agricole e citta', e di resistere a lungo contro forze di gran lunga superiori, grazie ad un vasto appoggio tra le popolazioni locali.

    Ma dietro la protesta spontanea non esisteva una reale politica di opposizione all'imperialismo inglese ed ai sionisti, le masse arabe palestinesi venivano strumentalizzate dai regimi arabi i quali, lungi dal difenderne i dirittie ne usavano la protesta per aumentare il prezzo della resa ai sionisti.

    "La popolazione palestinese e' senza dubbio gia' a quell'epoca una delle piu avanzate nella regione e possiede un alto grado di coscienza politica e nazionale. Nel 1929 una commissione d'inchiesta britannica constata: "L'opinione che il fellah non s'interessa di politica non trova conferma nella nostra esperienza in Palestina... Qui nessuno puo dubitare che i contadini e i braccianti sono autenticamente interessati sia alla creazione di un loro stato sia allo sviluppo di istituzioni di autogoverno. Non meno di 14 quotidiani vengono pubblicati in Palestina e quasi in ogni villaggio vi e qualcuno incaricato di leggerli a quattro contadini che non sanno leggere... Essi discutono tutti di politica e questa fa abitualmente parte dei sermoni di venerdi nella moschea. Questi fellahin... sono con tutta probabilita' piu' politicizzati di molta gente in Europa".

    Nel maggio del '39, il governo britannico pubblica un libro bianco. Essendo mutata la situazione internazionale e accresciuta l'importanza del petrolio, Londra e' costretta a fare agli arabi delle concessioni: una delle piu' importanti e' la limitazione dell'immigrazione ebraica. La risposta delle milizie ebraiche non si fa attendere: intensificano l'immigrazione clandestina in vista della creazione del futuro stato. Quindi la Gran Bretagna dopo aver addestrato e armato i gruppi sionisti per proteggere i propri interessi nella regione diviene co pevole delle minaccie potenziali alla sua sovranita' tenta di riprendere in mano la situazione.

    L'lrgoun (con a capo Menachem Begin) e lo Stern (tra i capi ricordiamo Shamir) ricorrono ad azioni terroristiche, anche all'esterno della Palestina. Nel 1944 due loro agenti assassinano lord Moyne, ministro residente britannico al Cairo e nel 1946 fanno saltare l'albergo King David a Gerusalemme, dove aveva sede l'amministrazione britannica, causando 91 morti (tra i quali alcuni ebrei).

    Gli inglesi indeboliti ma desiderosi di conservare il loro mandato proseguono la loro politica ambigua, nella speranza di mettere palestinesi e sionisti gli uni contro gli altri, ma il terrorismo sionista continua, nonche' l'immigrazione clandestina. L'Irgoun applica con successo la tattica dell'occhio per occhio, dente per dente e risponde ad ogni vessazione britannica con grandi rappresaglie. Quando gli inglesi vedono che la situazione sfugge dalle loro mani, sottopongono la questione palestinese alle Nazioni Unite.

    Oltre alla fine del mandato britannico per il maggio 1948, l'0NU propose di risolvere la "controversia" tra palestinesi e sionisti spartendo la Palestina in uno stato ebraico (56% della superficie) ed uno stato arabo (43%), me Gerusalemme doveva essere dichiarata "Zona Internazionale" sotto controllo dell'ONU stessa.

    Tale piano privava automaticamente gli arabi abitanti nella zona assegnata al nuovo <<Stato di Israele>> di ogni possibilita' di decidere della propria sorte. Per assicurarsi l'esecuzione del piano di spartizione, le pressioni sioniste aumentarono costantemente durante tutto il 1947 e il 1948. Al pubblico europeo e americano veniva spiegato che le rivendicazioni sioniste erano fondate sulla Bibbia e sulle sofferenze patite dagli ebrei sotto il nazismo e il fascismo. Tutti gli Stati, membri o no dell'ONU, che si erano opposti alla spartizione furono minacciati o ricattati dall'America.

    Infine, il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale dell'ONU adotto' il piano di spartizione con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 10 astenuti. Ai sionisti fu dato uno Stato, insediato nel punto di collegamento tra Asia ed Africa, senza il libero consenso dei palestinesi e di alcun'altra nazione circondaria, africana o asiatica. <<I voti decisivi -dichiaro' al Congresso Americano un deputato- furono quelli di Haiti, Liberia, Filippine. Questi voti bastarono per riportare la maggioranza dei due terzi. In precedenza questi paesi avevano votato contro la spartizione. Le pressioni esercitate su di essi dai nostri rappresentanti ufficiali e da privati cittadini americani sono un atto riprovevole nel loro e nei nostri confronti>>.

