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Risultati da 1 a 10 di 114
  1. #1
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito Se semo rotti er ca@@o!!!

    Milano, violentata in strada
    alla fermata dell'autobus

    I carabinieri cercano un uomo con jeans e t-shirt scura sui 35-40 anni
    Alla sua vittima ha anche rubato una catenina d'oro e il telefono cellulare


    MILANO - Una quarantenne italiana è stata violentata questa mattina probabilmente da un immigrato straniero in una zona semicentrale di Milano. L'uomo, dalla descrizione forse un nordafricano, l'ha seguita mentre si stava dirigendo alla fermata dell'autobus e l'ha trascinata dietro un cespuglio in una stradina laterale, dove l'ha stuprata per circa un'ora minacciandola con una pietra. La donna è stata ricoverata per accertamenti presso la clinica Mangiagalli e poi dimessa.

    Intorno alle sei del mattino, la donna stava camminando lungo viale Umbria, all'altezza di largo Marinai d'Italia, per prendere l'autobus che l'avrebbe portata all'ospedale milanese in cui lavora come inserviente. In giro, data l'ora e la giornata festiva della settimana di Ferragosto, non c'era praticamente nessuno. E dunque nessuno l'ha potuta aiutare o lanciare un allarme quando la donna è stata afferrata, picchiata e spinta in una stradina laterale. Inutile il suo tentativo di difendersi.

    Una volta tornata nella casa in cui vive con il marito è stata lei stessa a chiamare i carabinieri e a fornire uha descrizione della vittima. Le forze dell'ordine stanno ora cercando un maghrebino sui 35-40 anni vestito con jeans e t-shirt scura. L'uomo le ha anche rubato una catenina d'oro e il telefono cellulare.

    (20 agosto 2006)
    http://www.repubblica.it/



    Brescia, uccisa e nascosta nel campanile
    Segni di strangolamento, ricercato sagrestano

    Il ragazzo, prima di fuggire, ha detto allo zio che è stato un incidente
    Ma la ragazza ha segni di strangolamento. Il suo corpo nascosto in tre sacchetti


    BRESCIA - Elena era scomparsa venerdì scorso: il suo cadavere, legato e infilato in sacchi di plastica, è stato trovato nascosto all'interno del campanile di una chiesa in via Ambaraga nella zona di Mompiano, periferia verde di Brescia. Ad ucciderla, secondo le indagini dei carabinieri, un coetaneo cingalese, custode della chiesa: a delitto avvenuto e prima di darsi alla fuga, avrebbe parlato allo zio di un "incidente". Una versione che non convince gli inquirenti: sul collo della vittima ci sono segni di strangolamento. la ragazza sarebbe stata chiusa nei sacchi ancora viva e avrebbe sofferto prima di morire.

    Vigili del fuoco e carabinieri hanno fatto il macabro ritrovamento la scorsa notte. Elena Lonati, studentessa bresciana di 23 anni che stava per diventare assistente sociale, viveva nei pressi dello stadio: era scomparsa venerdì dopo essere stata vista, l'ultima volta, andare in chiesa per accendere una candela.

    E, dallo stesso giorno, non si hanno più notizie dell'immigrato cingalese che faceva da custode della chiesa. Wimal Chamila Ponnamperumage, molto conosciuto. coetaneo della ragazza - è ricercato come probabile autore del delitto. Il ragazzo, ieri, prima di far perdere le proprie tracce ha avvertito per telefono lo zio di quanto era accaduto. Gli ha detto che si sarebbe trattato di un incidente: la ragazza avrebbe battuto la testa durante una vivace discussione con lui, sarebbe morta nella caduta e lui ne avrebbe subito nascosto il corpo nel vano scala del pulpito.

    Le ricerche dei carabinieri, dopo la segnalazione della scomparsa, si sono concentrate dal pomeriggio di ieri sulla chiesa di via Ambaraga, quando dalle testimonianze degli stessi genitori della ragazza, è emerso che Elena venerdì si era recata in chiesa per accendere una candela e pregare.

    Dalle prime indagini, sembra che Elena sia stata vittima di un'aggressione mentre stava per uscire. Avrebbe battuto violentemente il capo contro il portone, poi sarabbe stata trascinata verso la scaletta stretta e nascosta in cui gli investigatori hanno trovato i suoi resti. Sul suo corpo ci sono segni di strangolamento.

