Qualcuno ne sà qualcosa ?
Il Prc perde pezzi a sinistra. E Prodi resta senza maggioranza
Martedí 26.09.2006 18:00
Terremoto politico nella maggioranza. E questa volta non si parla dell'Ulivo e del faticoso cammino verso il Partito democratico, perché nell'occhio del ciclone c'è Rifondazione Comunista e tutta la sinistra radicale. Secondo quanto risulta ad Affari, infatti, tre deputati e due senatori del Prc e un onorevole del Pdci sono pronti a passare nelle prossime settimane con il neo-nato Partito Comunista dei Lavoratori, fondato qualche mese fa da Marco Ferrando, ex leader della minoranza interna di Rifondazione.
Al momento non si conoscono ancora i nomi, anche perché la decisione di passare con l'unica forza di opposizione della sinistra italiana non è definitiva. Ma tutto fa pensare che prima di Natale possa esserci una bruttissima sorpresa sia per Romano Prodi sia per Fausto Bertinotti. E la dispora a livello locale è già iniziata. Da Nord a Sud, e in particolar modo nelle regioni rosse, si contano a decine i consiglieri comunali e provinciali che sono già passati con Ferrando. Tutti provenienti dal Prc.
Il fenomeno rischia di essere una vera e propria mina sotto il governo dell'Unione. Preso ormai a tenaglia: da un lato l'operazione centrista dell'ex dipietrista De Gregorio e dall'altro l'emorragia verso il Partito Comunista dei Lavoratori. Gli occhi sono tutti puntati su Palazzo Madama, dove già oggi i numeri non fanno dormire sonni tranquilli al Professore. E la spada di damocle per l'esecutivo è la prossima Finanziaria.
Le prime avvisaglie fanno temere il peggio. Rifondazione Comunista alza la voce e cerca di non far passare la linea rigorista di Padoa Schioppa, ma alla fine, per salvare Prodi ed evitare lo scenario del '98, dovrà scendere a compromessi. Che altro non sono se non la goccia che fa traboccare il vaso e che potrebbe spingere i ribelli del Prc e del Pdci a passare con Ferrando. Per il momento restano nascosti, pronti però a scatenare il terremoto. A quel punto il governo non avrebbe più la maggioranza in Senato e Prodi sarebbe costretto a chiedere aiuto al centro