Ecco tre articoli tratti dal quotidiano di ieri, a voi i commenti!
Silvio: Carroccio federato nel grande partito della libertà
«Lega indispensabile per vincere»
«Tutti sono indispensabili per poter sperare di avere una vittoria, anche la Lega. Quando abbiamo iniziato, nel 1994, la Lega era per la secessione, era fuori dal nodo istituzionale della politica italiana. Oggi la Lega è un soggetto istituzionalmente e assolutamente perfetto. A Umberto Bossi voglio mandare l’augurio più affettuoso». Così il Silvio Berlusconi parla al pubblico del Meeting di Rimini. E lo fa accennando al progetto del grande partito della democrazia e della libertà: «La Lega - spiega - potrebbe anche essere federata, perché rappresenta certe situazioni particolari come le valli del Nord Italia».
Poi Berlusconi infuoca su un concetto le oltre 15 mila persone che lo ascoltano: «In questi cinque anni la Lega si è sempre comportata con grandissima lealtà nei confronti della coalizione».
Nella mente di Berlusconi c’è la costituzione della federazione prima e, successivamente, la nascita del «grande partito delle libertà». Se il grande partito delle libertà costituisce il progetto complessivo del Cavaliere, a breve termine Berlusconi pensa che sia necessario arrivare a una federazione: «Occorre che la coalizione di centrodestra faccia perlomeno un passo avanti, vale a dire passare da una coalizione pura e semplice a una federazione di partiti retta dal principio della democrazia. Su ogni decisione si voterà con il coefficiente necessario, magari elevato come l’80 per cento. Poi, se ci sarà un solo partito che dice no, quel partito per restare nella federazione dovrà adeguarsi alla decisione della maggioranza».
Rimini - «L’intervento di Berlusconi conferma che la Lega non è sola». Così il presidente federale della Lega Nord, Angelo Alessandri, commenta l’incontro avvenuto ieri al Meeting di Rimini con il Cavaliere. Assieme ad Alessandri, in platea, c’erano anche altri esponenti del Carroccio, da Marco Lusetti, responsabile organizzazione Emilia e consigliere provinciale di Reggio Emilia, e Fabio Ferrari, reponsabile sicurezza di Reggio.
Il presidente federale - deputato e segretario dell’Emilia - legge, nelle parole del Cavaliere, la mano del Senatur: «Nel discorso di Berlusconi ho trovato molta sintonia con le nostre posizioni. In molti passaggi ho sentito la mano di Bossi». Vale, ad esempio, sulla questione dell’immigrazione, su quella dell’euro oppure, ancora, sul futuro della missione in Libano. Insomma, quello ascoltato a Rimini è stato un «Berlusconi “leghistizzato”».
«Mi ha colpito positivamente - rimarca Alessandri - il fatto che Berlusconi abbia sottolineato il grande ruolo della Lega come interlocutore: non è scontato, in politica, il fatto che i meriti siano riconosciuti». Il Cavaliere ha riconosciuto alla Lega il fatto di essere un alleato leale: «La Lega - prosegue Alessandri - è e resta fedele alla Cdl. E lo è stata anche perché Berlusconi ha mantenuto le promesse fatte. Il messaggio lanciato da Berlusconi - spiega il presidente federale - è stato chiaro. Ed è stato chiaro anche nei confronti degli altri due alleati della Cdl. Solo se saremo uniti, potremo portare a casa risultati importanti». L’unità, dunque, è una priorità per l’opposizione: «Come ha richiamato Berlusconi, dobbiamo fare un’opposizione decisa, rigorosa e severa. Le fughe in avanti o solitarie non portano da nessua parte».
Per il Cavaliere, la Cdl è oltre al 50 per cento: «Siamo molto di più - commenta Alessandri -. E lo continueremo a essere se saremo coesi su temi importantissimi come quello degli immigrati. La gente ci ha eletto per andare in Parlamento: da lì dobbiamo fare un’opposizione ferma». Se, dunque, l’obiettivo prioritario è un’opposizione decisa, il fine è «mandare a casa Prodi il prima possibile». In mezzo c’è la sfida della Lombardia e del Veneto per una maggiore autonomia: «La partita di queste due regioni è fondamentale - conclude Alessandri -. La Lega non si è mai fermata né si fermerà. Dopo aprile si è chiuso un ciclo: occorre aprirne un altro facendo opposizione e attuando il federalismo».