    Il parroco. Secondo il racconto di don Cesare Verzelletti, parroco di San Gaudenzio, il giovane Chamila ha spiegato allo zio che la ragazza tra le 11 e mezzogiorno di venerdì era entrata in chiesa. Ma lui doveva chiuderla, secondo le disposizioni. L'aveva invitata a uscire e lei aveva opposto una certa resistenza. A questo punto ci sarebbe stata una colluttazione. Una versione che non tiene, alla luce delle prime risultanze.

    "E' caduta e ha battuto la testa - avrebbe raccontato Chamila allo zio -. Mi sono accorto che non c'era più nulla da fare e ho nascosto il corpo". Solo il giovane cingalese aveva la chiave di quel vano scala del pulpito. Lo zio di Chamila ha subito avvertito i genitori di Elena. A questo punto i genitori sono corsi dal parroco e insieme hanno cercato di rintracciare il giovane, che però era già fuggito. Le ricerche dei carabinieri si sono dirette alla chiesa, dove il cadavere è stato scoperto.

    "Avevo visto Elena qualche volta - ha raccontato il sacerdote - ma non la conoscevo bene perché lei è di una parrocchia vicina". Quanto al cingalese sospettato del delitto, don Verzelletti lo descrive come "un ragazzo mite", che suona in un gruppo con strumenti tradizionali cingalesi. "Non l'ho mai visto parlare con una ragazza di qui - ha proseguito il sacerdote -. Proprio venerdì era stato in Posta per inviare una raccomandata e chiedere il permesso per la sua ragazza, perchè potesse venire venire in Italia".

    Gli inquirenti hanno qualche dubbio anche sulla versione del sacerdote.

    La madre. Drammatico il racconto della madre di Elena, Caterina Mutti, che spiega di essere stata lei a mandare in chiesa la ragazza venerdì: "Avevo mandato io mia figlia in chiesa ad accendermi una candela, venerdì. Elena è morta per un caso tragico".

    La chiesa, scena del crimine, è stata posta sotto sequestro dagli inquirenti. Il parroco don Cesare Verzelletti ha fatto affiggere un cartello sul portone per avvisare i fedeli che oggi non si tengono le funzioni domenicali.

    Per tutta la giornata di sabato, i fedeli che si sono recati per le funzioni o per la preghiera nella chiesa di Santa Maria della parrocchia di San Gaudenzio sono passati a pochi metri dal cadavere di Elena Lonati.

    Il quartiere. Mompiano, nel quale si trova tra l'altro lo stadio di Brescia, è un'ampia zona residenziale alla periferia nord della città. E' zona abitata per lo più da famiglie benestanti, con scarsa presenza di immigrazione straniera, e nella quale non si ricorda siano avvenuti in questi anni gravi fatti di cronaca.

    (20 agosto 2006)
    http://www.repubblica.it/

  2. #2
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    Ormai è un bollettino di guerra giornaliero, e il bello è che si continua coi soliti discorsi: anche gli italiani lo fanno, ecc.
    L'Italia è sotto invasione e tutti a mettere la testa sotto la sabbia per paura di venire bollati come cattivissimi e ignorantissimi razzisti!
    E no, io non ci sto! Il momento è grave, la tragedia è alle porte e tutti siamo chiamati all'impegno politico nel tentativo di cercare di salvare il salvabile. Non è più tempo di stare in disparte, il tempo dell'azione è HIC ET NUNC, ora e adesso!
    Tra pochi decenni, quando anche il nostro bel paese sarà diventato multirazziale e i nostri figli ci chiederanno cosa facevamo noi mentre tutto andava alla malora, noi cosa gli risponderemo?

    Bisogna agire adesso per fermare l'invasione. In maniera perfettamente legale, siamo ancora in tempo per creare un movimento d'opinione che porti la gente ad aprire gli occhi su cosa sta realmente accadendo!

    AUTODIFESA ETNICA!

  3. #3
    die Vernichtung
    Ospite

    Predefinito

    Tra pochi decenni?
    Se non altro sei ottimista!

  4. #4
    Marco-Torino
    Ospite

    Predefinito

    finchè non gli stuprano i figli sti italiani mica si svegliano...

  5. #5
    die Vernichtung
    Ospite

    Predefinito

    E n'è manco detto..

