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  1. #1
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    Predefinito Hina Saleem, la vittima più vittima di tutte

    Ha dato un esempio di coraggio e di forza, la speranza contro l' integralismo fondamentalista sta in quelle come lei, che non vogliono vivere ed essere trattate come un oggetto, una macchina da riproduzione. Sono le eroine silenziose che combattono la loro battaglia contro matrimoni imposti, segregazione in casa, pretese di atteggiamento servile verso i maschi della famiglia e botte quotidiane. Sono convinta che saranno le donne, le ultime degli ultimi, a cambiare le cose e sconfiggere il fanatismo fondamentalista. La corda sta per spezzarsi.


  2. #2
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  3. #3
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    dolore per la giovane vita spezzata...
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  4. #4
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    Hina, 21 anni, è stata trovata sepolta nel giardino di casa
    Tutta la sua famiglia, 13 persone, è scomparsa
    Brescia, il giallo della pakistana sgozzata
    si cercano i parenti, trovata l'auto del padre
    Si pensa che il delitto sia stato deciso dai genitori per il suo comportamento
    ormai lontano dalle regole islamiche. Sotto protezione il fidanzato italiano

    BRESCIA - Trovata l'auto del padre di Hina Saleem, la ragazza pakistana ventunenne uccisa a coltellate e sepolta nel giardino della villetta di famiglia. La Nissan rossa di Mohammed Saleem era a Gardone Valtrompia, poco lontano da Sarezzo (provincia di Brescia) dove vivono i Saleem. O, forse, si dovrebbe dire "vivevano" perché l'intera famiglia è scomparsa lasciando dietro di sé il povero corpo di Hina, appena vent'anni, avvolto in qualche sacchetto di plastica, sotto un metro scarso di terra.

    La scoperta dell'auto aiuta poco gli inquirenti. Il sospetto è chiarissimo, quasi una certezza. Si pensa che la ragazza sia stata uccisa dai famigliari, probabilmente dal padre stesso aiutato da due cognati, a causa di un "comportamento", di uno stile di vita che non rispettava le regole islamiche della "sharia". Hina, insomma, aveva rotto con famiglia e tradizioni, se n'era andata di casa, era andata a vivere a Brescia con il suo fidanzato. Forse era stata promessa a qualcun altro. Tutto questo potrebbe essere all'origine della sua atroce morte e della scomparsa contemporanea di tutti i suoi famigliari: tredici persone tra fratelli, sorelle e cognati.

    La decisione di non adeguarsi ai costumi dell' islam e di vivere all' occidentale rifiutando il burqa o altri segni distintivi e indossando jeans e maglietta, gli stessi che aveva quando è stata uccisa, potrebbe essere la causa che ha scatenato chi tra venerdì e sabato ha ucciso la giovane, la quale ha tentato di difendersi, come dimostrano alcune altre escoriazioni sul corpo. Il padre, dunque, è il principale sospettato, magari con l'aiuto di alcuni uomini di famiglia. Si pensa che, prima di uccidere Hina, abbiano mandato via le donne e i bambini di famiglia: forse all'estero.

    Secondo le testimonianze di vicini e conoscenti le tensioni tra Hina, il padre e i parenti più prossimi sono nate diverso tempo fa, prima che conoscesse quello che da circa un anno era il suo fidanzato e il suo convivente: Giuseppe T. bresciano, di religione cattolica con cui risiedeva nel centro del capoluogo.

    Le ricerche di Hina erano cominciate nei giorni scorsi in seguito alla denuncia del fidanzato che non riusciva più a trovarla. Poi, in seguito alla testimonianza di un vicino che ha detto di aver visto quacuno scavare nel giardino della villetta abitata dai pakistani, le ricerche si sono concentrate fino alla terribile scoperta. Giuseppe T., profondamente turbato e spaventato, si trova adesso presso alcuni parenti in una zona nota solo agli inquirenti che si stanno preoccupando della sua sicurezza.

    Le ricerche del padre di Hina si concentrano in modo particolare nel Bresciano e nella zona bergamasca del lago d'Iseo. Il padre della vittima, con altre due persone, un parente e un conoscente, presumibilmente non si sono allontanate di molto dopo la fuga avvenuta nel pomeriggio di ieri.

    (1Repubblica, 13 agosto 2006)

  5. #5
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    Predefinito

    Mohammed Saleem, 55 anni, era con il cognato. Ricercato il genero
    In un primo momento avrebbe confessato, ma davanti al giudice non ha risposto

    Presi il padre e lo zio della pachistana uccisa
    Prima ammettono, poi si chudono nel silenzio
    Il giudice gli contesta l'omicidio premeditato
    Il fidanzato di Hina, sconvolto, inveisce contro gli immigrati
    Il padre della ragazza
    pachistana in questura

    BRESCIA - E' stato fermato dai carabinieri a Gardone, nel bresciano, Mohammad Saleem, il padre di Hina Saleem, la ragazza pachistana trovata uccisa e sepolta nel giardino di casa. L'uomo, 51 anni, è stato bloccato insieme al cognato. In un primo momento avrebbe ammesso parzialmente le sue responsabilità, dichiarando che stava per costituirsi. Gli è stata contestata l'accusa di omicidio premeditato. Poi, però, davanti al magistrato bresciano Paolo Guidi, Saleem si è avvalso della facoltà di non rispondere.