Per Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie della Lega, «avevamo suggerito a Berlusconi, dopo il pesante periodo di una campagna elettorale infinita, di farsi una bella vacanza e di recuperare le energie: evidentemente lo ha fatto e nell’intervento al meeting di Rimini ha dimostrato di essere l’unico vero leader in circolazione».
Rimini - Anche al Meeting sventola la bandiera della Lega Nord: c’è quella di Forza Italia e c’è quella verde.
È quella di David Savorani, 34 anni di Faenza: è lui il primo a fare l’ingresso nell’auditorium da 7 mila persone dove ieri, dopo le ore 13, ha parlato Silvio Berlusconi.
Pizzetto, corporatura robusta, bandiera salda in pugno e fazzoletto del Carroccio nel taschino: «Sono qui per dire al Berlusca che la base leghista è con lui, al suo fianco». La storia di David è paradigmatica di come la militanza leghista sia costretta a vivere in questa terra rossa: «Sono disoccupato, ho la terza media: quando mi presento con il fazzoletto verde e la tessera leghista, mi girano tutti le spalle, anche all’ufficio di collocamento. Io vado avanti perché nel mio cuore batte la Lega e vado avanti non accettando di fare il leghista “clandestino”: sono leghista e lo sono a viso scoperto».
David è al suo primo Meeting di Rimini ed è al centro della sala, del maxi auditorium: è arrivato alla nuova fiera con il treno delle ore 8, da Faenza. «Nella mia città - spiega - c’è la dittatura rossa. Alla festa della Lega di Marina di Ravenna, lo scorso 17 agosto, l’amministrazione ci ha concesso a fatica di stare in piazza. Francamente non mi meraviglio: qui danno il lavoro agli extracomunitari prima che agli italiani. La cosa è seria, perché in Emilia i cittadini stranieri sono tantissimi».
David ci mostra la sua tessera del Carroccio, numero 58473: è fiero di averla sempre in tasca, nel borsellino. «Sono iscritto alla Lega da tre anni, ma sono leghista da sempre». E essere leghista, per David, significa difendere la sua tradizione e i principi di legalità: «Mastella vuole liberare le carceri riempendo le strade di extracomunitari? Li liberi e li spedisca nei loro rispettivi Paese: otterrà così l’obiettivo di ridurre il numero dei carcerati». Poi, lancia un’idea: «Per gli immigrati propongo il permesso di soggiorno a punti: finché lavorano possono restare, ma se delinquono devono girare i tacchi e andare via dall'Italia». David è preoccupato per l’avvenire: «Se danno con facilità la cittadinanza agli immigrati, nella mia regione gli italiani rischiano di sparire. Già adesso gli amministratori danno loro il lavoro: non credo che sia il caso di dargli pure la cittadinanza senza se e senza ma».
Non è la prima volta che David sventola la bandiera leghista nella terra rossa: lo ha fatto anche lo scorso febbraio a Modena, al palazzetto: «Anche allora c’era Berlusconi. Con la mia bandiera credo di avere portato fortuna un po’ di fortuna al Carroccio, dal momento che da quel giorno la presenza sui media della Lega è cresciuta». Certo, fare il leghista nella regione del Professore non è facile: «Non è facile ma è un dovere farlo. Non possiamo lasciare le chiavi dell’Emilia Romagna a Mortadella. Per questo sono venuto, per la prima volta, al Meeting di Rimini: sventolando la bandiera nell’auditorium ho voluto dire al Berlusca di non mollare». Poi, sul dialogo con la sinistra David spara a zero: «Ma come, ci sputano addosso e dovremmo fare accordi con loro? Ci stanno o non ci stanno riempendo le strade di extracomunitari e di galeotti nella speranza di avere nuovi elettori per le prossime elezioni?».