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    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    L'affondamento della Wilhelm Gustloff

    La più grande tragedia della storia navale di tutti i tempi è stata a lungo descritta come un semplice evento bellico: una nave tedesca da 25.000 tonnellate affondata nel Mar Baltico da un sommergibile russo negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale. Ma sulla Gustloff erano stipati in gran parte civili tedeschi che sfuggivano all'avanzata dell'Armata Rossa.



    L'affondamento della Wilhelm Gustloff

    L'avanzata russa provocò l'esodo di milioni di tedeschi verso occidente, esodo già iniziato negli ultimi mesi di guerra quando le truppe del Reich combattevano ancora su tutti i fronti. Il 21 gennaio 1945 le unità sovietiche penetravano all'interno del territorio della Prussia orientale. Superato il fiume Memel l'Armata rossa occupava le città di Tilsit e di Pillakev, vicino a Konigsberg, avvicinandosi alle coste del mar Baltico. In Pomerania le truppe sovietiche avanzavano verso il mare in direzione nord-est raggiungendo la zona di Stettino-Stargord, sul Baltico, alla foce del fiume Oder. Altre forze russe più a sud, nel Brandeburgo, investivano la zona di Kustrin, città sull'Oder a soli 80 chilometri da Berlino. Con queste operazioni i sovietici isolarono completamente le zone costiere della Prussia orientale. Ed è in questa drammatica situazione che s'inserisce la storia della nave Wilhelm Gustloff.

    La Wilhelm Gustloff era il gioiello della tedesca KdF (Kraft durch Freude), costruita dalla Blohm und Voss di Amburgo e varata nel 1937. Lunga oltre 200 metri, aveva una stazza di 25.893 tonnellate. Prese il nome da Wilhelm Gustloff, fondatore, e capo della sezione elvetica del partito nazionalsocialista, assassinato il 4 febbraio del 1936 a Davos dallo studente ebreo David Frankfurter. La Gustloff era la nave di bandiera dell'intera flotta della KdF, che poteva contare anche su numerosi altri vascelli, altrettanto grandi e famosi. Ma la Gustloff era unica in quanto a lusso e sfarzo. E prima dello scoppio del conflitto ospitò la ricca borghesia tedesca in diverse crociere nell'Oceano Atlantico, nel Mar Mediterraneo e nei mari del Nord. Nel maggio del 1939, quattro mesi prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, la Gustloff si affiancò ad altre quattro navi della KdF, la Robert Ley, la Der Deutsche, la Stuttgart e la Sierra Cordoba. Queste navi avevano il compito di ricondurre la Legione Condor dalla Spagna alla Germania. Arrivata nel porto di Vigo, scaricò materiale medico per le organizzazioni di volontariato e sanitarie spagnole. Poi caricò i 1.400 uomini della Legione e il 30 maggio del 1939 fece ritorno nelle acque tedesche. Una parata di navi la scortò sino al porto d'Amburgo, dove fu accolta da grandi manifestazioni di giubilo.

    All'inizio del conflitto mondiale le forze armate tedesche trasformano la Gustloff in nave ospedale, a disposizione della Kriegsmarine. Fu classificata come Lazarettschiff D. L'uso di questo tipo di nave era strettamente monitorato ed era sottoposto a un rigido protocollo di procedure internazionali. Completamente riverniciata di bianco, sfoggiava su entrambi i lati una banda verde lungo tutta la carena, oltre a numerose croci rosse sul ponte, sul fumaiolo e sui lati. Su queste navi era proibito trasportare materiale bellico. Il primo impiego della nave ospedale fu nella zona di Danzica, durante le operazioni contro la Polonia, dove la Gustloff rimase alla fonda nella baia per molte settimane accogliendo i soldati tedeschi feriti. Da maggio a luglio 1940 prese servizio come ospedale galleggiante durante la campagna di Norvegia, stazionando nei pressi di Oslo; quando levò l'ancora aveva a bordo 560 persone, tra feriti ed equipaggio. Prima dell'autunno del 1940 alla Gustloff fu ordinato di prepararsi per le operazioni in vista dell'invasione dell'Inghilterra, ma come sappiamo tale operazione non fu mai portata a termine. Dopo un successivo viaggio a Oslo, per recuperare altri 414 feriti, terminò il servizio di nave ospedale e puntò quindi in direzione di Gotenhafen, dove, sempre al servizio della Kriegsmarine, fu tramutata in nave caserma per gli U-boot tedeschi. La Gustloff iniziò questa nuova attività prima sotto la 1° Divisione Unterseeboots e poi sotto la 2° Divisione Unterseeboots, rimanendo all'ancora a Gotenhafen per quattro anni.

