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  1. #1
    Obama for president
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    Predefinito rapporto di amnesty international sull'autorità palestinese

    Autorità Palestinese

    Presidente: Mahmoud Abbas (subentrato a Rawhi Fattouh a gennaio)
    Primo Ministro: Ahmad Quray
    Pena di morte: mantenitore

    La violenza tra fazioni interne dell’Autorità Palestinese (AP) e le sue forze di sicurezza, e tra le parti politiche e i gruppi armati, ha creato un ulteriore deterioramento della sicurezza in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Scontri armati, attacchi e rapimenti da parte di gruppi armati palestinesi sono aumentati, e un gran numero di palestinesi sono stati uccisi in un clima di crescente illegalità. Le uccisioni di israeliani da parte di gruppi armati palestinesi sono diminuite sensibilmente rispetto agli anni precedenti. L’impunità è rimasta diffusa in quanto le forze di sicurezza palestinesi non sono riuscite a o non hanno voluto impedire le uccisioni e gli attacchi o arrestarne i colpevoli. Membri delle forze di sicurezza dell’AP hanno anche partecipato ad attacchi, rapimenti e altri abusi. Cinque palestinesi giudicati colpevoli di omicidio sono stati messi a morte, ponendo così fine a una moratoria de facto sulle esecuzioni durata tre anni.

    Contesto

    Dopo l’elezione a gennaio del presidente Mahmoud Abbas, gruppi armati palestinesi avevano aderito a una tahadiyeh (calma) indefinita, durante la quale essi si sarebbero astenuti dall’attaccare gli israeliani mentre le autorità israeliane avevano annunciato una sospensione degli attacchi contro i palestinesi nei Territori Occupati. Ciononostante, gli attacchi da entrambe le parti sono continuati, ma in misura ridotta rispetto ai precedenti anni dell’intifada palestinese (sollevazione), iniziata nel 2000. Durante l’anno, le forze israeliane hanno ucciso circa 190 palestinesi, la maggior parte dei quali illegalmente, compresi all’incirca 50 minorenni (cfr. Israele e Territori Occupati). Gruppi armati palestinesi hanno ucciso 50 israeliani, la maggior parte dei quali civili, compresi sei minorenni, sia nei Territori Occupati sia in Israele. Gli attacchi contro gli israeliani sono stati rivendicati dalle Brigate dei Martiri di al-Aqsa (una frangia di Fatah), e dalla Jihad islamica. Centinaia di palestinesi e numerosi israeliani sono rimasti feriti in offensive condotte da entrambe le parti. Gruppi armati palestinesi hanno anche lanciato attacchi con colpi di mortaio dalla Striscia di Gaza verso le vicine città israeliane.

    Tra agosto e settembre Israele ha trasferito tutti i suoi 8.000 coloni e le sue truppe dalla Striscia di Gaza. Tuttavia, l’esercito israeliano ha mantenuto il controllo dello spazio aereo, delle riserve idriche e dei confini terrestri della Striscia di Gaza. Israele ha imposto la chiusura del valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, che è l’unico punto di ingresso e uscita per i palestinesi dalla Striscia di Gaza.

    I blocchi e le rigide restrizioni imposte dall’esercito israeliano in tutta la Cisgiordania hanno continuato a ostacolare e impedire l’accesso dei palestinesi ai loro terreni agricoli, ai luoghi di lavoro e alle strutture scolastiche e sanitarie. L’esercito israeliano ha anche effettuato frequenti incursioni nelle città e nei villaggi palestinesi e ha potenziato la costruzione della recinzione/muro di 600 km e dei principali posti di blocco in tutta la Cisgiordania, compresa la zona di Gerusalemme Est, isolando città e villaggi. Queste restrizioni hanno continuato a ostacolare la ripresa economica e hanno causato un alto tasso di disoccupazione ed estrema povertà in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, dove oltre la metà della popolazione per sopravvivere è stata costretta a dipendere dagli aiuti internazionali.

    Le elezioni municipali, cominciate l’anno scorso, si sono tenute in diverse località della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Le elezioni parlamentari, fissate a luglio, sono state rimandate a gennaio 2006.