    Deir Yassin

    Presso le alture ad Ovest di Gerusalemme, Deir Yassin era un villaggio come tanti altri, 300 abitanti in tutto. Gli israeliani pensarono di compiere lì una "azione esemplare" che servisse a convincere i palestinesi ad abbandonare collettivamente la zona. La spedizione fu organizzata ed eseguita dal capo dell'Irgun, Menachem Begin. Le sue truppe circondarono il villaggio, all'alba del 9 aprile 1948, ed uccisero sistematicamente 250 abitanti: uomini, donne, bambini. Di proposito la notizia fu sparsa in tutti i villaggi, utilizzando i pochi superstiti, organizzando conferenze stampa, riproduzioni fotografiche del villaggio distrutto, volantini incitanti a fuggire. Inizio' allora l'esodo in massa dei palestinesi. Lo stesso Begin, capo del governo racconta: << Dappertutto noi eravamo i primi a passare all'azione. Gli arabi, spaventati, cominciarono a fuggire. L'Haganah compiva attacchi vittoriosi su altri fronti, mentre le forze ebraiche continuavano ad avanzare verso Haifa come un coltello nel burro. Presi dal panico, gli arabi scappavano gridando: "Deir Yassin">>.

    (M. Begin, The Revolt Story of the Irgun)

    La reazione degli arabi, e le proteste di quasi tutti i paesi extraeuropei (tra i quali, solo il Sudafrica si schiero' apertamente con i sionisti), costrinsero le Nazioni Unite a riesaminare la spartizione.

    La situazione in Palestina era allora la seguente: dopo trenta anni di dominazione inglese in Palestina, la comunita' ebraica era diventata 12 volte piu grande che nel 1917 e rappresentava quasi un terzo della popolazione. Le terre in suo possesso -come proclamava la legge costituzionale dell'<<Agenzia Ebraica">> (1929)- dovevano "essere registrate a nome del Fondo Nazionale Ebraico, affinche' divenissero proprieta' inalienabile del popolo ebraico" . Avevano dunque il carattere di extraterritorialita' e non potevano piu' essere ricomprate dagli arabi. Si era cosi formato uno "stato nello stato", anche se, per la forte resistenza dei palestinesi a vendere le loro terre, i massicci sforzi degli ebrei colonizzatori avevano portato, dopo vent'anni, all'acquisto di meno del 6% delle terre di Palestina.

    Quando l'ONU voto' il piano di spartizione l'<<Agenzia Ebraica>> ordino' di operare il tutto per tutto e di mettere il mondo di fronte al fatto compiuto: il 1948 doveva diventare l'anno del terrore sistematico attuato per allontanare gli arabi dalla Palestina. L'obiettivo era la conquista della maggior quantita' possibile di territorio. Si attaccarono militarmente villaggi e terre con valore strategico, specialmente nelle zone assegnate, nel progetto dell'ONU, allo Stato arabo. Si utilizzo' la minaccia di "fare di ogni villaggio una nuova Deir Yassin" per convincere gli abitanti delle regioni controllate dagli ebrei ad evacuare.

    Correttamente?

    Strano, non vedo menzione delle rivolte arabe degli anni '20 in cui furono massacrati, a centinaia, donne e bambini Ebrei.

    Non trovo nemmeno le frasi sulla "guerra di sterminio" tanto cara ad Azzam Pascia', segretario della Lega Araba ed al Gran Mufti' gerosolomitano.

    Non rispondi nemmeno a quanto postato sopra, sulle responsabilita' politiche di Arafat, per esempio.

    E si potrebbe continuare

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da capaneo
    Correttamente?

    Strano, non vedo menzione delle rivolte arabe degli anni '20 in cui furono massacrati, a centinaia, donne e bambini Ebrei.

    Non trovo nemmeno le frasi sulla "guerra di sterminio" tanto cara ad Azzam Pascia', segretario della Lega Araba ed al Gran Mufti' gerosolomitano.

    Non rispondi nemmeno a quanto postato sopra, sulle responsabilita' politiche di Arafat, per esempio.

    E si potrebbe continuare
    NON C 'è NULLA DA CONTINUARE....... E SE ANCHE ARAFAGT FOSSE STATOI UN NCRIMINALE LA COLPA NON ERA DEI PALESTINESI MA DI CHI LO FORAGGIAVA ...... OVVERO USA E OCCIDENTE..........E I PALESTINESI HANNO SOLO REAGITO ALLA VIOLENZA OCCIDENTAQLE ED EBRAICA........
    NON DIMENTICARE INOLTRE CHE GLI EBREI SI TRAVESTIVANO DA ARABI PER FARE ATTENTATI CONTRO OBIETTIVI INGLESI PER ACCELERARE IL RICONOSCIMENTO DI ISRAELE..........
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da benfy
    ho scoperto di quelle chicche su araft ultimamente che vi fornirò dopo ferragosto da far accaponare la pelle
    ANKE KE ERA UN AGENTE DEL MOSSAD?
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da agaragar
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