    Alla fine del 1944 riprese servizio, partecipando alla più grande evacuazione navale della storia, il recupero e il trasporto di milioni di rifugiati che dalla Prussia Orientale fuggivano verso il cuore della Germania. Tutte le più grandi navi della KdF furono utilizzate in questa imponente operazione. Nei porti di Danzica, Gotenhafen e Pilau partirono cariche di tedeschi in fuga le navi Capitano Arcona (t. 27.561), Robert Ley (t. 27.288), Hamburg (t. 22.117), Deutschland (t. 21.046), Potsdam (t. 17.528), Pretoria (t. 16.662), Berlin (t. 15.286), Goya e altre ancora. Fu la più imponente evacuazione della storia, con oltre due milioni di persone trasferite.

    Quando la Gustloff lasciò la protezione del porto di Gotenhafen il 30 gennaio 1945, con destinazione Kiel, le condizioni climatiche erano pessime: soffiava un vento forte, nevicava, la temperatura era di dieci gradi sotto lo zero e numerosi blocchi di ghiaccio galleggiavano nel mar Baltico. Le possibilità di sopravvivenza di un naufrago in un mare cosi freddo, e in condizioni atmosferiche simili, erano pressoché nulle. La lista dei passeggeri era formata da 918 ufficiali, 173 membri dell'equipaggio, 373 membri delle Unità Navali Ausiliarie (formata esclusivamente da donne), 162 feriti, e 4.424 rifugiati. Un totale di 6.050 persone. Ma questa lista non teneva conto delle centinaia di persone che all'ultimo momento avevano preso posto sul ponte della Gustloff. Secondo le più recenti stime il numero totale di persone a bordo era di 10.582, che Heinz Schon, attento studioso della vicenda, ha così suddiviso: rifugiati 8.956, ufficiali e membri della 2° Unterseeboot-Lehrdivision 918, donne delle Unità Ausiliari 373, uomini delle forze navali 173, soldati feriti 162.

    Mentre la Gustloff puntava verso Kiel, il sommergibile sovietico S-13 comandato da Alexander Marinesko individuò la nave. Dopo averla seguita brevemente, alle 21,08 di quel 30 gennaio 1945 la colpì con tre siluri. Il primo raggiunse la nave a prua, direttamente sotto la linea di galleggiamento, nei compartimenti 2 e 3. Il secondo l'area della piscina e il terzo la sala motori, devastando l'intero scafo. Immediatamente la Gustloff piegò a dritta e lanciò i razzi di segnalazione e SOS. Il castello di prua fu quasi sommerso mentre la poppa si alzò sopra il livello del mare. In meno di cinquanta minuti si consumò la più grande tragedia navale tedesca. La Gustloff affondò nelle gelide acque del mar Baltico portando con se 9.343 persone (7.700 secondo le stime ufficiali). I sopravvissuti furono solo 300.

    L'affondamento della Gustloff è ricordato oggi come il più grave e tragico evento di tutta la storia navale. Ma allora quella tragedia non ebbe la risonanza internazionale che avrebbe meritato. Trattandosi di una nave nemica il fatto passò come un semplice evento bellico, cioè il siluramento di una nave tedesca da 25.000 tonnellate. Nel maggio 1945, al momento della capitolazione del Terzo Reich, circa otto milioni di abitanti della Prussia orientale, della Pomerania, della Marca di Brandeburgo e della Slesia erano stati spinti a ovest dall'avanzata sovietica. Altri tre milioni di tedeschi saranno espulsi da queste terre negli anni immediatamente successivi, tra il 1945 e il 1950, in uno dei più drammatici e imponenti trasferimenti di popolazioni che la storia ricordi.
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  2. #2
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    Predefinito Rif: La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    M/S Wilhelm Gustloff: The Forgotten Tragedy



    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  3. #3
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    Predefinito Rif: La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    L'affondamento della Gustloff: un crimine di guerra tuttora sottaciuto



    Andrea Carancini: L'affondamento della Gustloff: un crimine di guerra tuttora sottaciuto

    Da Ingrid Zündel ricevo e volentieri traduco:

    Il 16 Dicembre del 2009, è stato proiettato a Toronto un film intitolato “Sinking the Gustloff” [Affondare la Gustloff]. La regia è di Marcus Kolgar, un giovane estone-canadese. Karin Manion, una “sopravvissuta della Gustloff”, ha scritto queste osservazioni introduttive:

    LA CATASTROFE DELLA GUSTLOFF

    Volevo introdurre questo film perché mi considero, per così dire, una ‘sopravvissuta’.