    Incremento dell’illegalità e dell’impunità

    L’AP ha intrapreso alcune misure per riformare i servizi di sicurezza, che negli anni precedenti erano stati ripetutamente presi di mira e in larga parte distrutti dall’esercito israeliano. Ad aprile il presidente Abbas ha sostituito alcuni capi delle forze di sicurezza, ma le istituzioni giudiziarie e di sicurezza sono rimaste inefficaci, assediate da dispute intestine e lotte di potere e incapaci o restie a riportare la legge e l’ordine. I rari tentativi delle forze di sicurezza di affrontare i gruppi armati politici e criminali sono invariabilmente sfociati in scontri armati, che hanno visto le forze armate costrette spesso al ritiro. Diversi funzionari dell’AP sono stati attaccati da gruppi armati. In altri casi membri delle forze di sicurezza dell’AP hanno partecipato ad attacchi e abusi al fianco di gruppi armati. Alcuni membri di gruppi armati e delle forze di sicurezza si sono serviti del pretesto della rivendicazione di riforme e di giustizia nell’AP per legittimare attacchi e abusi. L’esercito israeliano ha continuato a impedire il lavoro delle forze di sicurezza dell’AP in gran parte della Cisgiordania, anche rifiutando loro il permesso di essere presenti e di detenere armi in molte zone. Di fronte alle forze di sicurezza e alle istituzioni giudiziarie dell’AP, percepite come impotenti o restie ad affrontare le loro rivendicazioni, per risolvere i loro problemi in molti hanno cercato la protezione o la mediazione di gruppi armati.

    La proliferazione dei gruppi armati, l’assenza di legalità e la sistematica impunità hanno aggravato il clima di insicurezza. Decine di passanti, inclusi bambini, sono stati uccisi e feriti in scontri tra gruppi armati e forze di sicurezza, e da uno sconsiderato uso di ordigni esplosivi da parte dei gruppi armati palestinesi. I colpi di mortaio palestinesi indirizzati alle vicine città israeliane hanno spesso mancato l’obiettivo e sono caduti in zone residenziali palestinesi della Striscia di Gaza. I gruppi armati hanno continuato a usare i bambini per eseguire attacchi e trasportare esplosivi o armi. Diversi bambini palestinesi sono stati arrestati dall’esercito israeliano per il loro presunto coinvolgimento in tali attività. Sembra che i maggiori gruppi armati palestinesi abbiano sconfessato l’uso di bambini e che alcuni abbiano attribuito tali abusi a cellule locali che agiscono su propria iniziativa.

    *Il 2 ottobre due passanti, un comandante della polizia e un membro delle forze di sicurezza dell’AP sono stati uccisi nel corso di scontri armati avvenuti tra le forze dell’AP e uomini armati di Hamas nella città di Gaza e in un attacco condotto da un gruppo armato fino allora sconosciuto, Esercito Popolare, nella città di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza. Gli scontri armati sono scoppiati quando le forze di sicurezza dell’AP hanno tentato di far rispettare il divieto per i gruppi armati di detenere armi in zone abitate, imposto dall’AP. Durante gli scontri sono rimasti feriti numerosi passanti e decine di sostenitori di Hamas e membri delle forze armate dell’AP.

    Rapimenti

    Più di 20 palestinesi e cittadini stranieri, compresi giornalisti e operatori umanitari, sono stati rapiti nella Striscia di Gaza da gruppi armati palestinesi. In molti casi i gruppi chiedevano lavoro o protestavano contro le politiche o azioni dell’AP. Le persone rapite sono state solitamente rilasciate incolumi entro poche ore.

    *Due dipendenti del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) sono stati rapiti nella città di Gaza il 29 luglio da parenti di un dirigente dei servizi segreti dell’AP, il quale era stato rapito il giorno precedente da uomini armati affiliati a Fatah. Tutti e tre sono stati rilasciati dai rispettivi rapitori poche ore dopo.

    *L’8 agosto uomini armati hanno rapito a Khan Younis tre dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA). I tre sono stati rilasciati poche ore dopo. Gli uomini armati avevano chiesto il rilascio di un esponente di Fatah arrestato il giorno precedente dalle forze di sicurezza dell’AP.

    Uccisioni illegali e persecuzioni di sospetti “collaborazionisti”

    Ben oltre un centinaio di palestinesi sono stati uccisi in combattimenti politici tra fazioni, faide familiari e regolamenti di conti e diversi sono stati uccisi o aggrediti da gruppi armati che li accusavano di “collaborare” con le forze di sicurezza israeliane. La maggior parte delle uccisioni sono state attribuite alle Brigate dei Martiri di al-Aqsa e ad altri gruppi fuoriusciti da Fatah.