  6. #6
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    LA SPIAGGIA DEI VU' CUMPRA'
    Il disabile cacciato dagli abusivi

    Si accende la polemica
    Dopo l'episodio del ragazzo padovano affrontato e insultato dai vu' cumprà perché camminando alzava la sabbia sporcando la loro merce, bagnini, turisti e confesercenti alzano la voce: 'La spiaggia ormai è roba loro'


    Rimini, 18 agosto 2006 - Cinque auto della polizia parcheggiate a ridosso della spiaggia di Miramare. Dopo il fattaccio del giovane disabile cacciato dai venditori abusivi "disturbati" dal suo passaggio claudicante, di vu’ cumprà se ne vedono pochi. Sarà l’effetto deterrente delle divise, sarà lo scirocco a 15 nodi che spazza via sabbia e turisti.Sono pochi rispetto alla media quotidiana: "Da una a tre file di venditori — racconta un bagnino —. Che cacciano via chi gli dà fastidio, a cominciare da chi si piazza con un semplice telo sul bagnasciuga. La spiaggia è roba loro. E diventano anche aggressivi. Una vergogna sotto gli occhi di tutti ".

    "Tutti i giorni verso le dieci, e poi al pomeriggio alle quattro arrivano a frotte, coi loro sacchi e carrettini di merce — aggiunge un altro bagnino —. L’anno prossimo avranno pure le commesse. I controlli di polizia ci sono. Ma quando arrivano gli agenti, spariscono, o nascondono la merce, facendo un gran polverone, sotto i lettini dei turisti, che guai se fiatano. Dopo 5 minuti, passate le forze dell’ordine, rifanno di nuovo la loro stesa"."Qui sono a gruppi di 30 o 40 — continua un giovane marinaio di salvataggio —. Quando arriva la polizia, se qualcuno accenna a fuggire, ho sentito altri che li minacciano: ‘Se scappi, ti impicco’. Stanno compatti a fare numero. Dicono: ‘Siamo in quaranta, cosa ci faranno quattro poliziotti?’".

    E’ ancora molto arrabbiata la signora Serenella Facchin, di Padova, da 30 anni in vacanza a Rimini, mamma del giovane disabile cacciato e insultato domenica dal vu’ cumprà, che gli ha impedito di raggiungere il mare: "Mio figlio è spastico, trascina i piedi, e ha buttato un po’ di sabbia sulla merce del venditore. Che si è alzato, e gli ha detto ‘mona’, scemo, offendendolo. Il ragazzo, che è molto sensibile, si è spaventato e si è messo a piangere. ‘Mona io?’, mi chiedeva. Adesso non ne vuole più sapere di andare a fare il bagno da solo, come a volte faceva prima. Ma è possibile che la spiaggia sia dei vu’ cumprà? Ed è andata bene che non c’era mio figlio maggiore, che è un bisonte, se no non finiva lì. Bisognerebbe fare come a Padova: un bel muro". La signora confessa che ha pensato di andarsene, o di farsi rifondere i soldi. Ma i bagnini sono ormai amici, e la cosa è finita lì. 'In cambio' le hanno dato una mano nel segnalare l’accaduto.

    "L’episodio della cacciata di quel giovane disabile a Miramare è gravissimo — tuona Mirco Pari, segretario provinciale Confesercenti —. Sia sul piano umano, sia perché conferma quanto diciamo da anni: i venditori abusivi hanno preso ormai il controllo dell’arenile, lo considerano un loro spazio. Ed ormai vi si sono insediati. Il fenomeno andava combattuto subito, cosa che non è stata fatta. Nel tempo le situazioni si stabilizzano, si creano reti di relazioni, meccanismi, fortissimi interessi commerciali che rendono sempre più difficile combatterlo. Ma è illegalità, non si può tollerare, bisogna intervenire con fatti concreti. Non solo a parole".

    Mario Gradara
    http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/

  7. #7
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    Italiani, vi stanno scippando il terreno da sotto i piedi, quando cavolo ve ne accorgerete?!?!

  8. #8
    Norman
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Orazio Coclite
    Qualcuno dei moderatori ha la bontà di cancellare questo insulso intervento di Norman, grazie.
    perchè? credi che fosse una provocazione?
    ti sbagli...
    non volevo fare una provocazione, ma se credete questo, cancellate pure.
    dico solo che io non è che veda altre strade...