    Forse dovrei iniziare raccontandovi qualcosa sulla nave stessa. La Gustloff era una nave passeggeri di lusso, che venne varata nel 1937 come nave ammiraglia KdF [Kraft durch Freude, che letteralmente significa: la Forza attraverso la Gioia]. Si trattava di un programma del partito nazista volto all’organizzazione pionieristica di crociere a basso costo per i lavoratori - simile alla venuta della Wolkswagen [auto del popolo], un’automobile che rientrava nelle possibilità del lavoratore tedesco medio – un viaggio di piacere a prezzi molto ragionevoli.

    Fino a quell’epoca, i viaggi transoceanici, nel mondo civile, erano stati appannaggio dei ricchi. La nave prese il nome da Wilhelm Gustloff, il leader del partito nazista svizzero che era stato assassinato da uno studente ebreo chiamato David Frankfurter; in realtà, venne colpito cinque volte, alla testa e al capo.

    La nave venne requisita dalla Marina tedesca nel Settembre del 1939, per fungere da nave ospedale fino al 1940. Il 20 Novembre del 1940, venne privata delle sue attrezzature mediche e ridipinta dai suoi colori ospedalieri nel tipico grigio navale. Venne quindi assegnata come caserma galleggiante per il personale della Marina al porto baltico di Gdynia (in tedesco, Gotenhafen), vicino Gdansk (Danzica). La nave intraprese il suo ultimo viaggio il 30 Gennaio 1945, durante l’”Operazione Annibale”, quando venne affondata mentre partecipava all’evacuazione dei civili e dei militari circondati dall’Armata Rossa nella Prussia orientale.

    Partendo da qui, vorrei parlare un po’ della mia esperienza personale. Mentre l’Armata Rossa avanzava nella Germania dell’est (Prussia orientale) e si veniva a sapere delle prime atrocità contro i civili perpetrate dai russi, la mia famiglia – mia madre, mia nonna, un figlio adottivo e io stessa – iniziò un viaggio dell’orrore. Mio padre era stato arruolato dall’esercito tedesco, così eravamo soli. Iniziammo la fuga – a piedi, all’inizio - nell’autunno del 1944 da Tilstit, Prussia orientale. A volte riuscivamo ad avere un passaggio da qualcuno con cavallo e calesse. Ovviamente, il nostro bagaglio era molto ridotto. Non si possono trasportare molte cose quando si viaggia a piedi e il più di quel poco che potevamo portare andava perso lungo la strada, perché diventava pesante e superfluo. Potevamo pensare solo a rimanere vivi.

    Ricordo molto poco di questo viaggio perché ero molto piccola, neanche 5 anni di età. Quella che ricordo vividamente è la nostra fuga lungo la Frische Haff (un’insenatura del Baltico). Le strade erano ostruite dai militari e le autocisterna russe falciavano chiunque sulla loro strada. Così la nostra sola scelta fu di inoltrarci lungo l’insenatura ghiacciata. C’erano migliaia di profughi, proprio come noi, che avevano avuto la stessa idea e che volevano solo andare ad ovest, via dal nemico incombente. In questo caso, fummo abbastanza fortunati da avere il permesso di salire su un calesse; così viaggiammo con una folla di migliaia di profughi, tutti speranzosi che la temperatura rimanesse fredda in modo da conservare il ghiaccio.

    Poi, accadde l’impensabile! Gli aerei russi iniziarono a mitragliarci e a colpire i profughi congelati che fuggivano per salvare la pelle. Potevo osservare come i calessi che ci stavano dietro e a fianco cadessero sul ghiaccio e la gente affogasse. Non dimenticherò mai le urla che sentii. Non ero mai stata così atterrita prima di quel momento. Il figlio adottivo che mia nonna portava con sé, un bambino di circa dieci anni, continuava a dire: “Nonna prega, nonna prega!”. Il buon Dio deve aver sentito le nostre preghiere, perché riuscimmo poi ad arrivare in salvo su una qualche spiaggia.

