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Risultati da 1 a 6 di 6
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29-01-10, 15:41 #1
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Criminalità, nessuna differenza tra immigrati e autoctoni.
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30-01-10, 23:07 #2
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Rif: Criminalità, nessuna differenza tra immigrati e autoctoni.
Ma cosa hanno in mente i vescovi della CEI ? Di far diventare atei anche quei pochi che vanno in chiesa ?
Comunque, il discorso non ha senso: non esistono gli stranieri, non esistono neppure gli italiani.
I tassi di criminalità di sudtirolesi e siciliani sono molto diversi, lo stesso discorso vale per filippini e nordafricani.
I filippini hanno un tasso di criminalità praticamente nullo, i nordafricani detengono il record del mondo di stupro su strada.
Ma cosa vogliono dimostrare i vescovi CEI ?
Cosa gli torna in tasca ?
Perchè si comportano così ?
Non riesco a capire.
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31-01-10, 13:02 #3
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Rif: Criminalità, nessuna differenza tra immigrati e autoctoni.
Il vizio di origine.
Roma 17 secoli or sono aveva compreso che il sistema di rubare con la violenza non funzionava più.
Non si può combattere contro i popoli dove i componenti si trasformano in guerrieri alla bisogna e i ventri delle donne sfornano nuove forze.
Se i popoli si uccidono non si ha più alcunché da sfruttare, se invece non li si eliminano in continuazione, si creano persone atte a combattere alla bisogna.
Pertanto Costantino ispirandosi all'operazione del semita Donato, si dovette convincere che gli uomini non si dominano dal di fuori ma dal di dentro.
La religione è il mezzo per creare una società.
La parola religo significa rilegare gli usi e i costumi dei popoli, se poi questa è monopolistica crea un popolo con una sola direttiva.
Pertanto Costantino, pur essendo adoratore di Mitra, una religione tra le altre, scelse il Cristianesimo per la sua forza unificante determinata dal concetto del monoteismo.
Ossia il concetto della religione monopolio.
Non il monoteismo ebraico che si basa sul concetto di un popolo solo, il quale è condannato ad essere eletto.
Ma un monoteismo che unisce tutti, non per dna, ma per convinzione.
Un monoteismo ebraico di origine, ma che dovendosi espandere in terre diverse aveva conglobato la tolleranza messianica del Cristianesimo, creando il principio di religione universale.
Questo fu la matrice del Cristianesimo divenuta religione di stato, dell'unico stato allora esistente pertanto di carattere universale.
Ora questo principio di origine della universalità è rimasto nei secoli.
La religione come momento di raccolta di tutti sotto un solo centro.
Pertanto guai se la Chiesa non considera tutti uguali, cercando di negare la differenza della cultura, verrebbe meno il significato per cui è stata imposta ai popoli.
La Chiesa guarda il suo disegno,.
Purtroppo il messaggio della Chiesa aiuta involontariamente il disegno di chi vuole comandare il mondo, non attraverso un Dio monoteistico, ma comandarlo attraverso il monoteismo monetario.
La lotta tra due modi di pensare alla divinità e di impostare il potere.
Però ambedue i modi non possono gestire il diritto dei popoli di esistere .
L'unica religione monoteista che pensa ai popoli e l'ebraismo, che pensa ad un solo suo popolo. .
Una forma religiosa fuori dagli schemi secondo il pensiero degli ultimi secoli, ed essendo differente da tutte, perché antepone il concetto di popolo al concetto divino, è sempre malvista.
La Chiesa fa il suo mestiere.
Non può rinnegare la sua essenza.
Però la Chiesa non sa che, se non aiuta la conservazione dei popoli, aiuta in diretta il dio denaro cioè il dio monoteista in antitesi.
O forse la Chiesa è consapevole di questo pericolo ed ha la presunzione di vincere la competizione.
La Chiesa se non trova uno spazio teologico che permette di giustificare la consistenza dei popoli, alla fine ucciderà se stessa.
Vince l'altro Dio.
E i padroni del signoraggio questo lo sanno.Ultima modifica di jotsecondo; 31-01-10 alle 13:05
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01-02-10, 00:36 #4
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01-02-10, 09:00 #5
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Rif: Criminalità, nessuna differenza tra immigrati e autoctoni.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
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01-02-10, 19:09 #6
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Rif: Criminalità, nessuna differenza tra immigrati e autoctoni.
Se un tempo ogni popolo aveva il suo dio o i suoi dei, con l'avvento del monoteismo occorre che vi sia un solo popolo.
Altrimenti il monoteismo si sgretola in vari rami.
Pertanto il monoteismo ha necessità di un popolo solo.
Conseguentemente siamo tutti uguali.
E se si cerca e ricerca si trova che un cittadino di un popolo, sforzandosi, ha almeno uno che gli assomiglia culturalmente ( si intende uno solo) in un altro popolo.
Con la storia "siamo tutti ladri" , la Chiesa ci considera tutti fratelli.
Pertanto non si dovrebbe essere troppo onesti, perché l'onestà è una discriminazione culturale verso gli altri.
L'onestà diventa una discriminazione razziale.
Ruba così sarai più vicino a tuo fratello.
Forse ecco perché i politici sono in maggioranza Fratelli.Ultima modifica di jotsecondo; 01-02-10 alle 19:15