    88

  9. #9
    die Vernichtung
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Orazio Coclite
    LA SPIAGGIA DEI VU' CUMPRA'
    Il disabile cacciato dagli abusivi

    Si accende la polemica
    Dopo l'episodio del ragazzo padovano affrontato e insultato dai vu' cumprà perché camminando alzava la sabbia sporcando la loro merce, bagnini, turisti e confesercenti alzano la voce: 'La spiaggia ormai è roba loro'


    Rimini, 18 agosto 2006 - Cinque auto della polizia parcheggiate a ridosso della spiaggia di Miramare. Dopo il fattaccio del giovane disabile cacciato dai venditori abusivi "disturbati" dal suo passaggio claudicante, di vu’ cumprà se ne vedono pochi. Sarà l’effetto deterrente delle divise, sarà lo scirocco a 15 nodi che spazza via sabbia e turisti.Sono pochi rispetto alla media quotidiana: "Da una a tre file di venditori — racconta un bagnino —. Che cacciano via chi gli dà fastidio, a cominciare da chi si piazza con un semplice telo sul bagnasciuga. La spiaggia è roba loro. E diventano anche aggressivi. Una vergogna sotto gli occhi di tutti ".

    "Tutti i giorni verso le dieci, e poi al pomeriggio alle quattro arrivano a frotte, coi loro sacchi e carrettini di merce — aggiunge un altro bagnino —. L’anno prossimo avranno pure le commesse. I controlli di polizia ci sono. Ma quando arrivano gli agenti, spariscono, o nascondono la merce, facendo un gran polverone, sotto i lettini dei turisti, che guai se fiatano. Dopo 5 minuti, passate le forze dell’ordine, rifanno di nuovo la loro stesa"."Qui sono a gruppi di 30 o 40 — continua un giovane marinaio di salvataggio —. Quando arriva la polizia, se qualcuno accenna a fuggire, ho sentito altri che li minacciano: ‘Se scappi, ti impicco’. Stanno compatti a fare numero. Dicono: ‘Siamo in quaranta, cosa ci faranno quattro poliziotti?’".

    E’ ancora molto arrabbiata la signora Serenella Facchin, di Padova, da 30 anni in vacanza a Rimini, mamma del giovane disabile cacciato e insultato domenica dal vu’ cumprà, che gli ha impedito di raggiungere il mare: "Mio figlio è spastico, trascina i piedi, e ha buttato un po’ di sabbia sulla merce del venditore. Che si è alzato, e gli ha detto ‘mona’, scemo, offendendolo. Il ragazzo, che è molto sensibile, si è spaventato e si è messo a piangere. ‘Mona io?’, mi chiedeva. Adesso non ne vuole più sapere di andare a fare il bagno da solo, come a volte faceva prima. Ma è possibile che la spiaggia sia dei vu’ cumprà? Ed è andata bene che non c’era mio figlio maggiore, che è un bisonte, se no non finiva lì. Bisognerebbe fare come a Padova: un bel muro". La signora confessa che ha pensato di andarsene, o di farsi rifondere i soldi. Ma i bagnini sono ormai amici, e la cosa è finita lì. 'In cambio' le hanno dato una mano nel segnalare l’accaduto.

    "L’episodio della cacciata di quel giovane disabile a Miramare è gravissimo — tuona Mirco Pari, segretario provinciale Confesercenti —. Sia sul piano umano, sia perché conferma quanto diciamo da anni: i venditori abusivi hanno preso ormai il controllo dell’arenile, lo considerano un loro spazio. Ed ormai vi si sono insediati. Il fenomeno andava combattuto subito, cosa che non è stata fatta. Nel tempo le situazioni si stabilizzano, si creano reti di relazioni, meccanismi, fortissimi interessi commerciali che rendono sempre più difficile combatterlo. Ma è illegalità, non si può tollerare, bisogna intervenire con fatti concreti. Non solo a parole".

    Mario Gradara
    http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/
    La storia de sto ragazzo va se non altro a inficiare l'opinione di chi dice che "sò tutti boni e cari"e ''poverini,anche loro devono lavorare''.

  10. #10
    Norman
    Ospite

    Predefinito

    secondo voi quindi, che bisogna fare per salvaguardare la Stirpe dalla presenza allogena ?
    sostenere la politica del centro-destra ? io non credo che loro siano interessati alla difesa etnica.

    88

 

 
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