    Infine, giungemmo nella città portuale di Gdnynia. All’epoca, la Marina tedesca aveva requisito tutti i mezzi galleggianti disponibili per l’evacuazione dei profughi del fronte orientale. Mia madre era in stato di avanzata gravidanza ed era riuscita a procurarsi dei biglietti per la Wilhelm Gustloff. Salimmo sulla nava, solo per sentirci dire che non avrebbero preso a bordo mia nonna (non ho mai scoperto il perché). Mia nonna esclamò: “Vi prego, tu e i bambini andate. Troverò un’altra strada”. Mamma le rispose: “Madre, stiamo fuggendo insieme da quattro mesi; non ci separeremo ora”. Ella quindi si girò, restituì i biglietti e scendemmo dalla nave.

    Ebbene, ora conosciamo il destino della Gustloff. La nave era progettata per trasportare comodamente 1.880 passeggeri e l’equipaggio ma venne riempita zeppa. In realtà, anche la piscina era stata svuotata e riempita di passeggeri. La Gustloff finalmente lasciò il porto solo dopo il mezzogiorno del 30 Gennaio del 1945 con 10.852 persone a bordo. Alle 9:16 di quella sera, venne colpita da tre missili lanciati da un sottomarino sovietico. 62 minuti dopo, affondava nel Baltico dove la temperatura dell’acqua era di soli 3 gradi Celsius e la temperatura dell’aria era molto più bassa. In mezzo al caos, furono pochi quelli che riuscirono a salire sulle scialuppe e a farsi soccorrere da una nave di scorta, ma oltre 9.000 morirono nel peggiore disastro navale della storia.

    Soltanto adesso, più di 60 anni dopo la fine delle ostilità, si parla di tutto ciò. Fino a poco tempo fa, fu il segreto meglio conservato negli annali della guerra, un vero complotto del silenzio. Fino a poco tempo fa, il più grande disastro marino veniva considerato l’affondamento del Titanic. In realtà, sono stati fatti molti film su questo disastro avvenuto in epoca di pace.

    Alexander Marinesko era il capitano del sottomarino russo. Proprio come l’Inghilterra ha eretto una statua in onore di Bomber Harris per i bombardamenti annichilenti contro i civili tedeschi, così l’Unione Sovietica gli ha dato il premio postumo – nel 1990 – di “Eroe dell’Unione Sovietica” per questo atto di malvagità. Qualcuno intervistò Marinesko prima che morisse e gli pose la questione – retrospettivamente, ora che è risaputo che la Gustloff era una nave per profughi, che trasportava principalmente donne e bambini, ha dei rimpianti per quello che fece allora? Egli disse di non averne, perché i tedeschi avrebbero fatto lo stesso a loro se ne avessero avuto la possibilità.

    Questo fu un crimine di guerra? Ebbene, guardate il film e giudicate voi.

    ***

    Karin, dopo l’evento, ha commentato: all’evento ha partecipato molta gente, visibilmente commossa. Alla fine, c’è stata una discussione. La gente si chiedeva soprattutto il perché del fatto che tale segreto sia stato mantenuto così a lungo. Le persone si sono anche indignate che il capitano Marinesko sia stato premiato per aver ucciso deliberatamente dei civili. In realtà, qualcuno ha suggerito di fare una processione a lume di candela di fronte all’ambasciata russa il 30 Gennaio del 2010 per commemorare questo crimine di guerra e onorare le donne e i bambini vittime di questo disastro.
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  4. #4
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    Predefinito Rif: La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    L'affondamento della Gustloff: un crimine di guerra tuttora sottaciuto



    Andrea Carancini: L'affondamento della Gustloff: un crimine di guerra tuttora sottaciuto

    Da Ingrid Zündel ricevo e volentieri traduco:

    Il 16 Dicembre del 2009, è stato proiettato a Toronto un film intitolato “Sinking the Gustloff” [Affondare la Gustloff]. La regia è di Marcus Kolgar, un giovane estone-canadese. Karin Manion, una “sopravvissuta della Gustloff”, ha scritto queste osservazioni introduttive:
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    Predefinito Rif: La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    Uno dei tanti crimini di guerra di cui non si parla.

  6. #6
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    Predefinito Rif: La più grande tragedia navale dimenticata: 30 gennaio 1945

    Non ne sapevo niente. Mea culpa.

 

 

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