... prima che il dramma cominci.
Pisanu: ''Senza correzioni non voteremo la risoluzione''
L'ex ministro dell'Interno alle commissioni Esteri e Difesa: ''Indispensabile richiamo a disarmo di Hezbollah''. E aggiunge: ''Testo elaborato per coprire difficoltà maggioranza''
Roma, 18 ago. (Adnkronos/Ign) - Il testo della risoluzione proposta dal governo al Parlamento per l'invio della missione di pace al confine tra Libano e Israele è troppo squilibrato a favore di una sola parte e sembra fatto apposta per coprire le difficoltà della maggioranza. Con queste motivazioni Beppe Pisanu, a nome del gruppo di Forza Italia ha dichiarato l'indisponibilità a votare l'atto in Parlamento.
L'opposizione promette battaglia dunque dopo il via libera alla missione del Consiglio dei ministri . Pisanu, in apertura del suo intervento alla Sala del Mappamondo a Montecitorio, dove sono riunite in sede congiunta le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha formulato due ''osservazioni preliminari''.
In primo luogo l'esponente di Fi ha sollevato dubbi sulla sede parlamentare. ''Le commissioni riunite -ha affermato - non ci sembrano la più idonea per decidere su un argomento così complesso, spinoso e drammatico. Per cui ci riserviamo la possibilità di chiedere una convocazione urgente dei gruppi parlamentari''.
La seconda osservazione ''riguarda la bozza di risoluzione che ci è stata proposta dal governo. Nella sua formulazione attuale -ha proseguito- la risoluzione appare troppo squilibrata favore di una sola parte. Se il testo dovesse mantenere l'attuale struttura noi riterremo indispensabili due richiami espliciti: uno al disarmo di Hezbollah e delle altre milizie, l'altro al diritto di Israele a vivere entro confini sicuri. Francamente -ha concluso- il governo non ci può chiedere di votare una risoluzione a uso e consumo della sua maggioranza e a copertura delle sue interne difficoltà''.
''Oggi -ha proseguito Pisanu- constatiamo che in realtà l'obiettivo del disarmo di Hezbollah è già venuto meno o che esso è rimesso all'iniziativa politica del governo libanese''. ''Governo debole, fortemente condizionato da Siria e Iran che ha al suo interno esponenti di Hezbollah'', conclude Pisanu.
Più cauto il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, che chiede un ''approfondimento'' di natura politica sulla missione della nuova Unifil prima di dare la sua dichiarazione di voto sulla partecipazione italiana. ''Mi chiedo che cosa dovremmo votare al termine del nostro dibattito'', ha affermato Fini nel suo intervento nella riunione delle commissioni Esteri e difesa di Camera e Senato, denunciando la possibilità di esprimersi solo su ''auspici e nobili intenzioni'' perché la missione appare come ''doverosa ma politicamente inutile''. ''Per quello che riguarda il mio gruppo, rimando a ulteriori momenti di approfondimento sulle conseguenze del voto che viene richiesto'', ha quindi affermato Fini.
E non si placano le polemiche per l'incontro avuto da Massimo D'Alema nel corso del suo viaggio a Beirut con un ministro di Hezbollah. ''Mi dispiace prendere atto -sottolinea Fini- che accanto a Siria e Iran, Hezbollah gode agli occhi dell'opinione pubblica internazionale della solidarietà del ministro degli Esteri italiano''.
Dello stesso avviso il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che rivolgendosi al titolare della Farnesina, ha dichiarato: ''Non si può meravigliare per la meraviglia che suscita la sua visita con un esponente di Hezbollah a fianco in un quartiere, pur martoriato, di Beirut, perché è ovvio che suscita un'indignazione nella comunità ebraica''. E sulla risoluzione del governo osserva che per raggiungere ''un'ampia unità'' tra le forze politiche sul voto che le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato saranno chiamate ad esprimere, occorre che il pronunciamento sia ''il più generico possibile''. Ciò è inevitabile, ''nel momento in cui la negoziazione è ancora aperta -ha ricordato l'ex presidente della Camera- e i ministri vengono a spiegare che o le cose sono così oppure è tutto da discutere quello che noi faremo''.