Vertice ministri Ue, sì alla proposta D'Alema
Putin a Prodi: «Sì al comando italiano della missione in Libano». Il premier: «Nodi sul comando sciolti entro fine settimana»
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Il ministro degli Esteri D'Alema (Emblema)
ROMA - «Immagino proprio di sì». Così il presidente del Consiglio, Romano Prodi ha risposto ai giornalisti che gli domandano se entro il prossimo fine settimana saranno sciolti i nodi sul comando della missione Unifil in Libano. «Mi sembra che venerdì a Bruxelles - dice Prodi - ci sia una riunione dei ministri degli Esteri. E’ questo un necessario atto conclusivo di questo processo». La presidenza finlandese di turno della Ue ha infatti accolto la proposta del ministro degli Esteri Massimo D'Alema che ha chiesto di convocare «al più presto» una riunione straordinaria dei ministri Ue per definire modalità e mandato della missione europea in Libano. La riunione si terrà già questo venerdì, vi parteciperà anche il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, e seguirà quella del Comitato Ue per la politica e la sicurezza (Cops), composto dagli ambasciatori e alti diplomatici dei paesi Ue, già fissata da Helsinki per mercoledì a Bruxelles.
RUSSIA SOSTIENE ITALIA - Nel frattempo, nel corso di una conversazione telefonica con Romano Prodi, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha «confermato il convinto sostegno di Mosca ad un'eventuale guida italiana della missione che - come sottolineato dal presidente del Consiglio in una nota - potrà maturare qualora la comunità internazionale manifesti una chiara richiesta in tal senso». Putin ha anche confermato che «la Russia continuerà a lavorare intensamente con la comunità internazionale per propiziare le migliori condizioni politiche per il successo dell'Unifil», aggiunge il comunicato. «Non è escluso che mandi i soldati» ha detto Romano Prodi ai giornalisti riferendosi alla conversazione, precisando che la telefonata con Putin è stata «molto calda e molto cordiale, aggiungendo di aver parlato «Anche dei rapporti bilaterali».
AVVERTIMENTO A ISRAELE - Nessun soldato italiano andrà però in Libano fin quando Israele continuerà a sparare, violando la tregua sancita dall'Onu. È stato l'avvertimento che il ministro D'Alema ha lanciato al governo Olmert dalle colonne di Repubblica. «Da Israele - ha spiegato il titolare della Farnesina - ci aspettiamo un impegno rinnovato, e stavolta davvero vincolante, a rispettare il cessate il fuoco. È giusto pretendere che gli Hezbollah depongano le armi, ma non possiamo mandare i nostri soldati in Libano se l'esercito di Tsahal continua a sparare».
LE NOSTRE TRUPPE SARANNO UN TERZO DI QUELLE EUROPEE - D'Alema ha poi precisato che «l'Italia non sarà sola» e che le nostre truppe «tra i duemila e i tremila effettivi, saranno un terzo di quelle totali inviate dall'Europa»
PARISI: GLI ALTRI DICANO QUANTI SOLDATI INVIANO - «L'Italia si sta preparando alla prossima missione Onu in Libano» ha detto nel frattempo Arturo Parisi. Ma, ha aggiunto il ministro della Difesa, «quanti gli scarponi di altri Paesi? Questa è la risposta che conta».