Originariamente Scritto da
LokiTorino
Butto giù queste righe di riflessione perché vorrei puntare un attimo l'attenzione sul fatto che spesso il confine tra anti-imperialismo e anti-americanismo si sovrappongono pericolosamente.
Io sono contro l'imperialismo. L'imperialismo è una forma (nell'epoca delle democrazie direi quella preponderante) di iterazione tra nazioni. L'imperialismo si basa sulla forza, più specificatamente sul peso economico che ha una nazione rispetto ad un'altra. L'imperialismo rimane però sempre e solo un processo intrinseco al capitalismo, suo generatore primigeneo.
Ora, l'imperialismo, come insegnano 60 anni di storia dal dopo seconda guerra mondiale, è un processo globale e multipolare, ovvero tutti sono imperialisti con tutti. Ieri, chiacchierando con i compagni ho detto che anche San Marino sarebbe imperialista se potesse permetterselo.
Chi è d'accordo con questi assunti capirà facilmente che gli USA non sono l'unico stato imperialista presente dalla caduta del blocco sovietico. Una miriade di iterazioni e micro-iterazioni tra stati sono sviluppate per imperialismo: russia-cecenia, cina-tibet, croazia-serbia-bosnia...
In questo discorso gli USA si inseriscono come maggior stato imperialista semplicemente perché posseggono il peso economico maggiore negli scambi internazionali. Nonostante ciò nuove potenze stanno costruendo il loro impero economico, tipo la Cina e l'India, mettendo in discussione il primato USA. Ma questo è congenito nelle dinamiche del capitale stesso: gli stati a capitalismo avanzato necessitano di sbocchi produttivi (ieri) e commerciali (domani) per mantenere costante l'incremento produttivo e non rischiare di trovarsi senza produzione o senza mercato. Fatalmente questo fornisce la corda con cui si impiccheranno le potenze di oggi: tutta la tecnologia che esportiamo in Cina per produrci a basso costo oggi le lavatrici, diventerà domani il cappio dei nostri industriali. All'ultimo congresso del P.C.Cinese è stata decretata la fine del processo di accumulazione di capitale interno e dato il via all'operazione di esportazione di capitale cinese attraverso la costruzione di impianti all'estero che producano per il mercato interno cinese. Siamo già entrati nella fase due.
Noi non dobbiamo essere anti-americani, ma anti-imperialisti in blocco, avendo chiaro in mente che i padroni del mondo di oggi non saranno quelli di domani, e che anche se l'Europa divenisse per caso di nuovo la nazione faro dell'umanità, i padroni europei non si curerebbero di noi, ma solo dei loro interessi.
Noi dobbiamo gioire delle contraddizioni che il capitale quotidianamente ci mette sul piatto e ne dobbiamo cogliere le debolezze per poterci insinuare, sfruttando ogni occasione per poter modificare il modello capitalista sostituendolo con un altro alternativo. Mondialmente.