    Era mezzogiorno quando sono terminati i due giorni di fuga del padre di Hina. Condannata a morte per aver gettato lo scandalo sulla famiglia, perchè colpevole di essersi ribellata alle tradizioni e alla potestà paterna, vestendosi e comportandosi all'occidentale e addirittura andando a convivere con un italiano cattolico.

    Saleem, quando è stato fermato da un pattuglia dei Carabinieri di Gardone Valtrompia, era assieme al cognato (e zio di Hina) Muhammad Tariq, 50 anni, muratore, residente a Mairano nel bresciano. Entrambi erano diretti verso la caserma dei Carabinieri, dove, ha spiegato Saleem, "avrebbe voluto costituirsi". Rese alcune dichiarazioni spontanee l'operaio è stato portato a Brescia in Procura, dove è rimasto a lungo e dove si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel tardo pomeriggio è stato sentito anche Tariq. A sua volta non ha voluto dire nulla.

    E mentre Saleem veniva interrogato, poco lontano, un giovane dava in escandescenze in mezzo alla strada, minacciando di morte i pakistani che avevano ucciso la sua "bambolina". Era Giuseppe T. il fidanzato di Hina un carpentiere di 33 anni. L'uomo, sconvolto dal dolore, si è messo a urlare anche contro i giornalisti che gli avevano posto qualche domanda. Un amico ha cercato di calmarlo, ma Giuseppe sembrava quasi impazzito. E' stato lui, nei giorni scorsi, a denunciare la scomparsa di Hina. La ragazza, che da alcuni mesi viveva insieme al fidanzato, gli aveva detto che doveva andare a casa a parlare con il padre. Poi non si era più fatta viva.

    Secondo la prima ricostruzione dei fatti, la sera in cui la giovane è stata uccisa, in casa era scoppiata una violenta discussione. Il padre aveva chiesto a Hina di smettere di comportarsi come un'occidentale e di tornare a rispettare gli usi e i costumi islamici e pachistani. "Devi lasciare il tuo ragazzo e rispettare la nostra religione, altrimenti ti ammazzo", le avrebbe detto poco prima di afferrare un coltello da cucina e sgozzarla. Alla scena sembra essere stato presente lo zio, che non ha avuto un ruolo attivo ma che poi ha collaborato all'occultamento del cadavere, avvolto in un lenzuolo e in un sacco di plastica nero e poi calato in una buca scavata nell'orto.

    Secondo Mohamed Saleem le persone presenti al momento del delitto sarebbero state solo due, mentre gli inquirenti ipotizzano la collaborazione di un genero di Saleem, attualmente ricercato. Le ore trascorse quando Mohamed Salem ha spiegato ai carabinieri di non sapere dove si trovasse la figlia, la sua sparizione e l'arresto, sono ancora tutte da ricostruire.

    Probabilmente i due immigrati, in Italia da anni e con regolare permesso di soggiorno, si sono allontanati da casa con la macchina di famiglia, poi abbandonata a Gardone Valtrompia.

    Da allora hanno iniziato a vagabondare, forse chiedendo asilo a alcuni connazionali. Gli stessi che, una volta resisi conto di quanto accaduto, potrebbero avere convinto i due a presentarsi alle autorità. Quando Mohamed Saleem e Muhammad Tariq sono stati fermati indossavano abiti occidentali e avevano un'aria assolutamente tranquilla.

    I carabinieri, coordinati dal pm Paolo Guidi, stanno cercando di capire dove e con chi siano stati i due immigrati. Alcune riposte potrebbero essere state fornite dai rilievi effettuati oggi attorno alle 16 sulla vettura di Saleem, messa sotto sequestro e conservata all'Aci di Marcheno, a pochi chilometri di distanza da Gardone Valtrompia.

    (Repubblica, 14 agosto 2006)



  6. #6
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    Predefinito


    Con la speranza che la sua storia
    non venga dimenticata.

  7. #7
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    Predefinito In Italia era così fino al 1981

    Codice Penale, art. 587
    "Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella"


    le disposizioni sul delitto d'onore sono state finalmente abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da bsiviglia
    Codice Penale, art. 587
    "Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella"


    le disposizioni sul delitto d'onore sono state finalmente abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.


    in italia il delitto d'onore è REATO perseguito dalle leggi dello stato

    e stata 1 lunga e difficile lotta

    i muslim ci riporteranno indietro ai giurni + bui del medio evo

  9. #9
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    Predefinito

    Non si può generalizzare.

    Non è portando singoli casi che si dimostra qualcosa.

    Rispetto a quel caso triste ce ne sono molti altri di quotidiana normalità e integrazione,solo che non fanno notizia.
    La figla che è morta per esempio era integrata.

    Quelli che commettono azioni del genere sono solo una minoranza.

    Poi se ci guardiamo noi abbaimo madri che uccino figli come il caso conge o figlie che uccidono madri come il caso di Erika e Omar.
    Quindi non è che siamo questi gran angeli.

  10. #10
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    Predefinito

    in GB 1/3 preferiscono la Sharija alla Common Law, e nelle moschee dei "moderati" alcuni esprimono comprensione per i terroristi degli aerei mentre gli altri dicono che è tutto un complotto di Blair
    in Italia la comunità pakistana si DIVIDE sulla vicenda di Hina Saalem

 

 
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