    *Il generale di divisione Musa Arafat, consigliere della sicurezza nazionale dell’AP ed ex capo dei servizi segreti militari, è stato ucciso il 7 settembre nella città di Gaza. Uomini armati lo hanno trascinato fuori dalla sua casa, gli hanno sparato a morte e hanno sequestrato suo figlio. Questi è stato in seguito rilasciato. Le forze di sicurezza di una vicina stazione di polizia dell’AP non sono intervenute.

    *A settembre Farid Manasra è stato rapito in Cisgiordania, nel villaggio di Beni Na’im da uomini armati che lo hanno torturato per quattro giorni. Questi ultimi, tra i quali vi sarebbero stati membri delle forze di sicurezza dell’AP, lo hanno accusato di “collaborare” con le forze israeliane e per il rilascio hanno chiesto del denaro e la pubblicazione di un comunicato ufficiale. Quando Farid Manasra si è rifiutato di pagare, prima di rilasciarlo, gli hanno sparato a un piede e gli hanno rubato il denaro.

    *A ottobre due palestinesi sono stati rapiti nella Striscia di Gaza dai Cavalieri della Tempesta, un gruppo armato fuoriuscito da Fatah e sconosciuto prima di allora. Dopo il rapimento gli uomini armati hanno tenuto una conferenza stampa, durante la quale hanno esibito i due uomini incappucciati e legati e li hanno accusati di “collaborazionismo” con Israele. Il portavoce del gruppo ha dichiarato di avere sequestrato i due perché le forze di sicurezza dell’AP non erano state in grado di assicurare alla giustizia i “collaborazionisti”. Prima di essere rilasciati diversi giorni dopo, il gruppo aveva sparato a entrambi alle gambe.

    Pena di morte

    A giugno il presidente Abbas ha autorizzato l’esecuzione di quattro prigionieri che erano stati condannati per omicidio tra il 1995 e il 2000. Si tratta delle prime esecuzioni portate a termine dall’AP dall’agosto 2002. Una quinta esecuzione ha avuto luogo a luglio. Alla fine di giugno il presidente Abbas ha ordinato che venisse istruito un nuovo processo per coloro che erano stati condannati alla pena di morte dalla Corte per la Sicurezza di Stato, che era stata sciolta nel 2003. Si ritiene fossero una cinquantina i palestinesi in attesa di esecuzione.

    Detenzioni illegali

    A maggio l’AP ha rilasciato numerosi detenuti che erano stati trattenuti per diversi anni nella prigione della città di Gaza senza processo o nonostante la corte ne avesse disposto il rilascio. Altri detenuti hanno continuato a essere trattenuti per lunghi periodi senza processo od oltre l’estinzione della loro pena.

    Violenza sulle donne

    Le donne palestinesi, soprattutto quelle dei territori Occupati, hanno sofferto molto a causa del conflitto e delle sue conseguenze, come l’impatto delle demolizioni delle case, le restrizioni alla libertà di movimento che hanno loro impedito l’accesso ai servizi sanitari e all’istruzione e ne hanno aumentato la povertà. Allo stesso tempo, alle donne è stato sempre più richiesto di occuparsi della famiglia e provvedere al suo sostentamento. L’alto livello di violenza legata al conflitto ha contribuito a incrementare la violenza familiare e sociale, e molte donne hanno subito gravi abusi all’interno delle mura domestiche. Si ritiene che almeno quattro donne siano state uccise da parenti maschi nei cosiddetti “delitti d’onore”. A febbraio, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha richiesto all'AP di emanare una legislazione che garantisca il perseguimento e il risarcimento dei torti subiti dalle donne vittime di violenza.

  2. #2
    SENATORE di POL
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    Bhe niente di nuovo, e considerato che Amnesty .......non è certamente "filo-sionista" (anzi...)....


    Shalom

  3. #3
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    Bravo Senatore,
    adesso completi il compitino e riporti anche il rapporto di AI sui crimini di guerra di Israele



    Lou Delfin

  4. #4
    Hanno assassinato Calipari
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    Ma l'AP esiste? Ha senso fare un rapporto in una situazione di anarchia e morti causata da un'occupante?

    Magari AI poteva fare un'inchiesta dentro i campi di concentramento, rilevando come non vi fosse democrazia tra gli internati

  5. #5
    SENATORE di POL
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    Belle battute, quasi degne di quelle degli internati [non dei lager o dei gulag]

    Shalom

 

 

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